Così
un bene fa bene. Per questo si anela, fa prezzo, si acquista. Si
avvia così un ciclo virtuoso che trasforma quel bene in ricchezza
che, distribuita, remunera il lavoro di chi l'ha prodotta; che,
smaltita, si dovrà riprodurre; che, per riprodurla, occorrerà
lavorare, etc. etc: salute!
Già,
salute a tutti quelli che da un ciclo di tal fatta traggano
beneficio.
Ah,
dimenticavo, due sono le condizioni necessarie e sufficienti a che
tutto questo accada: chi vuol guadagnare da tal valore deve farne
merce e chi la anela deve avere denaro per acquistarla.
Banale?
Banale sulla carta, al mercato invece tuttun'altra storia.
Andiamo
con ordine:
prima
c'erano poche merci, tanti bisogni e pochi denari; poi aumentarono i
denari e le merci che danno ristoro ai bisogni; poi ancor più merci
non altrettanti denari e quei bisogni soddisfatti, eppoi eppoi eppoi,
un corno: con bisogni soddisfatti e merci in sovrappiù quei beni si
dimenano non più scarsi, ancor meno necessari.
Niente
paura, in un mercato efficiente, beni che vanno in affanno trovano il
soccorso di beni fatti all'uopo per dare ristoro. Beni che vanno
insomma, beni che vengono.
Bene?
Benissimo quel denaro che fa girare ancora il ciclo, che fa produrre
e fa spendere.
Ecchè
bene, un credito per spendere in beni nuovi di zecca che danno
ristoro a bisogni anch'essi nuovi di zecca.
Eccolo
belleppronto, puro distillato delle politiche di reflazione messe in
campo: credito come se piovesse, a basso costo, che riempie
portafogli sgonfi a debito.
Appetito,
tutti ingozzano, si approvigionano e riapprovvigionano fino ad andare
oltre, oltre il lecito.
Gulp! Gli
Istituti eroganti, tra crediti incagliati e l'aumento dei requisiti
per l'erogazione, smettono di erogare. I Consumatori, ancor più
affrancati dal bisogno, non si crucciano anzi ritirano di soppiatto
la domanda.
Già
la Domanda, di quelli dei prodighi e men che mai satolli, manca.
Quella domanda necessaria ai produttori per vendere, indispensabile
per spendere, tenere attivo il ciclo e fare la crescita.
Scarsa
, scarsissima, diviene un bene di inestimabile valore che dovrà fare
prezzo. Fatto, rifocillerà il potere d'acquisto dei prodighi, magari
pure il potere saldare quei debiti e vivaddio uscire dal buio della
crisi a riveder le stelle.
Mauro
Artibani
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