C'è in giro spesa e
spesa, quella produttiva e quella improduttiva; per tutteddue onori
ed oneri.
Di questo si è
detto e scritto nell'economia della produzione.
Secondo George
Reisman: "la spesa produttiva è sinonimo di spesa riproduttiva,
in quanto trattasi di risorse che vengono al contempo consumate e
ripristinate, in virtù della produttività della spesa …. E questo
essenzialmente perché, nel contesto del processo di cui è parte, la
spesa in questione non costituisce un mero esborso di denaro. I fondi
che vengono spesi in maniera produttiva producono un successivo
ritorno economico, a cui solitamente è associato un profitto. Al
contrario, i fondi che sono spesi improduttivamente, di regola, o non
producono alcun ritorno, ovvero lo generano in misura alquanto
limitata, e pertanto devono intendersi dei meri atti di consumo …
In un caso, assistiamo alla ricostituzione e all’incremento.
Nell’altro, semplicemente ad una perdita secca."*
Beh, nell'economia
dei consumi tutt'un altro dire. Proviamo a dirlo.
Da Reisman, sempre
lui, prendiamo in prestito la dritta produttivo/improduttivo: … In
un caso assistiamo alla ricostituzione e all’incremento;
nell’altro, semplicemente ad una perdita secca.
Orbene, può
considerarsi produttiva quella spesa, che pur migliorando i processi
ed i prodotti,
porta al mercato più
beni di quanto l'altra spesa possa acquistare?
Quando questo
avviene, e avviene eccome, cambiano le carte in tavola: una volta
spesi i soldi della spesa ma restano resti in magazzino, diventa
ineludibile trovare il modo per ricostituire nuovi fondi, necessari
per poter esperire quel resto della spesa altrimenti.....
Altrimenti non vi
sarà nè ricostituzione nè incremento cui dar corso con la spesa
produttiva, anzi fortemente improduttiva.
Nel caso di specie
si mostra per intero l'identità dell'economia dei consumi: vi è più
valore nel consumare che nel produrre.
Si rende evidente
pure dover ridefinire il ruolo delle spese redditizie ed apportatrici
di valore aggiunto dentro il processo di produzione.
Vladimir Menshikov
commentando gli studi di Reisman, lo scrive: "nell’alveo di
un’economia monetaria in cui opera la divisione del lavoro, tutte
le spese devono essere valutate o come produttive ovvero come
improduttive. Detto altrimenti, una data quantità di moneta e il
volume della spesa possono essere ripartiti in conformità allo scopo
della spesa stessa di consumo, ovvero di produzione."
Fiuuuuu....
d'accordo. Lo sottoscrivo e chi ci guadagna, ci guadagna!
*George Reisman, Capitalism: A Treatise
on Economics, pag. 444
Mauro Artibani
https://www.facebook.com/133670339996087/photos/a.1032884836741295.1073741825.133670339996087/1032884756741303/?type=1
Nessun commento:
Posta un commento