Ci
prova il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: "l’ora di
lavoro è un attrezzo vecchio che non permette l’innovazione.
Dovremo immaginare un contratto di lavoro che non abbia come unico
riferimento l’ora di lavoro ma la misura dell’apporto
dell’opera”.
Beh,
mentre i Politici sollecitano l'immaginazione, le Imprese lo fanno
battendo la via del recupero della produttività: Enel e le
organizzazioni sindacali di settore hanno firmato un accordo che
prevede l'uscita anticipata, usando la legge Fornero, di 6.000
dipendenti e l'assunzione di 3.000 giovani.
Essì,
l'Enel con la sovraccapacità che si ritrova manda a casa i vecchi
dell'ora/lavoro, ficca dentro solo la metà dei nuovi: Giovani che,
quando lavorano, pagano per ridurre il costo di quella sovraccapacità
con contratti di lavoro meno onerosi per l'impresa.
I
Sindacati, tra il blaterare ed l'imprecare, firmano.
Et
voilà la magia: Enel vende energia, quella che serve per fare tutto.
Intatta la sovraccapacità che verrà prodotta da quei giovani a cui
mancherà il denaro per avere una casa da illuminare, stanze da
riscaldare, elettrodomestici da utilizzare. Hip, hip, urrà per
questa produttività!
Non
pago Poletti aggiunge: "il salario va legato agli obiettivi",
forse per dare conforto al vago contenuto che sta nella "misura
dell'apporto dell'opera".
Gli
obiettivi allora, come unità di misura del compenso. Bene! Per chi
dispone di capitali l'obiettivo non sta nell'investire, sta nel
trarne profitto. Per l'impresa, c'è da scommetterci, sta nel vendere
quanto prodotto, più che nel produrlo. Chi lavora obietta: più che
lavorare, tocca guadagnare quel che serve per vivere con la
possibilità di continuare a farlo.
E
la,là, sono bersagli che stanno ad un tiro di schioppo. Si centrano
con la crescita; per smaltire il sovrapprodotto più se ne fa, meglio
è!
Mentre
quelli della de-crescita obiettano gli obiettivi, toccherà assoldare
i mercenari della spesa. Massì quelli prodighi e men che mai satolli
per fare il lavoro sporco, magari con il potere d'acquisto
rifocillato dalla riduzione del prezzo delle merci. Mercenari,
appunto, che sanno svuotare i magazzini di ogni sovrappiù per fare
tutta la crescita che serve per rendere massimo l'agio economico.
Ridotti
i prezzi, così pure la sovraccapacità, aumentata la capacità
competitiva, non v'è chi non veda altri prodighi darsi da fare:
quelli del capitale ad investire, i produttori a ri-produrre.
Beh, a
conti fatti, ai "lavoratori" toccherà fare gli
straordinari, ben oltre l'ora/lavoro.
Mauro Artibani
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