Udite, udite: I redditi delle famiglie italiane sono fermi ai
livelli di trent'anni fa. Questo
emerge dal rapporto sui consumi
dell'ufficio studi di Confcommercio. Nel 1986 il reddito disponibile pro capite
è stato pari a 17.200 euro, mentre nel 2014 è stato pari a 17.400 euro. Passo
indietro anche per il Pil e per i consumi, che quest'anno si attestano sui
livelli del 1997.
In otto anni
il reddito disponibile reale pro capite è sceso del 13,1%, pari a un ammontare
di 2.590 euro a testa. "Nel 2014 il
reddito reale dovrebbe crescere dello 0,4% in aggregato, pari a una variazione
nulla nella metrica pro capite".
Ma porcoggiuda: un meccanismo economico che rifila
tali fatti ha dentro un bug o è tutto un bluff?
Diamo
un’occhiata a cosa sia potuto accadere prima, durante e cosa potrà accadere
dopo questi fatti.
I
produttori hanno prodotto per dare ristoro ai bisogni. Io, bisognoso oltre
misura, consumo oltre la micragnosa capacità di spesa, mi sono indebitato oltre
il lecito; troppo debito diventa inesigibile: viene giù tutto. Divento allora
morigerato, metto la sordina ai bisogni, consumo meno, spendo meno: viene giù
tutto.
Lo
vedete cosa ha prodotto il bug?
Altro
giro, altra corsa.
I
produttori producono; siccome sono bravi producono più di quanto io possa
acquistare con i redditi che mi rifilano per produrre quelle merci; non ce la
faccio neanche con il credito fin qui ottenuto, nemmeno con quel pilucco di
reddito o con quel tozzo di pane che potranno raccattare quelli che stanno
raschiando il fondo del barile.
Lo
vedete il bluff?
Tra
bug e bluff si rischia di smarrire il senso economico dell’agire: occorre
guardare oltre, oltre lo sguardo consueto.
Toh,
si scorge un meccanismo produttivo guidato dal ciclo dei consumi: dalla domanda
non dall’offerta.
Per
tutta risposta e il portafogli vuoto con
il debito si è sostenuto in modo artificioso il valore di merci in eccesso e
quel reddito fasullo ha smaltito le scorte di prodotto.
Già
poiché la ricchezza si misura con il volume delle merci prodotte, queste vanno
vendute. Costi quel che costi.
Costi
altissimi: il mercato del lavoro superaffollato ha ridotto stipendi e salari;
il mercato delle merci, altrettanto affollato, non ha ridotto i prezzi.
Et
voilà, all’eccesso di offerta fa il paio l’insufficienza dei redditi che fa un
difetto di domanda e nel mondo, per poter tirare avanti, gira più carta di
debito che moneta sonante.
Mauro
Artibani
http://www.alibertieditore.it/?pubblicazione=la-domanda-comanda-verso-il-capitalismo-dei-consumatori-ben-oltre-la-crisi
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