Se qualcuno, di fronte a questa maledetta crisi, avesse
voglia di scherzare potrebbe dire: Fai fare una buca, poi falla riempire, tanto
paga Pantalone. Avrai dato lavoro quindi
reddito che verrà speso per fare la crescita.
Pure andare
in giro con l’elicottero di Friedman, guidato da Ben Bernanke, che rovescia soldi sui ben-capitati
per ampliare la base monetaria e dare sostegno alla spesa, si può pensare di
poter fare.
Già, quando si sta davanti ad una crisi
imperterrita, lunga 7 anni e latitano soluzioni, non si può andare tanto per il
sottile; si toglie la polvere a quelle vecchie, le si rimette in ghingheri.
Gulp, un lavoro fasullo ed il miracolo del denaro
piovuto dal cielo.
Cosa nascondono e cosa svelano tali ipotesi di
scuola?
L’insufficienza della domanda, cos’altro sennò?
Proprio quella domanda che, se invece trova agio,
tiene fluido il ciclo della produzione e fa la crescita.
Domanda insomma che senz’altro s’ha da fare, costi
quel che costi!
Perché, i policy-maker dell’altro ieri, di ieri,
fino a quelli d’oggi, compresa la forza di quella domanda, ancor più quando
viene esercitata bel oltre il bisogno, mancano di afferrarne il ruolo?
Ruolo a tal punto frainteso che i keynesiani
ritengono possibile che la spesa privata debba essere sovvenzionata dallo
Stato, pagando magari un lavoro fasullo, e non da chi incassa gli utili da
quella spesa.
I piloti di elicottero, invece, ritengono di poter
dare denaro a debito per sovvenzionare spesa a debito per tutti, facendo aumentare i
prezzi che riducono il potere d’acquisto.
Dove sta la produttività di questo fare?
-
Quale bene viene generato da quel lavoro
e quale remunero merita?
-
Quale cavallo, non soffrendo d’arsura,
beve alla fonte del liquido monetario, ancor più offerto a debito?
-
Come si può ritenere di dover fare
“elemosina” a chi consuma affinchè faccia quel che gli spetta per obbligo
d’ufficio nel sistema produttivo?
Bene, anzi male, fino a quando si continuerà a
ritenere quei Tizi, costretti all’indifferibilità della spesa per fare la
crescita, esterni al ciclo produttivo, si farà folclore economico.
Giust’appunto, come folcloristiche si mostrano le soluzioni messe sul piatto.
Quella indifferibilità deve essere esercitata per garantire
la fluidità del ciclo economico, pure per generare lavoro vero ed una crescita
senza debito.
Un momento: per quel prodigioso fare vengono
impiegate risorse di ruolo. Risorse scarse, senza un potere d’acquisto
adeguato, pressoché non esercitabili.
Mauro Artibani
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