Quelli
di Confartigianato, dall'Auditorium di Expo 2015 a Milano per
l'assemblea nazionale, non lo mandano a dire: "Meno annunci,
meno personalismi, meno tweet ma più attenzione alla realtà,
maggiore ascolto, più cambiamenti concreti".
Dal
palco della manifestazione il presidente di Confartigianato Giorgio
Merletti invita a “guardare alla realtà: guardiamo proprio a Expo
e al lavoro che ha generato, all’economia che ha mosso e sta
muovendo a Milano, in Lombardia, in Italia".
Traccia
pure la road map Confartigianato per uscire dalla crisi: "Cominciare
subito e dalla priorità assoluta: la riduzione del peso delle
tasse". Merletti ricorda che "tra il 2005 e il 2015
l’Italia, tra tutti i Paesi europei, ha subìto il maggiore aumento
della pressione fiscale: il risultato è che oggi paghiamo 29
miliardi di tasse in più rispetto alla media Ue, pari ad un maggior
costo di 476 euro pro capite".
Dopo
aver tagliato le tasse, dice Merletti, bisognerà "continuare
sui fronti della burocrazia, del credito, del mercato del lavoro,
delle infrastrutture, dell’innovazione, dei ritardi di pagamento
della pubblica amministrazione".
Un
fiume in piena sul fronte della pubblica amministrazione, ha pure
sostenuto la necessità di semplificare la burocrazia per le imprese,
perchè "dobbiamo ricordare quanto danno fa al Paese, ai
cittadini e alle imprese il peso della corruzione. È dalla
vessazione burocratica che nasce la mazzetta".
Ricapitolando:
Piove, Governo ladro!
Senza
andare troppo per il sottile sul Job's Act gli artigiani in coro
chiosano: "L'occupazione non si crea per decreto; se le imprese
non hanno lavoro, non possono nemmeno offrirlo".
Fiuuuuu:
Vero! Anzi, di più, lapalissiano!
Tanto
che viene voglia di dare una sbirciata, su come stiano i fatti, a
quei dati forniti lo scorso anno dalla consorella Confcommercio:
Il reddito disponibile delle famiglie italiane nel 2013 torna ai
livelli di 25 anni fa. In quello stesso anno, quel reddito ammontava
a 1.032 miliardi di euro, rispetto ai 1.033 del 1988.
Orbene,
anzi ormale, questo significa che fin ieri le "organizzazioni
datoriali" non hanno dato reddito adeguato, hanno tenuto i
portafogli stretti. Non paghi, oggi vogliono indietro pure quello
dato allo Stato.
Si,
quello che serve per fare la spesa pubblica.
Beh,
occorre rammentare a Lor Signori tutti, come la crescita – proprio
quella che serve per generare le occasioni di lavoro che si anelano –
si faccia proprio con la spesa, per farla occorre avere i soldi in
tasca.
Se
il lavoro non mi ha retribuito in modo sufficiente come faccio a fare
la spesa, quella che genera altro lavoro?
Eggià,
cose dell'altro mondo. In quello dell'Economia dei Consumi solo un
reddito adeguato che fa la spesa adeguata genera lavoro adeguato.
Bella
nò?
Mauro
Artibani
Nessun commento:
Posta un commento