Sta sulla bocca di tutti: “la norma
antiprecari abolisce l’obbligo di reintegro al lavoro per quei
poveri disgraziati”.
Scandalo, ingiustizia sociale o miopia
economica?
Siamo alle solite, si tenta di fare le
nozze con i fichi secchi.
Precari, senza soldi, a corto di
risparmi e credito inattingibile: tutto diviene temporaneo, incerto,
provvisorio.
E se senza soldi non si canta messa,
figuriamoci come si possa fare la spesa.
Precari i precari, insomma, precario il
consumo!
Si precarizza così il Valore delle
merci invendute: il latte caglia, la moda passa di moda, le
tecnologie informatiche vengono superate dalle tecnologie
informatiche del giorno dopo.
Con il Tizio, più Tizi, una
moltitudine di Tizi precari, messi ai margini del mercato, in attesa
de passà ‘a nuttata, è il minimo che possa capitare.
Ci sono pure i Caio e i Sempronio:
manager, operai, colletti bianchi, tutti impiegati nella produzione,
a produrre il prodotto da acquistare sul mercato e che da
quell’acquisto ricavano un Reddito.
Con questo andazzo: precari in itinere.
Li vedete i commercianti, i
pubblicitari, quelli del marketing imprecariarsi anch’essi?
Eggià, si sta tutti sulla stessa
barca, nel mare periglioso della precarietà ma…
Ma oltre lo sconforto e l’uggia, si
intravede nel Consumo una pratica produttiva e nel Consumatore,
ancorché precario, un imprescindibile Operatore di Mercato.
Bene, in forza di questa indifferibile
ragione economica, si rende possibile reclamare Utili dal proprio
lavoro di consumazione.
Utili si, magari precari, ma utili per
uscire tutti, ma proprio tutti, con fiero cipiglio a rimirar le
stelle.
Le notizie volano, debbono essere
arrivate a quelli di JPMorgan. Essipperchè hanno annunciato che,
nel corso dei prossimi tre anni, aumenteranno i salari minimi per
18.000 dipendenti americani da 10, 5 dollari fino a un massimo di
16,50 dollari.
“È la cosa giusta da fare”,
afferma l’amministratore delegato, Jamie Dimon,unendosi così
al movimento “Fight for 15″, combattiamo per 15 dollari l’ora.
La banca americana conta 185 mila dipendenti negli Stati Uniti.
La paura, di dover pagare il prezzo più
alto del lavoro di consumazione, fa 90?
C'è invece chi continua a sognare
tanto per farlo. Quelli dell'O.N.F. - Osservatorio Nazionale
Federconsumatori- fanno i conti: "ipotizzando un tasso di
disoccupazione al 6% (tasso ante-crisi, seppure ancora elevato),
rispetto ad oggi la capacità di acquisto delle famiglie
aumenterebbe di circa +40 miliardi di Euro l'anno. Questo
consentirebbe di rimettere in moto l'economia e di dare nuovo
ossigeno alle famiglie, nuove opportunità, nuove prospettive.
Beh, pure mio nonno se non fosse morto
sarebbe ancora vivo!
Mauro Artibani
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