Comincia così il refrain che anticipa
il G20: "Abbiamo bisogno di politiche forti per evitare la
trappola della bassa crescita". Lo dice il direttore del Fondo
Monetario Internazionale, Christine Lagarde, a poche ore dal vertice
dei capi di Stato e di Governo del G20 ad Hangzhou in Cina,
focalizzato proprio sulla bassa crescita, sulle forti disuguaglianze
e sui lenti avanzamenti delle riforme strutturali.
Si prosegue cosà: "Le cause della bassa crescita sono più
profonde e complesse di quello che possiamo pensare", ha
aggiunto Padoan. "La formula del G20 lanciato qualche anno fa
del 2x5, cioè di aumentare del 2% in cinque anni il tasso di
crescita, sembra lontano". "Certo le performance della
crescita sono diverse a seconda delle regioni e diverse sono le
esperienze ma ci sono elementi comuni che vorrei ricordare per capire
lezioni che si possono trarre soprattutto dal mio punto di vista."
Non pago chiosa ripetendosi: "La
prima considerazione banale è che a molti anni dalla fine della
crisi finanziaria stiamo ancora discutendo sulla bassa crescita. Le
cause sono più profonde e complesse di quello che si potessero
pensare".
Dentro il G20 si ridice il già detto nei summit precedenti, poi hop,
una decisione si mostra:
"Riconosciamo che i problemi strutturali, tra
cui la capacità in eccesso in alcune
industrie, aggravate da una debole ripresa economica globale e la domanda di mercato
depresso, hanno causato un impatto
negativo sul commercio e sui
lavoratori. Riconosciamo che l’eccesso di
capacità in acciaio e altre industrie sia
un problema globale che richiede
risposte collettive. Riconosciamo anche come
quelle sovvenzioni e altri tipi di supporto dai
governi sponsorizzate possono causare distorsioni del mercato
e contribuire alla capacità in eccesso a
livello globale e richiedono pertanto un’attenzione."
Nel comunicato finale si sostiene che
"misure come i sussidi sono una causa alla radice delle
distorsioni di mercato" e un forum sarà costituito "per
monitorare il processo" di tagliare la sovraccapacità.
Io, che sono maligno, leggo, interpreto
e sputo la sentenza: bassa crescita, ovvero troppo prodotto, poco
consumato!
Già, quel troppo prodotto dai
produttori che, per riparare al danno, tagliano i costi - prima
quelli del lavoro – poi gli investimenti, sottraendo un bel
gruzzolo al processo economico.
Essipperchè sta proprio nella
farragine del dispositivo che alloca i redditi il problema: La
ricchezza, generata dalla spesa, dalle imprese viene mal trasferita
all'economia reale. Proprio quel reddito che arriva a chi lavora per
produrre beni, si mostra da tempo immemore insufficente ad acquistare
quei beni prodotti.
Quando questo avviene, l'esercizio del
consumo viene differito, aumenta ancor più la sovraccapacità
dell'impresa. Così si entra nella crisi; così ci si resta. Anzi no:
con le politiche monetarie che forniscono credito, che diventa debito
per surrogare quei redditi insufficenti, si fa tutt'al più quella
"bassa crescita"!
Signori, dal G20 più che monitorare
l'evidenza, tocca attrezzare la modifica del dispositivo di
traferimento della ricchezza che, dentro l'Economia dei Consumi,
genera queste pesanti diseconomie: se la spesa genera ricchezza,
quella ricchezza deve tornare a chi fa la spesa per poter generare
altra ricchezza!
Mauro Artibani
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