In ogni dove si incontra Gente, con i
denari in tasca e in testa tanta domanda per fare la spesa ed altri
che impiegano capitale e lavoro per rispondere a quella domanda,
facendo offerta di merci da acquistare.
Beh, fin quando
con la spesa verrà acquistata tutta l'offerta prodotta per
rispondere alla domanda verrà generata tutta la ricchezza possibile;
tutti avranno fatto al massimo, pronti per rifarlo:
l'economia gira e va.
Gira appunto
perchè circolare. I produttori faranno nuova offerta per una nuova
domanda che sta lì apposta.
Perfetto! Anzi di
più: un gioiello che vale tanto oro quanto pesa e che tutti possono
indossare.
Per non restare
abbagliati da cotanto luccichio, occorre verificare la tenuta del
sistema in condizioni di stress.
Simuliamo:
"Se io, che per ruolo spendo per
fare la crescita economica, sono un giovane che non ha lavoro, un
vecchio senza molto da spendere, un ex "cetomedista" che ha
da spendere meno di prima; magari pure un benestante che ha speso, ma
non tutto, perchè non ha bisogno di farlo; un diversamente in gamba
che non può nè vuole perchè ha altro da fare; un pensionato che
per l'amordiddio non ce la fa; un immigrato bisognoso di spendere ma
senza il becco d'un quattrino; un emigrato che spende sì, ma dove è
andato: come cacchio faccio a fare? Sempre io,
per ruolo, pure attributore di valore alle merci, quando sono
nell'impossibilità di attribuire, quelle merci vengono svalutate e
così il cacchio raddoppia."
Se poi a quelli dell'Ilo facciamo dire: "La Gente si ritrova con la quota del reddito da lavoro sul Pil ridotta al 65% contro il 75% che si registrava negli anni '70."
Se poi a quelli dell'Ilo facciamo dire: "La Gente si ritrova con la quota del reddito da lavoro sul Pil ridotta al 65% contro il 75% che si registrava negli anni '70."
Dulcis in fundo
mettiamoci pure una facezia: "Credo sia del tutto evidente come
l'aumento esponenziale delle quantità prodotte confligga con la
riduzione costante del lavoro necessario a produrle quando, da questo
lavoro, arriva il reddito per acquistarle."
Fiuuuuuu: che
stress, pari pari alla crisi che già stressa il mondo.
Beh, quando
questo accade, accade pure che si sia prodotto troppo.
Quanto ha reso
quel capitale e quel lavoro? Qual è il Valore Aggiunto* fornito?
Stress x stress,
le imprese, per rientrare dai costi della sovrapproduzione, riducono
l'impiego di capitale, gli stipendi di chi lavora, pure
l'occupazione.
La Gente dispone
di ancor meno soldi per fare tutta la spesa che occorre fare, per
uscir fuori dall'impaccio.
Dentro l'impaccio ci sta insomma chi ha fatto troppo rendendo poco e tutti quelli che già disponevano di una, più o meno, alta propensione al consumo che ora ne hanno di più ed ancor più insoddisfatti a girarsi i pollici.
Dentro l'impaccio ci sta insomma chi ha fatto troppo rendendo poco e tutti quelli che già disponevano di una, più o meno, alta propensione al consumo che ora ne hanno di più ed ancor più insoddisfatti a girarsi i pollici.
Ordunque, se per
fare la crescita l'esercizio della spesa si rende indifferibile, sta
qui il valore.
Eggià, sta più
valore nell'esercizio del consumare che in quello del produrre.
La produttività
implicita in quest'esercizio, se compiutamente esperita, contagia
quegli altri fattori del sistema rimasti en panne.
Si insomma, un
remunero di questo lavorìo garantisce il ciclo economico; buono pure
per ripristinare il valore del lavoro e quello del capitale.
*Valore Aggiunto, in economia
costituisce la misura dell'incremento di valore che si verifica
nell'ambito della produzione e distribuzione di beni e servizi finali
grazie all'intervento dei fattori produttivi (capitale e lavoro) a
partire da beni e risorse primarie iniziali.
Mauro Artibani
Nessun commento:
Posta un commento