Nell'economia della
produzione viene ritenuto possibile distinguere tra salari nominali e
quelli reali.
Giust'appunto, i primi
sono la quantità di moneta che il lavoratore riceve in
un'unità di tempo.
I secondi, la quantità
di beni e servizi che quel lavoratore può
acquistare con il salario ricevuto.
Tutto bene quando il
denaro guadagnato con il lavoro risulta pari al potere d'acquisto
necessario per fare tutta la spesa che occorre a smaltire quanto
quello stesso lavoro ha prodotto per poter ri-produrre fornendo
continuità al ciclo.
Già, a meno che
l'inflazione, quando si mostra, attenti quell'equilibrio.
Stesso squilibrio pure
con la deflazione, dite?
Vero! A meno che, magari
al grido di "Pazienza, costanza e prudenza"*, questa
puzzona la si scongiuri con le politiche di reflazione, messe in
campo ad arte, con l'intento di alterare il meccanismo di formazione
dei prezzi strapazzando il potere d'acquisto.
il credito al consumo
risulta eumentato a un tasso annualizzato di del 5,8%; 18,45
miliardi di dollari sul mese precedente.
Il debito associato alle
carte di credito è salito a dicembre a un passo annualizzato del
6%. I debiti legati a prestiti studenteschi o per l'acquisto di
un'auto, il cosiddetto credito non-revolving, sono aumentati al
tasso annualizzato del 5,7%.
Bella no?
Beh, per porre riparo
alla insufficienza del salario reale, nell'economia dei consumi,
deve trovere riferimento un accrocco nuovo di zecca: condizione
necessaria e sufficiente a che il meccanismo economico giri al
meglio, per generare ricchezza, le imprese devono attrezzare
business che consentano di fare profitto se e quando, con l'acquisto
delle loro merci, viene rifocillato il potere d'acquisto
dell'acquirente.
Ci sono grandi
Aziende** che già lo fanno; si, cosi come gli utili.
Pressappoco, insomma, un
salario di scopo.
Ecchè scopo! Buono per
ridurre pure il margine di capacità inutilizzata nell’economia e
non dover ridurre i salari nominali di chi vi lavora.
A presidio e misura del salario reale, l'impresa deve farsi carico
di parti del Costo dell'Acquisto per Unità di Prodotto (CAUP).
Quasi come il caro
vecchio Costo del Lavoro per Unità di Prodotto (CLUP) che ancora
misura il salario nominale.
Eggià, se con il secondo
si calibra la produttività della singola azienda, con il primo si
può governare la produttività dell'intero sistema economico.
* Pazienza, costanza e
prudenza nella conduzione della politica monetaria al fine di
assicurare il ritorno dell’inflazione verso l’obiettivo
prefissato. Così Mario Draghi afferma nell’editoriale
pubblicato nel rapporto sull’attività della Bce nel 2017.
Mauro
Artibani, l'Economaio
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