Signori
della politica, è tempo di guardare avanti, smesso di menare il can
per l'aia, giungere ad interrogar la regola per uscire dalla crisi:
può esserci ripresa senza lavoro?
Già,
se occorre reddito per riavviare il ciclo economico, occorre lavoro
che retribuisce!
Essì,
la dottrina economica vincola il reddito all'occupazione,
l'occupazione ad un lavoro.
Il
buon senso ammicca: se lavoro, ottengo un reddito necessario per dare
ristoro ai miei bisogni.
Senza
strafare mi cibo, mi abbiglio, mi curo; ci scappa pure qualche
sfizietto, che so, un bel viaggetto oppure un pranzetto dar sor
Fischietto.
Quando
invece il reddito da lavoro non riesce a sostenere la domanda, per
smaltire una offerta andata ben
oltre il bisogno e le merci restano invendute:
chi
vorrà produrre nuove merci?
chi
lavorerà per produrle?
quale
lavoro produrrà reddito?
Avremo
ancor meno guadagno insomma; reddito da lavoro indisponibile: ancor
più crisi!
Un
circolo vizioso.
Per
uscire dal guado occorre cambiare le regole del gioco.
Per
farlo occorre sospendere l'efficacia normativa di quella dottrina,
giusto il tempo per riflettere.
Voilà,
sintetica e cangiante, la regola: reddito per creare lavoro.
Dove
trovare il reddito?
Nella
non retribuita quotidiana pratica del consumo: dove sennò?
Là,
dove vengono impiegate le nostre risorse; nell'esercizio della vita
spesa a fare la spesa per smaltire la sovrabbondante offerta di
prodotto.
Quel
lavoro, insomma, che retribuisce l'economia.
Lavoro
che crea lavoro, occupazione; retribuito, reddito che compensa
redditi insufficenti.
Reddito
di Scopo, ecchè scopo: smaltire l'offerta sul mercato.
Vi
sarà necessità di nuova produzione, nuovo lavoro; nuovo reddito per
riavviare il ciclo economico.
Reddito
erogato magari dagli extra-profittatori di profitto; quei
Signori che hanno guadagnato a iosa, che hanno più merci in
magazzino di quante se ne possano smerciare e che avranno da sborsare
cash a chi vorrà smaltire quell'accumulo.
Okkei,
si chiama redistribuzione, non per resuscitare furori ideologici, per
suscitare invece ragioni economiche per il profitto di tutti, per
l'oggi e il domani.
Oddio,
ad esser pignoli ci sarebbe pure un'altra via: l’eccesso di
offerta unita all’insufficienza della domanda impalla il mercato?
In un mercato efficiente v'è l'occasione per nuova offerta, di
domanda però e nuova domanda per quella offerta.
L'occasione
è ghiotta: i produttori hanno bisogno di acquistare la nostra voglia
di consumare, noi consumatori di vendere la voglia di acquistare.
Questo
il prodotto, le convenienze ci sono, si fa il prezzo.
Quel
prezzo, il nostro reddito. Reddito scaccia crisi
Orsù
ragazzi, occorre costruire questo nuovo mercato: Diamoci da fare!
Mauro
Artibani, l'Economaio
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