mercoledì 25 novembre 2020

Biden, l'economia e il ragno nel buco

Nella sua marcia di avvicinamento alla Casa Bianca, Biden ha prima sentito i Ceo di alcune grandi società, da Gm a Microsoft, poi i Sindacati infine ha illustrato il suo piano per rilanciare l'economia del Paese dalla sua casa a Wilmington: "È ora di premiare il lavoro, non solo la ricchezza. Servono nuovi posti di lavoro buoni e dignitosi" ha aggiunto, annunciando la creazione di tre milioni di posti di lavoro "ben pagati", promettendo una paga minima nazionale di 15 dollari l'ora e, ancora, la lotta alle diseguaglianze economiche e sociali. Dunque, ad occhio e croce, niente di nuovo sotto il sole. Gli interlocutori sempre gli stessi: capitale e lavoro. Ai primi promette trilioni di dollari, destinati a rafforzare la manifattura statunitense, espandere la copertura del sistema sanitario e combattere il cambiamento climatico. I sindacati avranno, invece, più potere nella sua amministrazione, sottolineando il loro contributo alla classe media. Poi…. mi venga un colpo, premiare non solo la ricchezza? Forse intendeva dire premiare non solo quelli che la ricchezza la intascano? Sia come sia, neo Presidente, nel tentar di rimettere in sesto una economia sbilenca non tocca certo premiare la ricchezza ma chi, con la spesa, l’ha generata. Nell’Economia dei Consumi, che lei si accinge a governare, non valgono i paradigmi consunti di prima: quella la ricchezza si genera con la crescita che si fa con la spesa; quella spesa che, smaltendo il già prodotto, fa riprodurre senza dover rincorrere i trilioni di dollari promessi. Quella stessa spesa che, non con le leggi, genera buoni posti di lavoro e dignitosamente li remunera. Presidente, in questo buco sta il ragno della spesa: defiscalizzi gli oneri di quelle Imprese in grado di attrezzare business che facciano utili se e quando i consumatori, acquistando le loro merci, rifocillano il potere d’acquisto. “Fiscalizzi” invece quelle renitenti! Prosit! Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA

martedì 17 novembre 2020

EHI, TRUMP, TE LO AVEVO DETTO

Basta! Uffa! 279 a 214 e palla al centro. Dunque, Trump, te lo avevo detto quattro anni or sono. Vero, i neri non votarono, prendesti però gli ispanici, i latini, e quelli che abitano la rust belt. Tutta gente che la crisi economica aveva avvolto di penuria. Oggi, quegli stessi ti hanno fatto fuori. Sai cosè? Quando parli e pensi con 75 vocaboli, una grammatica rabberciata, una sintassi che non sai cosa sia, usi twitter, che va bene al tuo pensiero stringato, per governare il mondo più complesso di sempre ancorchè pandemizzato, beh… non ce la fai. Quando poi gli ex sodali* ti fanno il verso; vai in giro senza mascherina nel paese più contagiato del mondo; te ne freghi della questione ambientale, alzi muri pensando di poter fermare la disperazione e con i dazi salvi le imprese zombie di casa riducendo ancor più il potere d’acquisto dei penati. Quando tutti questi si smarcano, i voti li perdi. Dunque, se il vecchio Capo arancione viene costretto a lasciare il posto ad un capo imbiancato, mentre la musica è la stessa di quattro anni fa + la pandemia ed io sto come prima in mezzo alla crisi e non lavoro, per non arrugginire, pensando e ripensando, mando una pensata a Biden. Con un tweet: "La crescita si fa con la spesa, non con la produzione né con il lavoro, ancora meno con i dazi. Così viene generato reddito, quel reddito che serve a fare nuova spesa. Tocca allocare quelle risorse di reddito per remunerare chi, con la spesa, paga tutti." In mezzo ad una società sempre più polarizzata, quel che già avevo detto a Trump, vale tutt’intero per i prossimi quattro anni di Biden. Ehi, nel 2024 dici di volerci riprovare? Beh, provaci, intanto a partire da oggi, tada’ datta’! *Bannon: "Il secondo mandato inizierà con il licenziamento di Wray e di Fauci...andrei anche oltre ma il presidente è un uomo di cuore". "Io, invece - ha continuato - tornerei direttamente ai tempi dei Tudor, in Inghilterra. Metterei le loro teste su dei pali ai due angoli della Casa Bianca, per lanciare un avvertimento ai burocrati federali: o vi allineate al programma o siete finiti". Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA

martedì 10 novembre 2020

KEYNES, MARIA E IL GIUBILEO DEL DEBITO

La mia spesa è il vostro reddito!* Suvvia, non è difficile! Lo sa anche la Maria, l’economa che sta nelle case di tutti per prendersi cura. Sa che se spende oggi, domani il marito potrà riportare ancora soldi a casa. Si, insomma, l’icastico Lord Keynes lo pensa e, il 4 gennaio del ‘33, lo dice; la massaia, l’esercizio invece lo pratica. Nel pensiero dell’economista sta pure un dubbio: lo nomina “paradosso della parsimonia”. Funziona pressappoco così: Marco ha più di quanto spende, lo mette da parte; se lo fanno tutti i Marchi finirà che al mercato resterà merce invenduta. Quella minor spesa fatta, ridurrà il reddito disponibile di tutti, pure il suo; per compensare l’ammanco dovrà attingere a quel gruzzolo risparmiato. Bella no? Ci son poi quelli che non sono Marco; per non mancare alla spesa son costretti ad attingere al credito, seppur traballante, dei Marchi che, non restituito, poi diverrà debito. Maria, ascolta e ammicca. Sa pure che nel mondo ci stanno marie e marie; la Maria che ha più di quanto spende e quella, all’opposto, che ha meno per farlo. Massì, un paradosso tira l’altro; quello della “propensione al consumo” che mette in scena la disposizione degli individui all’acquisto. Anche questa volta il nostro beneamato Sir scorge come la disponibilità di reddito risulti inversa alla propensione alla spesa. Le Marie, invece, la vivono; sanno che la propensione al consumo scende in presenza di un reddito elevato, sale in presenza di un basso reddito; collassa di fronte a redditi insufficienti e risparmi inesistenti. Dunque, chi ha molto e non spende tutto per acquistare, sottrae risorse di denaro alla spesa per fare la crescita; chi ha poco spende tutto; chi non ha spende niente. Quelli benestanti si mostrano resistenti all’acquisto; quelli in mezzo fanno quel che possono; quelli “insufficienti”..... niente. Propensioni alla spesa così disallineate riducono la capacità d'acquisto, fanno aumentare un’offerta già in eccesso; sollecitano altro debito. Con il debito costretto qui, necessario lì, s’impone un terzo paradosso che tento invano di far ratificare; mette in scena un ossimoro: generare ricchezza con il debito! Venne reso istituto nel ferragosto del ’71 a Camp David, da lì dilaga; nel 2007 deflagra con il debito di 250 trilioni di dollari, circa tre volte il PIL globale. Oggi, ficcati nella pandemia, toccherà ancor più ballare con un debito che ancor più sale e una ricchezza che ancor più scende. Ecco, appunto, quest’ultimo paradosso forse Keynes non avrebbe potuto metterlo nel conto; credete saranno disposti a farlo i keynesiani di oggi? Beh, qualcuno intanto favoleggia di “giubileo del debito”. Qualcuno appunto che, con marchingegni politico/finanziari, tenta di rimuovere gli effetti del debito lasciando intatte le cause che lo generano: quelle esposte nei paradossi di Keynes e che Maria maledice! Un giubileo, insomma, che faccia sparire il corpo del reato per poter ricominciare di nuovo a “reatoare”. Bella no? *Da una conversazione radiofonica tra Keynes e Sir Josiah Stamp sulla stupidità dei governi nazionali nell’imporre sacrifici. Il dialogo fu trasmesso dalla BBC il 4 gennaio 1933. Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA

martedì 3 novembre 2020

AGLI SCALMANATI, CALMA E GESSO!

La recente impennata dei contagi da coronavirus dispone a maggiori preoccupazioni, non solo per la salute ma anche per il portafoglio. Per non ritrovarsi incastrati, come a marzo, gli italiani hanno dato il via alla corsa verso i risparmi. In base ai dati presentati dal bollettino Abi di settembre la liquidità sui depositi è aumentata, rispetto al 2019, dell’8% fino a quota 1.682 miliardi, in aumento di 125 miliardi. Ma a fine agosto la liquidità era già su quei livelli, a 1.671 miliardi. Fa i conti il Sole 24 Ore che, non pago, si domanda: “Poiché la nuova impennata di diffusione del virus si è verificata a partire da inizio ottobre, sarà interessante verificare quale sarà il dato sulla liquidità alla fine di questo mese”. Numeri che fanno trasalire guardando al Pil del Paese che, a fine 2019, era pari a 1.787 miliardi. Cavolo, vuoi vedere che se la liquidità sui depositi cresce in maniera direttamente proporzionale all’aumentare delle preoccupazioni degli italiani, il Pil cala invece in maniera inversamente proporzionale e per effetto delle restrizioni anti-Covid? Già sento ronzare il solito refrain su “la sfiducia che riduce la domanda dei consumatori”. Calma e gesso! Non è con il cinguettare sulla fiducia che si può arrivare a dama. Quando quella domanda si trova costretta nella pandemia a rifare i conti, s’accorge come dovrebbe acquistare solo quel po' che è di bisogno; l’altro, l’oltre il 70%, serve a poco o niente. Beh, si s-domanda allora e chi ci rimette ci rimette. Dunque, ci rimettono, pari pari, quelli che fanno offerta. Già, c’è offerta e offerta però. Con Amazon Shopper Panel gli utenti potranno ricevere fino a dieci dollari al mese caricando le ricevute di negozi, farmacie e attività di intrattenimento come cinema, teatri e ristoranti Amazon vuole i dati dei propri clienti. Ed è disposta a pagarli. Il gigante dell’e-commerce ha lanciato Amazon Shopper Panel, un programma volto ad ottenere le informazioni degli acquisti che gli utenti fanno al di fuori della piattaforma, in cambio di un piccolo incentivo economico. “L’obiettivo è aiutare i marchi a offrire prodotti migliori e rendere più pertinenti gli annunci pubblicitari sul sito”, si legge sulla pagina web dell’iniziativa. Dunque, sembra che la regina delle vendite online paghi noi per avere quelle informazioni sensibili da poter rivendere poi alle imprese. Informazioni necessarie per poter confezionare prodotti più appetibili da vendere, poi, sulla piattaforma a clienti mirati, quelli che ancora sfuggono a Bezos: due piccioni con una fava, forse tre. Bella no? Sia come sia, al mercato pure una domanda sempre più scarsa aumenta di valore; si, insomma, comincia a fare prezzo! Se fiducia c’è da essere, insomma, la si paghi! Toh, vuoi vedere che dentro questi giorni tristi alle Imprese toccherà riorganizzare business che consentiranno di fare utili se e quando i consumatori, acquistando le loro merci, potranno migliorare il potere d’acquisto? Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA