martedì 23 febbraio 2021

IL PARADOSSO DELL’ETICA

C’è un paradosso che si cela sotto mentite spoglie, quello che ruota attorno alla questione dell’Etica. Nelle vicende dell’economia sembra intromettersi in due modi; nel secondo sta quel che non t’aspetti. Dunque, se vado tre giorni a Bruxelles debbo prendere prima l’aereo poi il taxi, infine l’albergo. Tatatà, questo mi costa; devo scegliere poi spendere. Qui mi assale una vocina: sei disposto a sacrificare il tuo tornaconto o vai dritto a risparmiare? Già, Alitalia o Ryanair; taxi o Uber, albergo o Airbnb? Quella vocina insiste: se vuoi solo risparmiare l’Alitalia resta a terra, i tassisti restano a casa, gli alberghi chiudono. Ci penso su poi sbotto. D’accordo se voglio esser solidale, a spese mie, posso; se non sono solo ma lo fanno tutti so’ cacchi. Essipperchè tutti insieme promuoviamo l’inefficienza, mal usiamo il denaro che abbiamo in tasca, domandiamorevolmente e… per l’amordiddio, mi fermo qui. Anzi no, che fine farà chi avrà fatto volare pure quelli che non volavano e chi ci avrà fatto guadagnare, scarrozzando il nostro deretano in giro spendendo meno e, ancora, chi ci avrà aperto una porta ospitale offrendo un divano, una stanza o la dependance a prezzi modici? Beh, quest’esser solidale fa male; confisca quelle produttività che competono sul mercato migliorando il tenore del vivere di chi ne approfitta. Chi potrebbe approfittarne? Beh chi, nel farlo, avrà aguzzato la domanda; potrà spender meno per poter migliorare il potere d’acquisto, non dover più compatire la propria insipienza. Nota bene, vocina che mi abiti, quando il mio tornaconto coincide con quello di tutti, faccio bingo; incasso/iamo il premio; risplende pure la nobiltà di un’etica sottratta a quella aristocratica minorità che la esilia dall’ambito economico. Regole insomma, non quelle di uno Stato Etico fatte per regolare l’esistenza di tutti; quelle non scritte della responsabilità invece, per garantire il tornaconto economico di questi tutti; pure del mio. Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA

martedì 16 febbraio 2021

PER UNA NUOVA POLITICA, SENZA I POLITICI.

Eilà, tutti a festeggiar la nuova stagione Politica che si prospetta. Lo fanno tutti, pure i Politici tenuti fuori dal gioco stagionale: bella no? Un nuovo Governo fatto con l’alambicco del “manuale Cencelli”, per incastrarli tutti. Con i cordoni della borsa, promessi del Recovery Fund, tenuti dal Ministro Mef ; gli altri senza portafoglio o solo spicci. No, non siamo di fronte all’ennesimo irritante paradosso del tempo perduto; paradossale è che si stia solo in mezzo ai fatti. Bene, era il14/04/2015, Mario Draghi in un'audizione alla Camera evidenzia, ai politici colà assisi, come non toccasse alla politica monetaria avviare una ripresa strutturale, quando invece alle riforme strutturali farlo. Trattò, in quel consesso, “di riforme essenziali e assai più importanti per via dell'elevato indebitamento presente in diversi Paesi e per via dell'invecchiamento demografico”. Nella fattispecie chiese crescesse il tasso della produttività del sistema paese, allora troppo modesto. Bene, un evo dopo e con i politici confinati, con un “ci vediamo in Parlamento” a dire ‘gnorsì, sembra tocchi a Lui, dopo la bisboccia “monetaria” e il suo dire d’allora, far quelle riforme strutturali e metter mano alla questione della produttività. Quella produttività misurata, per esempio, tra chi va già bene vendendo a quei pochi che han di più e chi va già male, vendendo ai più che hanno meno e che, per stare sul mercato, ha bisogno che altri facciano debito. Dunque, per non menare il can per l’aia, l’esempio dell’automotive: i dipendenti degli stabilimenti italiani della Ferrari riceveranno un premio di competitività, per il 2020, di complessivi 7.500 euro lordi. Per il 2021 si registra già l'inserimento di 50 nuovi addetti nello stabilimento di Maranello, con il passaggio sui due turni del reparto Carrozzeria 8 cilindri previsto tra aprile e maggio. Pure Stellantis, Fiat + Chrysler + Peugeot + Citroen + DS + Opel, si stringe per provare a migliorarla quella competitività. Tira avanti con le “rottamazioni” fatte con il deficit di pantalone; pure con quelle politiche monetarie che hanno azzerato il costo del denaro che, preso dalle Banche delle stesse case automobilistiche, finanzia a debito l’acquisto al fin di poter fare profitto con il Taeg. Ecco, a proposito di debito, quello di 240.000 miliardi di $ che gira per il mondo a fronte di un Pil di 78.000 e che Draghi rammenterà esser pure il costrutto del surrogare l’insufficienza dei redditi, necessari a far la spesa, per generare i 2/3 della ricchezza. Surroga fatta da un indomito reflazionismo che, falsando i prezzi per non farli scendere, premia la sovraccapacità strutturale delle tante, troppe, imprese fuori mercato. Già, eppur proprio Lui ebbe a dire: “servirebbe la creazione di nuove imprese più efficienti, anche tecnologicamente e la riallocazione produttiva delle risorse di imprese esistenti”. Lo prendo in parola: forse intende roba nuova… tipo “Libero Mercato Spa”? Si, quell'azienda pro-crescita che agisce de facto per tenere in equilibrio produzione e consumo, impiegando al meglio le risorse produttive degli addetti e l'adeguata allocazione delle risorse di reddito per sostenere la crescita e generare ricchezza. Agenti economici vi agiscono con ruoli integrati per la produzione dell’offerta, la generazione della domanda, del commercio, dell'acquisto, fornendo distinto contributo a quella spesa aggregata che fa la crescita. Azionisti di maggioranza, i Consumatori. Massì, quell’un sacco di gente che dispone dell'unica merce scarsa sul mercato: la domanda. La si organizza, raccoglie e dispone in pacchetti "offerta" da mettere sul mercato. Così quando la politica monetaria avrà abdicato alla sua inefficacia nel sostenere la domanda, quella domanda varrà ancor di più. Essipperchè, con la pandemia, se sono aumentate le sovraccapacità dei già sovraccapaci, se ne sono pure aggiunti di nuovi: se un albergo dispone di venti stanze e ne occupa solo otto, un ristorante occupa venti tavoli ma ne ha sessanta ed una piscina con dieci corsie risulta semivuota, sono cacchi. Questa sovraccapacità costa, eccome, se non viene smaltita costerà ancor di più. Problemi eh? Essì problemi. Distinti, non distanti però. Stanno sulla stessa zattera che può navigare nel web; una bella piattaforma condivisa per consentire lo scambio. Et voilà: un'impresa che, per ridurre i costi della sovraccapacità, acquista quella domanda* che si è fatta offerta; i Consumatori, rifocillati da cotanta vendita, acquistano e smaltiscono quelle sovraccapacità. Ci sono Imprese, che hanno attrezzato business che consentono loro di guadagnare quando i consumatori, con l’acquisto delle loro merci, rifocillano il potere d’acquisto. Altre potranno farlo se il nuovo governo vorrà defiscalizzare questo nuovo ardore impresario, “fiscalizzando” invece quelle renitenti al nuovo e che vivacchiano con il debito. Sanati gli eccessi, così come i difetti, migliorerà la produttività degli attori economici. Il ciclo potrà ripartire, la crescita pure; Lui potrà far bene al nostro bene! *Dall’inizio della pandemia stanno aumentando i risparmi messi al pizzo dalle Famiglie. Dunque, se l’utilità marginale della spesa tracolla, quella marginale della Domanda, al contrario, trasale! Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA

martedì 9 febbraio 2021

NON C’E’ DUE SENZA TRE, MACRON!

Del capitalismo degli stakeholder cominciano a dirlo dalla Business Roundtable, poi quelli del World Economic Forum si fanno sponsor e a Davos ne fanno vetrina; lì arriva Macron, ex banchiere d’affari, scopre le sue carte e ci mette il cappello politico: Il modello del capitalismo e dell’economia di mercato “non può più funzionare” in quanto “l’accelerazione” della finanza e della digitalizzazione hanno spezzato il “compromesso” che lo legava “alla società democratica, alla libertà individuale e all’espansione della classe media”. Si, beh.. non vuol certo buttare i bimbi con l’acqua sporca, dal momento “che hanno tirato fuori dalla povertà molti milioni di persone e offerto accesso a beni e servizi in un modo senza precedenti”. Monseur le President, un fiume in piena, ha poi puntato il dito sulla “disconnessione tra la finanziarizzazione e la catena del valore come una cosa negativa quando concentra troppi fondi in attività poco rischiose. I social network hanno globalizzato l’immaginazione, facendo sì che le persone si confrontassero l’una con l’altra su scale mai viste prima”. Alfin giunge a quel che non t’aspetti: “In questo modo abbiamo creato due re del sistema, i produttori e i consumatori, a spese dei lavoratori e ciò ha creato esternalità negativa per l’ambiente e ha alimentato la crisi della democrazia”. Uh uh, un turbinio o… il solito paradosso? Vede Premier non in quei re, rei di far bisboccia a spese di chi lavora, che sta il reato, non in una conventio ad excludendum. Sta invece nel meccanismo di trasferimento della ricchezza, generata dalla spesa, con cui viene remunerato il capitale e chi lavora, non a chi l’ha generata. Così nell’economia di mercato, quando politiche e tecniche di reflazione falsano il meccanismo di formazione dei prezzi per non farli scendere, accade che per far la spesa, se hai poco in tasca, devi farla a debito. Quando il debito va oltre la misura si riduce la spesa. Meno spesa, meno ricchezza da trasferire. Chi l’ha in cassa (?) traferisce meno al lavoro; et voilà ne resta più al capitale che, vista la malaparata, invece di usarlo per investire nell’impresa lo finanziarizza. La “disconnessione” creata oggi da un re nudo sta qui, anzi no: nei piazzali di un concessionario dove le sue auto invendute arrugginiscono, nelle vetrine dove la sua moda passa di moda ed al mercato dove i suoi quotidiani invenduti incartano il pesce. Toh… proprio mentre i Barter, quelli della “pubblicità in cambio merce”, fanno profitto. Colpa dell’altro re, impoverito da quel malfunzionante trasferimento; quel ceto medio deputato ad acquistare tutti i sovrappiù? Approposito Presidente, di quel suo timore per la democrazia. Tema ancor più l’incapacità del sistema economico di generare ricchezza ed ancor più nell’allocarla. Sta qui il problema! Lo stato dell’ambiente pure la preoccupa? Beh, ne convengo: un mondo consumato dalla crescita non si potrà ancora consumare! Vede però, nell’esercizio di consumazione sta la risorsa per poter invertire il ciclo: la domanda. Se ecocompatibile, la Natura potrà tornare copiosamente a generare risorse e a smaltire i residui. Nell’Economia Circolare poi, con i consumatori titolari del rifiuto da riciclare, sta pure il profitto da intascare. Un modo regale insomma, per questi stakeholder di poter coniugare la responsabilità con il tornaconto. Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA

martedì 2 febbraio 2021

CASHBACK E RIMBORSI PER ME PARI NON SON

L’ultima, in ordine di tempo, l’emendamento in arrivo in Commissione Bilancio a firma di Italia Viva: l’idea è spostare i 4,7 miliardi dal cashback ai rimborsi per le attività chiuse a causa del Covid-19 Nonostante qualche intoppo iniziale sulla registrazione delle carte e sulla contabilizzazione dei pagamenti, il cashback di Stato sembra essere ormai entrato a regime. Superata la fase sperimentale del cashback di Natale quasi 6 milioni di italiani, iscritti al programma, stanno accumulando bonus per i rimborsi previsti dopo giugno. Ma un emendamento promosso da Italia Viva potrebbe far saltare l’intero programma cashback. Il motivo, come il solito refrain, presto spiegato: il partito di Renzi non ha mai nascosto le proprie perplessità e ora che non si trova più al governo sta pensando di dirottare i 4,7 miliardi di euro destinati al cashback sui ristori per attività commerciali e lavoratori autonomi colpiti dalla crisi. Bene aldilà della solidarietà, che pur si deve a questi operatori, il problema più che nel poter operare, sta nel non poter spendere! Indi per cui poscia, spostare le risorse del “premio” cashback ai ristori per le attività chiuse a causa del Covid-19, oltre ai 10 mld già erogati dall’inizio della pandemia, sembrerebbe compatibile invece con il remunero per un lavoro non svolto per legge. Remunero poi pagato da Pantalone che vedrebbe così ridotta la sua spesa, quella pubblica, dei 4,7 miliardi presi dalla cassa, senza vederla riempirsi delle nuove tasse che i pagamenti elettronici, dovrebbero scovare. Si, scovare gli evasori sguinzagliando consumatori spronati a spendere, ben oltre il bisogno, pagando con denaro immateriale; pagati, per cotanto lavorio, con una cifra del rimborso fiscale che magari finirà spesa proprio in quei servizi di ristoro semi chiusi/aperti per legge. P.S. per non dimenticare: la crescita si fa con la spesa, non con la produzione ne’ con il lavoro! Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA