martedì 27 marzo 2018

OCCUPAZIONE, LA PAROLA PIU' ABUSATA DAI POLITICI


Occupazione la parola d’ordine dei politici, ieri, oggi e domani; tutti occupati a mettere in campo ipotesi alla bisogna.
Quelle keynesiane, senza il becco d’un quattrino, risultano inattingibili.
Quali altre allora?
Rimettere in moto la produzione che genera lavoro, indi occupazione, magari fornendo incentivi.
Ma non si era senza un cent e con i conti pubblici in fibrillazione?
Poi quale Produttore, seppur incentivato, vorrà investire per produrre se non ha certezza di incontrare la domanda?
Mica scemo, Lui sa che per far produrre ha erogato redditi insufficienti a smaltire il prodotto.
Signori, per queste vie non si cava un ragno dal buco.
Nell’Economia dei Consumi, partire dall'occupazione per avere reddito che acquista e genera crescita: pia illusione.
Basta ciance: si parte dal reddito e, vedrete, l’occupazione verrà.
Ricominciamo daccapo: quel reddito potrà generare consumo, di seguito crescita, poi nuova produzione, indi lavoro, poscia occupazione.
Si dirà: dare reddito “a gratis” per innescare il processo virtuoso, risulta diseconomico, ancor più immorale.
Ennò cari miei, la sostanza economica di quel reddito compensa quel lavoro di acquisto e consumazione che, svolto ben oltre il bisogno, potrà sostenere proprio l’economia e vivaddio fornire un assegno morale agli atti di consumo.
Dove stanno le risorse per retribuire?
Là dove sono: nelle rendite, nelle filiere produttive troppo lunghe che disperdono profitto, negli utili inutilizzati pure tra quelli della bassa propensione al consumo che mettono i soldi al pizzo.
Tocca redistribuire i carichi, i compensi ed i vantaggi per raddrizzare la barca e tornare a navigare sulle rotte della crescita.

Mauro Artibani, l'Economaio


giovedì 22 marzo 2018

PD, UN GOVERNO OMBRA PER UN POSTO AL SOLE


Ehi PD, le elezioni sono state fatte, non avete vinto, anzi.
Un Governo s'ha da fare! Cosa fate?
Il Presidente Mattarella dice: "Ora serve senso di responsabilità nell'interesse del paese e dei cittadini.
Dall'Ue pressappoco la stessa richiesta con l'aggiunta di temere per la stura al debito.
Pure i mercati; si, "ce lo chiedono i mercati".
Eppoi, suvvia, agli speculatori dello spread vogliamo darla vinta?
PD diviso? Toh, che novità. C'è chi vuol convergere e chi invece divergere, per fare una maggioranza e governare.
Si vabbè non credete che i programmi politici, di quelli che non hanno perso, siano in grado di governare la complessità che abbiamo di fronte. Ritenete, anzi, si debba fare tutt'altro e non disponete della forza parlamentere per poterlo fare?
Okkei, daccordo, potete però far governare altri per corrispondere a quella responsabilità che vi si chiede.
Mettiamola così: il Pesidente dice di responsabilità nei confronti dei cittadini; beh volete lasciare questa palla in mano ai 5 stelle?
Si può fare una "convergenza parallela" sulle divergenze di programma.
Già, sofismi a gogò, per consentire ai 5 Stelle di fare un governo alla luce del sole e voi uno all'ombra.
Spendete una "fiducia tecnica" per salvare l'Italia; fateli governare, mettendo pure in stand by la destra populista.
Non un inciucio se, in cuor vostro, credete non possano farcela.
Fateli fare!
Voi fate, subito dopo, un governo ombra per ribattere con un programma di strategia al loro per non lasciarsi esaurire, colpo dopo colpo, dalle quotidiane azioni intraprese dal governo.
Se Loro, con quel che dicono di voler fare, non ce la faranno verrete leggittimati a prendere quel posto al sole.
Si, insomma, vi toccherà scommetere se siete sicuri del vostro già fatto e, ancor di più, su quello ancora da farsi.

Approposito di Mattarella, dei cittadini e della palla.... permettetemi di rammentarvi: La crescita si fa con la spesa. Così viene generato reddito, quel reddito che serve a fare nuova spesa. Tocca allocare quelle risorse di reddito per remunerare chi, con la spesa, remunera tutti.
Dunque, se quel felino del gatto caccia per mangiare e quando addomesticato, aspettando la pappa e facendo le fusa, diventa un fellone.....beh, l'aver guadagnato dall'esser cittadini, non farà loro far di più.
Già, e quella spesa sarà un bluff se, allo Stato che paga quel reddito, verrà a mancare la stessa quota parte di denaro per fare la spesa che gli tocca per far pur'esso la crescita.
La vedete la debolezza del loro programma?

Prosit!

Mauro Artibani, l'Economaio

martedì 13 marzo 2018

RISERVISTI AL FRONTE DELLA GUERRA COMMERCIALE


"Quando un Paese tassa i nostri prodotti, per dire, del 50%, e noi tassiamo lo stesso prodotto che arriva nel nostro Paese dello 0%, non è giusto o intelligente. Daremo presto vita a TASSE RECIPROCHE, così faremo pagare lo stesso di quanto fanno pagare noi. 800 miliardi di deficit commerciale, non abbiamo scelta!". Su Twitter, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è tornato a parlare di scambi commerciali, dopo l'indignazione globale per l'annuncio che Washington imporrà dei dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio.
Poco prima, con un altro tweet, Trump aveva commentato: "Quando un Paese perde molti miliardi di dollari negli scambi commerciali con praticamente tutti i Paesi con cui fa affari, le guerre commerciali sono buone e facili da vincere. Per esempio, quando siamo sotto di 100 miliardi con un certo Paese, non [dobbiamo] fare più scambi commerciali con quel Paese e ci guadagneremo molto. È facile!"
Facile? Cacchio!
Ci guadagneremo! Già, ma, chi ci guadagnerà?
L'Unione europea è pronta a prendere delle contromisure, "rapide, ferme e proporzionate" e comunque nell'ambito delle regole dell'Organizzazione mondiale del Commercio (Wto) per compensare il danno che potrebbero arrecare alla sua economia i dazi sull'acciaio (25%) e sull'alluminio (10%).
In secondo luogo, gli europei puntano a misure di salvaguardia nei confronti di eventuali, prevedibili "dirottamenti" verso l'Ue dei flussi di esportazioni di prodotti di acciaio e alluminio precedentemente destinati al mercato Usa, e bloccati dai nuovi dazi americani.
"Le misure Usa avranno un impatto negativo sulle relazioni transatlantiche e sui mercati globali. In più, faranno aumentare i costi e ridurranno le possibilità di scelta per le industrie che importano acciaio e alluminio", ha affermato ieri sera la commissaria Ue al Commercio Cecilia Malmstroem.
Non paga, sbotta: "alla radice dei problemi in questi due settori c'è la sovraccapacità causata dalla produzione delle economie non di mercato. Una questione che può essere risolta solo affrontandola alla fonte, lavorando con i paesi coinvolti".
Ci siamo, la sovraccapacità: ci sono produttori poco produttivi che non riescono a vendere quanto prodotto, altri che fanno dumping per smaltire il sovrapprodotto; altri ancora che, con l'aggravio dei dazi, riducono quella capacità competitiva che smaltisce la sovraccapacità.
Già, quella sovraccapacità che farà aumentare i costi, quindi i prezzi*. Mica solo dei prodotti "daziati" pure di tutte quelle merci fatte, giust'appunto, con acciaio ed alluminio!
Quei prezzi che ridurranno, il già smunto, potere d'acquisto. Bella no?
Beh, toccherà dirlo a quel tweettofilo di Trump perchè pure altri intendano. Con un tweet: "La crescita si fa con la spesa. Così viene generato reddito, quel reddito che serve a fare nuova spesa. Tocca allocare quelle risorse di reddito per remunerare chi, con la spesa, remunera tutti."
A buon intenditor, poche parole: giust'appunto un tweet!

*Dare un'occhiata a cosa, il solo odore dei dazi, abbia generato: Tra gennaio e febbraio c'è stato "aumento notevole dei prezzi dell'acciaio, cosa dovuta in parte a un declino della competizione straniera" in quattro dei dodici distretti della Fed. Lo si legge nel Beige Book della Federal Reserve, il rapporto sullo stato di salute dell'economia statunitense svolto nei 12 distretti della banca centrale e pubblicato ogni sei settimane.

Mauro Artibani, l'Economaio


martedì 6 marzo 2018

SONO STATO UN RENITENTE AL VOTO

Se entro in un bazar, zeppo di molta merce ma non di tutta e non trovo quel che mi serve esco senza aver acquistato.
Bene, l'altra mattina ho fatto lo stesso al mio seggio elettorale. Tante le offerte dalla politica, non quella che stavo cercando.
Essì, sono interessato a dare il voto ha chi dia rappresentanza al ruolo e alla forza della gente che fa la spesa; massì, i consumatori!
Mi venga un colpo, tra tante "offerte", alpiù qualcuno che propone, di fronte a tanta forza, tutele per i consumatori: mica siamo panda!
Ma, santiddio, l’ambito dell’esercizio economico dei Consumatori, che che se ne dica, fornisce valore al sistema della produzione; ancor di più, se attrezzati di ruolo professionale, a quel valore viene aggiunto altro valore.
Basta dare un’occhiata:
• L’esercizio del consumo, quantunque dia ristoro alle necessità umane, trasforma mediante l’acquisto il valore in ricchezza; con la consumazione del prodotto si avvia il processo di riproduzione, si fornisce continuità al ciclo economico.
• L’acquisto smaltisce l’eccesso di capacità produttiva mediante acquisti pagati con il debito, surrogato di redditi altrimenti insufficienti. Quel credito, erogato dall’industria finanziaria per sostenere la domanda, genera ricchezza aggiunta, pari allo 0,7% del PIL Usa.
• L’Iva sugli acquisti, la Tasi sul consumato e smaltito, sono il super contributo all’Erario di chi fa esercizio di consumo ben oltre il bisogno, oltre la capacità di spesa.
• Seppur affrancati dal bisogno viene offerta consumazione del prodotto. La produzione di consumo orienta l’offerta, disponendo il controllo nell’impiego delle risorse, l’eco compatibilità delle merci, la gestione dei prezzi.
• Compito dell’istituto professionale: la ricomposizione tra il Valore Visto ed il “Valore Vero” dei prodotti. Tale azione consente di ripristinare un adeguato rapporto tra valore e prezzo delle merci.
• L’acquisto di merce con i “saldi” e negli Outlet smaltisce l’eccesso di offerta; si guadagna il prezzo più basso.
• Mettere sul mercato il già acquistato e non usato raddoppia il valore della merce; quella merce fa due volte prezzo; meno risorse impiegate, meno smaltimento.
• Il controllo del ciclo di vita dei prodotti consente di ottimizzare l’impiego delle risorse e un uso più redditizio del reddito.
• Mediante la gestione attiva della domanda vengono sottratti passaggi di processo e figure di ruolo ad una troppo lunga filiera produttiva che disperde utili.
• Le risorse dei Consumatori sono i nuovi beni: l’attenzione, il tempo, l’ottimismo. Nuovo valore sul mercato, merci immateriali ed ecocompatibili, nuovi consumatori, nuova ricchezza.
• La concorrenza tra Produttori e Consumatori nella gestione di domanda e offerta scrolla posizioni di rendita, aumenta la produttività del sistema.
• La forza degli acquisti di gruppo orienta la produzione, dispone la formazione del prezzo.
Visto?
Senza questa gente non si va da molto lontano.
Già, senza un ristoro adeguato, per esercitare tali ruoli, neanche oltre la crisi.

Burocraticamente vostro, si vostro. Di chi ha vinto, insomma; quelli che dicono di star con il popolo e/o con i cittadini.
Bene, a voi Consumatori votanti o renitenti toccherà drizzare le orecchie, aguzzare la vista e sbirciare il portafoglio per vedere se chi ha preso voti, per far per noi, concretammente lo faccia!

Mauro Artibani, l'Economaio