martedì 26 settembre 2017

TRENITALIA E I FURBETTI DEL TRENINO

Le regioni italiane raccontate attraverso il viaggio in treno prendendo spunto dai temi dell’economia della creatività. Questo l’obiettivo de “Il viaggio sta cambiando”, il contest di idee per filmmakers, dai 18 ai 35 anni, lanciato da Trenitalia  in collaborazione con Fuoricinema, festival cinematografico di Milano.  
Il progetto prevede la scrittura di una sceneggiatura per la produzione di un cortometraggio, durata massima cinque minuti, nel quale i filmmakers racconteranno luoghi, persone, mestieri, attività economiche e prodotti enogastronomici del Belpaese, prendendo spunto da un viaggio su un treno regionale di Trenitalia.  
Protagonisti di questa particolare esperienza di viaggio saranno il treno e la musica. Il treno dovrà essere l’elemento fondamentale della narrazione. La colonna sonora, invece, dovrà essere ispirata alle flotte dei treni regionali di Trenitalia: Swing, Pop, Rock e Jazz. Linguaggio, ritmo e taglio visivo dovranno essere pensati, soprattutto per la diffusione sul web.  
In palio un abbonamento regionale annuale per i treni di Trenitalia, valido nella regione indicata dal vincitore, e due bonus, 200 euro, per viaggiare sulle Frecce oppure sui treni a lunga percorrenza. Inoltre, i video prodotti sulla base delle sceneggiature premiate saranno proiettati nei roadshow, in programma da ottobre nelle principali città italiane, per presentare i mockup scala 1:1 dei nuovi convogli regionali di Trenitalia: Pop e Rock.
Partecipano in molti, Marilena Iasevoli vince. Viene premiata da Trenitalia con l'abbonamento di un anno per i treni regionali; il secondo e il terzo classificato, Giada Martini e Luigi Ceccarelli, ricevono un bonus da 200 euro ciascuno per viaggiare sulle Frecce e sui treni a lunga percorrenza.

Dunque, tutto bene madama la marchesa.
Tutto bene?
Diamo un'occhiata, approposito di sceneggiature, sceneggiamo i fatti:
Trenitalia con questa iniziativa aumenta la produttività d'esercizio migliorando la reputazione, il valore assoluto del web; lo fa a costo zero cedendo un posto non occupato in carrozza.
Il Film maker, operatore cinetelevisivo, un professionista esperto di regia, sceneggiatura, ripresa e montaggio video. Realizza videoclip, cortometraggi e elementi multimediali, diffusi attraverso canali Tv e web. Un soggetto, quindi, adeguatamente dotato di capitale umano che, per sceneggiare cinque minuti inpiega giornate di lavoro produttivo; se non vincitore ha lavorato "a gratis" altrimenti intasca buoni viaggio; buoni per andar a cercar lavoro.
I 18/35enni, quelli che hanno la miglior reputazione nel fare la spesa, come lor non l'ha nessuno, hanno in tasca a malapena un improduttivo biglietto di viaggio.
Vuoi vedere che con questa iniziativa, il Gruppo FS Italiane, intende confermare il proprio impegno nel sostenere concretamente i giovani e le loro idee creative?
Già, un innno alla produttività di sistema!
Si, insomma, "Il viaggio sta cambiando"; la cultura d'impresa ancora una volta ha perso il treno.

Mauro Artibani



martedì 19 settembre 2017

GULP, PARIGI MULTA QUEI CONSUMATORI CHE GUADAGNANO

Le multe inflitte ai proprietari che affittano i loro appartamenti di Parigi su Airbnb, violando le regole, sono aumentate di dieci volte nel primo semestre 2017 grazie a controlli più rigorosi. In particolare, fanno sapere le autorità parigine, trentuno proprietari di 128 unità immobiliari sono stati sanzionati con un totale di 615.000 euro di ammenda per aver affittato oltre il limite previsto dalla legge, secondo la quale non si può affittare per più di 120 giorni all'anno.
"Questi numeri non riflettono un'esplosione nel numero di offerte di appartamenti in affitto ma l'efficacia dei controlli effettuati" da un team di 25 agenti dispiegati in città, ha dichiarato alla Afp l'alto funzionario Ian Brossat, che si è detto inoltre "contento di vedere che i tribunali hanno ora una mano più pesante di prima".

Parigi è uno dei principali mercati di Airbnb, con circa 65.000 appartamenti presenti sulla piattaforma online. Altri 35.000 sono disponibili su altre piattaforme simili.
Il governo cittadino ha deciso di imporre limiti per gli affitti brevi di appartamenti e stanze in quanto competono in maniera sleale con gli alberghi, incoraggiando la speculazione immobiliare e riducendo le abitazioni disponibili sul mercato per i residenti.
La pratica di affittare appartamenti su Airbnb e siti web simili, è diventata così pervasiva che in alcuni quartieri parigini sono quasi scomparsi i residenti ufficiali.

"Non si può trasformare il proprio alloggio in un bancomat e se stessi in uno speculatore", ha detto Brossat alla radio France Inter.
Sulla vicenda Airbnb ha dichiarato che le multe "sono tutt'altro che rappresentative della comunità degli host parigini di Airbnb, che in media affittano le proprie sistemazioni 33 volte l'anno".
Sul proprio sito web la compagnia avvisa i proprietari che devono rispettare le leggi locali e ha dichiarato di aver proposto lo scorso anno una soluzione alla Municipalità che avrebbe automaticamente limitato gli affitti a 120 notti all'anno. "Ciò avrebbe semplificato i controlli senza stigmatizzare la grande maggioranza degli host che rispettano le regole", si legge in una nota dellla società.
La Francia vuole anche affrontare la normativa fiscale che consente ad Airbnb e ad altre piattaforme digitali, di evitare di pagare le tasse in Francia sui profitti che fa in Francia. Infatti, dal momento che le prenotazioni e i pagamenti relativi agli affitti francesi sono gestiti attraverso la sede europea del gruppo in Irlanda, Airbnb non paga gran parte delle imposte alla tesoreria francese.
Lunedì scorso il quotidiano Le Parisien ha scritto che Airbnb ha pagato meno di 100.000 euro nel 2016 in Francia, a dispetto degli oltre di 10 milioni di francesi che hanno utilizzato la piattaforma.
Il ministro dell'Economia Bruno Le Maire ha dichiarato che la Francia chiederà un summit alla Ue per affrontare la questione della "web tax".
Le Maire ha detto che Parigi e Berlino appronteranno un piano comune per risolvere la situazione entro la metà di settembre, che riguarderà anche altre piattaforme online come Google, Amazon e Facebook.
"Airbnb ha il diritto di operare in Francia ma noi abbiamo il diritto di chiedere ad Airbnb e a tutte le altre piattaforme digitali un equo contributo alla tesoreria francese", ha detto Le Maire.
Giusto?
Giusto ma..... se alla tesoreria serve di rimpinguare la cassa per fare spesa pubblica, si quella parte di spesa aggregata con cui partecipare alla crescita economica, occorre fare cassa pure su quelli che hanno il portafoglio smilzo per poter partecipare allo stessa spesa aggregata e fare quella stessa crescita economica.
Toh, quegli "speculatori" ne fanno di più però, il 60% contro il misero 18 di quella pubblica.
Ministro, davvero ritiene che multare e porre limiti al guadagno - di quelli che trasformano il possesso di un bene di consumo durevole, magari sott'utilizzato, in uno di investimento - per rifocillare quel potere d'acquisto e fare la crescita, sia il modo migliore di fare quel che le spetta per ruolo d'ufficio?
Non avrebbe invece il suo Brossart, riposta in un cassetto, un'onorificenza da dar loro, che so la Legion d'onore?
Prosit.

Mauro Artibani




martedì 12 settembre 2017

IFLAZIONE SOTTO MENTITE SPOGLIE

Nel ribadire che la politica monetaria della Banca centrale europea deve restare accomodante "per un po'", il Fondo monetario internazionale ha avvertito: il target dell'inflazione dell'Eurotower probabilmente non verrà raggiunto fino al 2020-21 ma questo non significa che il programma di acquisto di bond dovrà durare fino ad allora perché "la politica monetaria non richiede solo un ingrediente per essere accomodante" e può essere tale anche dopo la fine del QE.
Lo ha detto Mahmood Pradhan, vicedirettore del dipartimento europeo del Fondo, nel giorno in cui l'istituto di Washington ha pubblicato l'analisi annuale dell'economia dell'Eurozona.  
Dunque, nel target dell'inflazione sta il problema.
Ancor più problematica la questione quando si fa ricorso a trucchi.
Già, trucchi. Si chiama shrinkflation il fenomeno per cui si riducono le dimensioni di prodotti di largo consumo mantenendo lo stesso prezzo. Un fenomeno che colpisce inevitabilmente, e ancora una volta, quelli che fanno la spesa.
Sono oltre 2500 i prodotti che negli ultimi cinque anni sono stati ridotti per dimensione o peso  ma venduti allo stesso prezzo. Il fenomeno risulta accentuato nel Regno Unito. Dai sacchetti di tè alle barrette di cioccolato fino ai cereali e alla carta igienica che vengono venduti con peso o dimensioni ridotte ma con lo stesso prezzo. Bella no?
Secondo l’Ufficio statistico nazionale inglese il fenomeno non è da imputare alla Brexit .
Il boom non è nemmeno da attribuirsi al costo delle materie prime visto che a ben vedere, facendo sempre l’esempio dei prodotti alimentari sotto accusa, il prezzo europeo d’importazione dello zucchero è calato dalla metà del 2014, raggiungendo un record a marzo 2017. Così come il prezzo del cacao sceso notevolmente nell’ultimo anno.
La riduzione delle dimensioni dei prodotti venduti - mantenendo lo stesso prezzo - è solo il modo per nascondere, ai gendarmi della politica monetaria, l'aumento di quel prezzo a danno di chi fa la spesa, visto che nessuno difficilmente potrà notare come il numero di fogli di carta igienica sia diminuito, a meno che li si conti mentre la si usa.
Eppoi non c'è solo Gb. Tutto il mondo è paese, in Italia, alcune compagnie telefoniche e Sky* tentano di fare pressappoco lo stesso giochino.
Sotterfugi, insomma, che riducono il potere d'acquisto reale, proprio quello che le politiche monetarie vorrebbero continuare a potenziare con il debito.
Cos'è il potere d'acquisto?
Oh bella, è quella cosa attraverso la quale viene smaltito quanto le imprese hanno prodotto, che non fa accumulare le scorte in magazzino, che fa investire per nuovamente produrre, che crea occupazione, lavoro e - mi voglio rovinare - pure quella ricchezza generata dalla crescita e fatta con la spesa.
No, quel potere non è un verbuccio di fila; un sostantivo invece che da' sostanza alla crescita!
Può aver senso e ragione tentare di ridurne la forza facendo operazioni di meschino cabotaggio?
Se si riduce il numero di fogli di carta igienica nel rotolo ne debbo acquistare di più; per salvaguardare il potere d'acquisto, magari, dovrò acquistare meno cibo.
Beh così avrò meno cacca da pulire e pareggio il conto!
Sissignori, quel potere ha la sostanza di un sostantivo!

* Stangata in arrivo per gli abbonati Sky. L’emittente satellitare, infatti, ha annunciato che da ottobre cambierà il sistema di fatturazione, che da mensile passerà a 28 giorni, come in passato già fatto da diverse compagnie telefoniche. Una scelta che, di fatto, obbligherà gli abbonati a pagare una rata in più con un aumento del costo del servizio dell’8,6%.

Mauro Artibani




martedì 5 settembre 2017

DRAGHI E I NODI AL PETTINE DEI VECCHI PARADIGMI

Il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, evita per ora qualsiasi indicazione su come e in che tempi il suo istituto possa ridurre e concludere la politica di stimolo monetario in corso. Intervenendo, il 23 agosto, a Lindau, in Germania, alla riunione dei primi Nobel, il banchiere centrale, in un discorso tutto dedicato all'interdipendenza tra la ricerca economica e le politiche concrete, si è limitato a segnalare, in una chiave storica, la portata delle sfide per la politica monetaria.
"Quando il mondo cambia come ha fatto dieci anni fa le politiche, specialmente la politica monetaria, devono essere adattate. Tale adattamento, mai facile, richiede valutazioni oneste senza pregiudizi sulla nuova realtà con sguardo libero, non gravato dalla difesa di paradigmi precedentemente osservati e che hanno perso ogni potere esplicativo. Dobbiamo essere consapevoli dei vuoti che permangono nella nostra conoscenza".
Porc... l'avevo già detto, il 24/3/14. Anzi, proprio quei paradigmi, li avevo già sostituiti.
Essì, già in quell'epoca cerano già notizie gustose che lo facevano presagire: “Cento trilioni di dollari sono tanti, troppi soldi e in soli 7 anni sono lievitati come il pane: dal 2007 ad oggi, il debito è aumentato del 40%, passando da 70 a 100 trilioni.”
E, come per le ciliegie, una notizia tira l’altra:
Secondo la Bri, il "lievito madre" di questo debito sono stati i Governi mondiali e le loro politiche economiche, intenti a salvare il sistema finanziario dal default. Basta guardare la situazione degli Stati Uniti d'America, Paese da cui la crisi ha avuto origine: qui il debito è passato dai 4.500 miliardi di dollari agli attuali 12 mila miliardi.
Poi un’altra ancora:
“Dal 2007 la base monetaria degli Stati Uniti è salita da $800 miliardi a $3.7 bilioni. Quantitative easing come se piovesse”
Fiuuuuuuu, questa maledetta crisi!
Ennò, cocchi, questi non sono gli effetti, queste sono le cause della crisi!
Già, le cause, quelle della strutturale sovraccapacità produttiva che ha imposto dazi al mondo. Cos’altro sono le tecniche di reflazione, messe in campo per dar sostegno alla domanda; che spandono moneta da dare a credito che diventa debito?
Dazi appunto, da pagare per ripristinare il valore di merci altrimenti svalutate.
Tal credito rifocilla portafogli smilzi che acquistano quel che possono: si smaltisce l’eccesso, non scendono i prezzi. Due piccioni con una fava: quella del debito.
Quel debito passato di mano in mano; quando si fa inattingibile diventa debito sovrano. Così si è giunti a bomba.
Ricominciamo daccapo, dall’alterazione del meccanismo di formazione dei prezzi.
In un mercato efficiente, quando la domanda si mostra in eccesso perché i redditi erogati sono insufficienti ad acquistare quanto prodotto, i prezzi scendono, si ripristina l’equilibrio.
In un mercato inefficiente, invece, grida disumane accompagnano il fatto: deflazione, deflazione!
Giammai, gridano i più. Armati di un vecchio paradigma* che accredita i produttori generatori di ricchezza, rivendicano il credito, armando una canizza che confonde valore e prezzo.
Eggià, quando il liquido monetario comincia a scorrere il gioco è fatto: quel valore incontrando un potere d’acquisto dopato, fa un prezzo fasullo; viene così generata ricchezza, altrettanto fasulla.
Venuti al pettine i nodi; indebitati oltre misura gli indebitabili, quella ricchezza, già fasulla, immiserisce.
E quando si arriva alla fine della fiera in un mercato così fatto; liberato dagli anabolizzanti deflattivi, si scorge l’altro, l’inaudito. Un nuovo valore, per un nuovo paradigma, anzi due,** quello delle risorse messe in campo per fare la crescita, impiegate da chi fa la spesa e l'altro, afferma si debba remunerare chi con la spesa remunera tutti.
Ristorato quel valore della spesa, che smaltisce sovraccapacità, viene rivalutato pure quello della produzione.
Toh, pure così due piccioni con una fava ma senza debito!
Ok, il prezzo, quello giusto conviene a tutti, pure per rimettere quel debito già fatto.
Governatore, i paradigmi che dicevo sono quì sotto, ne approfitti.
Buon pro le faccia!

*Il vecchio paradigma recita: Le imprese producono beni, valore che genera ricchezza; creano occupazione, con il lavoro forniscono reddito; danno ristoro ai bisogni.

**Il nuovo paradigma recita: L’acquisto trasforma il valore in ricchezza, la consumazione del prodotto genera input per nuova produzione, viene così fornita continuità al ciclo, sostanza alla crescita. L'altro: "La crescita si fa con la spesa. Così viene generato reddito, quel reddito che serve a fare nuova spesa. Tocca allocare quelle risorse di reddito per remunerare chi, con la spesa, remunera tutti."

Mauro Artibani