giovedì 26 novembre 2009

L’ACQUA: UN DIRITTO, UNA MERCE O TUTTEDDUE?


Orsù Clienti, clienti di tutto, arriva al mercato l'ultima merce: l'acqua.
Liquida, insapore, inodore, insostituibile; vitale. Prima un diritto, ora merce.
Proverbiale l'efficienza del mercato: c'è sete d'acqua per miliardi di individui.
Un bene dunque, pure scarso, il mercato fa il prezzo.
Se ne discute la liceità, si tenta di declinare tra diritto e merce: difficile, non impossibile.
Si affannano alla rinfusa populismi, istinti dottrinari, riverberi ideologici, persino gravi insipienze.
Quando i fatti, che già si mostrano, non migliorano il servizio, la qualità, il prezzo di quel prodotto, quel difficile sembra farsi impossibile.
Eppoi, alla faccia dell'efficienza, proprio quando mancano redditi adeguati per acquistare merci, ops, arrivano altre merci: oibò.
Ma si sa, il mercato ha sempre ragione pure quando ha torto, torto marcio.
P.S.
Per le ripercussioni che il provvedimento di liberalizzazione dei servizi idrici potrà avere sul prezzo finale dell'acqua, il Presidente dell'Antitrust Catricalà, ha chiosato: "alcune associazioni sono preoccupate per i prezzi e lo condivido, se non ci dovesse essere un controllo da parte delle autoprita' competenti. Se questo ci sara', spero che queste preoccupazioni si rivelino infondate".
SPERO?

Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009

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giovedì 19 novembre 2009

RIDUZIONE ACCONTO IRPEF: BENEFICIO TEMPORANEO. MA MI FACCIA IL PIACERE!


“Il provvedimento ha l’obiettivo di garantire strumenti di ausilio nella particolare congiuntura economica in corso di superamento.”
Questo l’intento del governo posto alla base della riduzione dell’acconto IRPEF dal 99% al 79, da restituire a giugno del prossimo anno.
Beneficio temporaneo e pure discriminante: non per tutti.
C’è chi vede una congiuntura economica in corso di superamento?
Se si, ha visto modificarsi le condizioni che hanno generato la crisi?
Se i redditi erogati per produrre merci sono risultati insufficienti per acquistare quel prodotto ed i debiti che hanno surrogato quei redditi sono cresciuti fino a fare Sboom, nello Sboom sta la crisi.
Si sono messe in campo politiche economiche in grado di superare l’inguacchio?
Indebitarci con noi stessi e dover ripagare questo debito a giugno prossimo la soluzione?
A cosa diavolo servono i benefici temporanei, ad illuderci temporaneamente?

Mauro Artibani

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Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009

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venerdì 13 novembre 2009

UN TETTO ALLA CRESCITA DEL PIL


Un tetto alla crescita del PIL?
Chi lo dice poi lo nega; lo si mormora tra i denti; lo si legge tra le righe.
Già, un mondo a crescita programmata.
Quale democrazia potrà fare questo?
Con quale maggioranza?
I produttori si metteranno in stand by?
Quelli del credito verranno screditati dall’uggia?
Chi già non ha, come potrà avere?
Per i Consumatori tutta un'altra storia: potranno riposare, avere meno da acquistare, meno debito da fare. Un momento, questo accade già.
Vuoi vedere che proprio nel momento in cui i nodi della crisi vengono al pettine, quando stanno maturando le condizioni per avere in mano nostra il bandolo della matassa, quando si farà epigrafe il capitalismo dei Consumatori e la redistribuzione della ricchezza per confezionare un nuovo equilibrio tra chi offe e chi domanda e tornare a far crescere l’economia, c’è chi …..
Chi?
Quelli che dovranno dare il resto vogliono scendere in corsa per non pagare dazio alla crescita. Fin ieri hanno avuto sovvenzioni improprie per commerciare valore svalutato, vendere beni in accesso al riparo dalla deflazione e con un’inflazione programmata che ha rimpinguato i loro utili; oggi vogliono un freno al PIL.
Ennò signori, niente tetto. Vogliamo anzitutto quel che ci spetta.
Avuto il dovuto condurremo la crescita: il PIL è cosa nostra!

Mauro Artibani
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Marzo 2009

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venerdì 6 novembre 2009

SIGNORI: CHI HA INTASCATO IL MALLOPPO?


Già, il malloppo. Nessuno ne parla, tutti reticenti.
Loro non dicono, fanno.
Hanno capitali, competenze, capacità; si danno un grandafare, gestiscono i fattori della produzione, producono.
Hanno in mente un bene da produrre, prendono la materia ne fanno materiale; con sofisticati gingilli tecnologici ci fanno merci.
Organizzano Comitati d’Affari: con quelli del credito che danno crediti per produrre e per consumare; con i pubblicitari che propagandano il prodotto; con quelli del marketing che confezionano la domanda di prodotto; con i commercianti dalle vetrine scintillanti e promozioni stupefacenti.
Zitti zitti, quatti quatti hanno fatto utili nel dare ristoro ai bisogni.
Affetti da animal spirit, mai domi, riproducono il prodotto; aumentano la produzione, aumentano i produttori; si moltiplicano i prodotti.
La loro offerta sopravanza la domanda.
Sagaci, pur di fare affari, riducono il ciclo di vita dei loro prodotti; finchè dura….
Non dura.
Quando i redditi impiegati per smaltire l’offerta risultano inferiori a quelli erogati per produrre quell’offerta, quel bene resta invenduto: un male. Perde valore, non produce ricchezza.
Signori: la crisi economica!
Chi ha intascato il malloppo?


Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009

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