mercoledì 28 dicembre 2016

CACCHIO, FERMATE 'ST'ESPANSIONE MONETARIA

Il rialzo dei prezzi dello 0,5% dei beni ad alta frequenza di acquisto significherà pagare, in termini di aumento del costo della vita, 76 euro in più su base annua a famiglia. E' quanto calcola l'Unione nazionale consumatori, dopo la diffusione dei dati Istat.
Una coppia con 1 figlio pagherà nei dodici mesi 72 euro in più, un pensionato con più di 65 anni sborserà 40 euro, 40 euro anche un single con meno di 35 anni, 58 euro una coppia senza figli con meno di 35 anni.
Non paghi, quelli dell'Unc hanno stilato la classifica delle città più e meno care d'Italia. "Sono 5 su 19 le città capoluogo ancora in deflazione. Nonostante fossero 9 nel mese di ottobre, è significativo che la deflazione permanga a Milano e Roma".
Il record della deflazione a Torino, dove l'abbassamento dei prezzi dello 0,2% consente ad una famiglia di 4 persone di risparmiare 95 euro su base annua in termini di riduzione del costo della vita. Al secondo posto delle città meno care, Roma, con una deflazione dello 0,2% ed una minor spesa annua di 82 euro. Al terzo posto Potenza, dove una tradizionale famiglia di 4 componenti risparmierà 64 euro (-0,2%).
Credo banalmente che chi spende a Torino stia meglio di chi sta in quel di Roma, meglio ancora di chi spende a Potenza; meglissimo del resto degli italici abitanti.
Peggio invece stanno quelli che pure gli Industriali hanno infine scorto: Confindustria ha reso noto che il numero dei poveri assoluti risulta pari a 4,6 milioni, in crescita del 157% rispetto al 2007.
Colpa di quei satanassi di "inflazione/deflazione" dunque?
Colpa un cacchio, tutteddue sono dispositivi del mercato efficiente, idonei a tenere proprio l'equilibrio tra domanda ed offerta, solo che....
Solo che la crescita si fa con la spesa, non con la produzione: così viene generato reddito, quel reddito che serve a fare nuova spesa.
Tocca allora allocare quelle risorse di reddito per remunerare chi, con la spesa, remunera.
Così si dovrebbe fare; Loro invece fanno cosà: con l'espansione della liquidità monetaria alterano il meccanismo di formazione dei prezzi; alterando il funzionamento di quei dispositivi rendono il mercato opaco ed inefficiente, così come il potere d'acquisto.
Glielo dite voi a quelli della Bce di smetterla?
A tal dire, Gary North, con sconcerto prende e domanda: "Quale servizio produttivo deve aver svolto la persona, che esercita la domanda, al punto da ottenere denaro?"
Beh, quella domanda fa il 60% del Pil quindi, per fare la crescita, il domandante viene sottoposto pressappoco ad un obbligo. Per il servizio produttivo: con la spesa trasforma la merce in ricchezza, consumando l'acquistato fa riprodurre, da' continuità al ciclo, sostanza alla crescita. Per farlo impiega risorse scarse.
Le basta caro Gary?

Mauro Artibani



martedì 20 dicembre 2016

ALTRO CHE MILLENIALS, SETTECENTO CINQUANT'OTTO €

Cacchio: Per la prima volta nella storia i giovani sotto i 35 anni saranno più poveri dei loro padri, dei loro nonni, pure dei coetanei di 25 anni fa. Oggi i cosiddetti millenials stanno subendo un vero e proprio "ko economico".
Lo rileva il Censis nel suo Rapporto sulla situazione sociale del paese per il 2016: Rispetto alla media della popolazione, oggi le famiglie dei giovani con meno di 35 anni hanno un reddito più basso del 15,1% e una ricchezza inferiore del 41,1%.
Ta ta tà: La forte domanda di flessibilità e l'abbattimento dei costi generati da decontribuzione e Jobs act, insieme al boom dei voucher, stanno alimentando l'area delle professioni non qualificate e del mercato dei "lavoretti".
Il divario tra i giovani e il resto degli italiani si è ampliato nel corso del tempo, perché venticinque anni fa i redditi dei giovani erano superiori alla media della popolazione del 5,9% (mentre oggi sono inferiori del 15,1%) e la ricchezza era inferiore alla media solo del 18,5% (mentre oggi lo è del 41,1%).
Si dirà: Che t'apetti da 'sti bamboccioni tutti ciccia e ossa?
Ennò cocchi in mezzo, tra quella ciccia e quelle ossa, sta il più potente concentrato di risorse come mai prima dentro il consorzio umano.
Mettete insieme: il vigore dell'età, il capitale umano generato dall'istruzione, quello sociale* di cui dispongono con le tecnologie di connessione, una spiccata propensione al consumo; shakerate ben bene, otterrete un potenziale produttivo inestimabile.
Inestimabile?
Macchè, qualcuno lo ha stimato, qualcun altro elargito, quei novemilacento euro l'anno, appunto, che mortificano.
Mortificano con i "lavoretti" quel capitale umano; con la disoccupazione, che li sconnette, quello sociale; con il portafoglio insufficiente la spesa; nulla facendo cominciano ad imbolsire, vanificando pure la risorsa del vigore.
Bella nò? Mortificano loro, la produttività totale dei fattori, poi la crescita economica per tutti.
Pure quella degli elargitori!
*capitale sociale: «la somma delle risorse, materiali o meno, che ciascun individuo o gruppo sociale ottiene grazie alla partecipazione a una rete di relazioni interpersonali basate su principi di reciprocità e mutuo riconoscimento». Gary Becker
Mauro Artibani



martedì 13 dicembre 2016

NON HA VINTO NESSUNO, POTREMMO VINCERE!

Io che per ruolo spendo per fare la crescita economica, sono un giovane che non ha lavoro, un vecchio senza molto da spendere per surrogare la spesa di quel mio nipote, un ex "cetomedista" che spende meno di prima perchè prima aveva di più. Sono pure un benestante che ha speso, ma non tutto, perchè non ho bisogno di farlo, sono un diversamente in gamba che non può nè vuole perchè ho altro da fare, sono un pensionato che per l'amordiddio non ce la fa, sono un immigrato bisognoso di spendere ma senza il becco d'un quattrino, sono un emigrato e spendo dove sono andato.
Sono insomma tutti. Tutti quelli che, tutti insieme, non dispongono dei soldi neecessari a fare tutta la spesa che occorre per fare quella crescita che serve a tirarci fuori dall'impaccio.
Quelli che, secondo l'Ilo, si ritrovano con la quota del reddito da lavoro sul Pil ridotta al 65% contro il 75% che si registrava negli anni '70.
Sono la Gente insomma che ha votato si, no, ni!
Ho vinto? Ho perso?
La Politica ha vinto?
Quella del Premier no; ha tentato di fare, per far fare la spesa, stiracchiando un paradigma economico vecchio come il cucco, non facendo gran che.
La Politica degli altri?
Quella dei 5 stelle che vogliono permiare con un reddito statale l'esser cittadino di uno Stato che già non può fare la spesa che gli tocca e ne farebbe ancor meno davanti alla "Decrescita"?
Quella dei novecenteschi destri e sinistri che si scazzottano per dare ai loro accoliti un reddito che non meritano?
Quella che tutt'insieme ci fa stare nella crisi dal 2007?
Chi ha vinto quando, stima l'Istat, il 28,7% delle persone residenti in Italia sono a rischio di povertà o esclusione sociale? Si, insomma quando si trovano almeno in una delle seguenti condizioni: rischio di povertà, grave deprivazione materiale, bassa intensità di lavoro.
Cacchio, noi stiamo perdendo e se perdiamo noi, lo giuro, non vince più nessuno.
Tra la Gente gira un tweet, lo firmano e lo ritwittano a quella politica, impegnata a sternutire tra chi ha vinto e chi prepara la rivincita.
Tweet x tweet dice: "La crescita si fa con la spesa. Così viene generato reddito, quel reddito che serve a fare nuova spesa. Tocca allocare quelle risorse di reddito per remunerare chi, con la spesa, remunera."
La Politica deve ripartire da qui, dando insomma a Cesare quel ch'è di Cesare!
Tocca ad essa fare norme anormali, leggi leggere, regole che regolino; quel che gli spetta, insomma per meritare l'emolumento.

Ps: I cesari giudicheranno e voteranno!

Mauro Artibani



martedì 6 dicembre 2016

QUANNO CE VO CE VO

Paraponzi ponzi pò, ci risiamo: L'inflazione a novembre "torna in terreno moderatamente positivo (+0,1%), ma questo non impedirà di archiviare un 2016 caratterizzato da una dinamica di deflazione".
Lo afferma il presidente della Federdistribuzione, Giovanni Cobolli Gigli, sottolineando: "ci auguriamo che questo segnale possa rappresentare l'avvio di una graduale ripresa dei prezzi, ma su questo auspicio pesa come un macigno la debolezza dei consumi, come testimoniato dalla dinamica delle vendite al dettaglio dell'Istat, che per i primi 10 mesi dell'anno indicano una stabilità assoluta in valore e addirittura un calo in volume (-0,6%)".
Poi non pago chiosa: "Anche per raggiungere una fisiologica crescita dei prezzi è quindi necessario sostenere i consumi. I successi delle ultime manifestazioni commerciali (black friday) fanno capire come sia indispensabile avere un commercio libero di agire, senza vincoli o ostacoli che ne limitino le opportunità, come invece continua ad accadere a livello sia nazionale sia locale".
Sostegno alla domanda per far crescere i prezzi? Beh, nel mondo ci sono 2,1 miliardi di persone obese o in sovrappeso, non basta? Non bastano, a lor Signore, nemmeno tutte le tecniche e le politiche di reflazione che stanno in campo alla bisogna? Si, insomma l'obsolescenza programmata, la moda che passa di moda, l'usa e getta, la pubblicità, il marketing, il credito al consumo fino alle politiche monetarie lasche che hanno fatto lievitare il debito del mondo a 200.000 miliardi di $, segnandone il picco.
E se facessimo scendere invece i prezzi, per rifocillare quel potere d'acquisto che da sostegno alla domanda?
C'è già chi lo fa: Ikea, le free press, Groupon, Airbnb,Uuber.
Vuole altro?
Magari questo proposito:
"Ho questa visione che fra 5 o 10 anni non si pagherà niente per viaggiare con la RyanAir".
Lo pensa l'amministratore delegato della più grande compagnia a basso costo d'Europa. Invece di guadagnare con i biglietti aerei, farebbe i suoi profitti raggiungendo accordi con i ristoranti, i caffè e i negozi degli aeroporti, per ottenere una parte dei loro ricavi. "Siamo noi che portiamo i clienti agli esercenti degli aeroporti. E gli aeroporti sono ormai diventati come dei centri commerciali. Per cui penso che in futuro una proposta del genere possa avere un senso. Forse non la accetteranno subito tutti gli aeroporti o tutte le compagnie aeree. Alcuni degli aeroporti più piccoli di cui ci serviamo possono trovare questa proposta di mutuo interesse". Con un sistema simile avremmo voli sempre pieni e tutti contenti: i passeggeri, le linee aeree e gli esercenti".
Beh, c'è insomma chi ha già fatto e chi si accinge a fare.
Lei, nel frattempo cosa intende fare?
Essipperchè, è bene tenere a mente come la crescita si faccia con la spesa e, se i denari che vengono dal lavoro non sono sufficenti a farla, aivoglia a deflazione!

Mauro Artibani