domenica 29 marzo 2009

IL NEW “NEW DEAL” DEI CONSUMATORI


C’è ancora nebbia fitta nell’aria che non lascia scorgere con nitidezza l’efficacia delle azioni, dei fatti, delle soluzioni proposte per contrastare la crisi economica.
Stimoli fiscali e monetari, disponibilità di credito vanno per la maggiore; misure insomma che facciano aumentare la spesa dei Consumatori.
Perché sgravi fiscali?
Buon dio, per aumentare il reddito disponibile, cos’altro sennò? Con quell' incentivo finanzio il reddito e, da buon consumatore-contribuente, consumo.
Perché stimoli monetari?
Semplice: per integrare il reddito a sostegno dell’espansione della domanda.
Perché maggiore disponibilità di credito?
Per mettere pezze al debito, continuando a fare debito.
Ma che cacchio di soluzioni sono queste: coperte corte che lasciano i piedi al freddo.
Se torna a crescere l’inflazione, cresce il costo del denaro da restituire; con la deflazione cresce, invece, il valore di quel denaro. Brrrrrrr!
Se il debito pubblico si fa insostenibile, verremo richiamati all’ordine contributivo. Brrrrrrr!
Se tutto questo accade, chi metterà le pezze?
Ma come chi, i Consumatori, chi altri sennò?
Un new “new deal” dei Consumatori. Buono per chi investe, chi produce, chi lavora, chi commercia; pure per gli esattori, insomma per tutti.
Essipperchè se i Consumatori consumeranno ci sarà chi investirà per produrre, ci sarà chi vorrà produrre, ci sarà bisogno di lavoro per produrre e chi vorrà commerciare quel prodotto; rimpingueremo pure le casse erariali, anche gli altri dovranno farlo!
Per sostenere questo ruolo salvifico, occorre andare oltre il debito. Occorre denaro, reddito, piccioli, cash per compensare il valore produttivo delle azioni messe in campo, per retribuire quel Lavoro di Consumo; per garantirne la continuità, al riparo da rovesci congiunturali.
Chi altri potrà fare di più e meglio?
Dare ai Consumatori quel che è stato fin qui dei Cesari, questo quel che occorre.
Potrà Cesare sottrarsi?

Mauro Artibani
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giovedì 19 marzo 2009

LA CRISI FINIRA’, SAREMO PIU' POVERI


La crisi finirà?
Certo, magari saremo più poveri perché quel maledetto debito non potrà più essere consentito, l'allegro credito neanche; tra Reddito e Consumi occorrerà trovare un diverso equilibrio; verrà comprensibilmente generata meno ricchezza, meno soldi da distribuire, insomma, meno PIL per tutti.
Egregi Consumatori, non tutto il male vien per nuocere, avremo forse meno sfizi, più spazi, meno inghippi, più tempo, meno stress; qualche sbadiglio e un po’ di noia.
A meno che,
a meno che non ci venga retribuito il Consumo di Eccesso.
Si, quello d'eccesso, proprio quello con cui si è prodotto ricchezza; che ha fatto crescere il PIL, a cui si è potuto dar corso con l’eccesso di debito, che ha ingolfato il credito; quello che ha prodotto sprechi, inquinamento, che ha speso la nostra esistenza a fare la spesa.
Signori l’occasione è ferma e risoluta.
Dovrete decidervi: la crisi morde, il tempo stringe e noi potremmo scegliere il fare probo.

Mauro Artibani
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lunedì 16 marzo 2009

LO STATO DI SALUTE DELL’ECONOMIA DEI CONSUMI: PESSIMO


Lo stato dell’economia dei consumi: pessimo.
Quello degli operatori del mercato, ancor di più.
I produttori: con margini di profitto smozzicati da un cronico eccesso di offerta.
I commercianti: stremati da costose pratiche di fidelizzazione per affrancarsi dalla concorrenza.
Quelli dell’informazione: sfiancati dal tentativo di raccattare l’attenzione di consumatori in tutt’altre faccende affaccendati.
I pubblicitari: fiaccati dal confezionare slogan per attenzioni ingolfate.
Quelli del marketing, stressati dal compito più arduo: confezionare la Domanda per acquirenti squattrinati.
I Consumatori: chiusi in un decoroso riserbo, costretti da redditi insufficienti, non rispondono alla Domanda.
E siamo all’oggi.
Se tutto questo E’, chi investirà per produrre invenduto? Chi commercerà quell’invenduto? Chi inventerà slogan per l’invenduto? Chi confezionerà domanda di invenduto?
Eccola la crisi. Si, crisi su crisi.
Tutti cercano tutele, tutti vanno tutelati.
Tutelano gli Stati bolsi e indebitati?
Tutelano quegli istituti di credito che non tutelano manco se stessi?
Tutelano forse i governatori del denaro mal distribuito?
Tutela una politica screditata e priva di idee?
Signori, siamo alle solite: tutti fingono di non sentire; tutti fan finta di non capire.
Per sbloccare il meccanismo della crisi occorre il Reddito per sostenere la Domanda.
Altro che tutele!
Questo il modo, l’unico, per far tornare redditizio il nostro fare di Consumatori, poi il fare di tutti.
Se assoldati, oplà, tutori del Mercato: acquisteremo l’eccesso, l’invenduto; presteremo attenzione, risponderemo alla domanda, torneremo fedeli al nostro Lavoro di Consumo.
Potrete scommetterci, sarà tutto come prima.

Mauro Artibani
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giovedì 12 marzo 2009

CONSUMATORI, BISOGNA COMMERCIARE LA SALVEZZA DEL COMMERCIO


Si è tentato, con il concorso attivo dei Consumatori, di fare di ogni cosa commercio, poi di smerciare ogni commercio. Per fare questo si è andati oltre il reddito, oltre il debito, oltre il credito et voilà: «L'economia globale calerà con ogni probabilità quest'anno per la prima volta dalla seconda guerra mondiale e la crescita sarà di almeno 5 punti percentuali al di sotto del suo potenziale». Questo prevedono gli economisti della banca mondiale nel rapporto preparato in vista del G20 dei ministri finanziari, in programma sabato a Londra. «La produzione industriale a livello globale per la metà del 2009 sarà scesa fino al 15% sotto i livelli di un anno fa e il commercio mondiale rischia di registrare il suo maggiore declino in 80 anni, con perdite molto significative nell'Estremo Oriente».
Signori attenzione, si prospetta per noi Consumatori un'occasione niente affatto trasurabile per uscire dalla crisi economica.
Bisogna commerciare la salvezza del commercio, non possiamo sottrarci.
Non paghi di aver dato fondo alle risorse economiche per sostenere la crescita, possiamo mettere all'asta la nostre istanze, le nostre attitudini, financo i nostri stili di vita tanto appetiti dai nostri estimatori.
Si, le risorse: istinto, ingordigia, cupidigia e prodigalità che sono il nostro vanto.
Il valore di questo armamentario: un tesoro.
Si un tesoro in grado di far tornar a splendere il sole, sta qui in bella mostra: acquistiamo ben oltre il bisogno, smaltiamo per far riprodurre, impieghiamo fiducia, utilizziamo il nostro tempo, l'attenzione pure i nostri denari.
Tutto questo ha reso prospero il commercio; questa la nostra merce.
Lotti di merci preziose per rifocillare il nostro reddito.
Signori l'asta è avviata: chi offre di più?

Mauro Artibani
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lunedì 9 marzo 2009

CONSUMATORI: LA DOMANDA COMANDA


Quale individuo della specie umana in modo pressocchè costante impiega tempo, attenzione, perizia, nel suo fare quotidiano di consumo e per cotanto fare, paga?
Quale individuo della specie umana che nel suo fare, pressoché costante, genera crescita economica riceve in cambio Debito?
Quale individuo della specie umana in modo pressoché costante per sostenere quella crescita si approvvigiona in eccesso, spreca, inquina?
Quale individuo della specie umana, che acquista per dare ristoro ai bisogni, più che nutrirsi ingrassa, più che vestirsi sfoggia la moda, più che informarsi sperpera conoscenza?
Già chi può fare, disporre, impiegare, quotidianamente ed in modo pressoché costante il dovere, la responsabilità, la tenacia, l’insipienza e la sregolatezza?
Chi altri se non i Consumatori?
Noi, conformati da un istanza tecnica dell’esistere che avviluppa e sovrasta quella umana: pressappoco elettrodomestici.
Il precetto esistenziale: la vita spesa a fare la spesa!
Ma porc... siamo operatori di mercato; la nostra azione produce, con l’acquisto, il 70% del PIL.
Di più, con la nostra azione di consumazione forniamo l’impulso per la nuova produzione e continuità alla crescita economica.
Finiamola! Il dilettantismo apatico dei consumatori mortifica la nostra psiche acquirente.
Occorre un nuovo Fare per i Consumatori, andare oltre L'acquisto: la Domanda comanda.
Il Professional Consumer per esempio: colui che sappia gestire al meglio le prerogative di ruolo; che sappia utilizzare le proprie risorse per stare sul mercato; dosare il tempo impiegato e l’attenzione; declamare a voce alta le nostre virtù, esporre la nostra forza; rendere manifesta l’urgenza di veder compensato l’utilizzo del nostro merito.
Basta debito, vogliamo reddito.
Fare tutto questo senza proclami né clamori.
Chi ha orecchie per ascoltare ed occhi per vedere se ne avvedrà, sorrideranno, nicchieranno poi vedrete, verranno a cercarci.

Mauro Artibani
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giovedì 5 marzo 2009

QUESTO REDDITO NON E’ IN GRADO DI SOSTENERE LA DOMANDA


Se il Reddito non è in grado di sostenere la Domanda, il meccanismo economico non è “en panne”: si deve rifare daccapo.
Lo squilibrio non fa sconti
Maggiore l’Offerta, maggiore la Domanda = Ricchezza.
Quando invece l’offerta si fa insostenibile per il reddito a disposizione, viene prodotto debito altrettanto insostenibile: questo il punto della crisi.
Per uscirne o si riducono i consumi, rendendo così sostenibile il reddito, o si aumenta il reddito per sostenere i consumi e smaltire l’offerta.
Possiamo girare e rigirare i fatti: non si intravedono terze vie.
Un adagio recita: “nessuno regala denari”.
Ecchì vuole regali! Abbiamo lavorato a più non posso per smaltire la domanda.
Lavorato, si lavorato impiegando Tempo, Attenzione; ci siamo pure informati; fiduciosi, abbiamo esportato fiducia a tutta la filiera produttiva; abbiamo impiegato i nostri denari fino a sprecare merci, ad inquinare fino ad impallarci: non è lavoro questo?
Quel denaro: guadagnato!
La soluzione, reddito per il Lavoro di Consumo, appare equa.
Diminuire invece i consumi porterebbe ad una riduzione dell’offerta e ad una diminuzione dei redditi per tutti.
Soluzione equa pure questa: soffriremmo la fame tutti, proprio tutti.
Qui prodest?

Mauro Artibani
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lunedì 2 marzo 2009

L’OSSIMORO: LA RICCHEZZA PRODOTTA CON IL DEBITO


Si è consumato con il debito; si è creato credito con il debito; si è vissuto a debito.
Quell’eccesso di consumo fatto con il debito ha prodotto inquinamento; inquinate pure le relazioni umane; indebolite nazioni già indebitate.
Un ossimoro si aggira per il mondo: la ricchezza prodotta con il debito.
15 anni di stra-vacanze senza il becco d'un quattrino.
Poi sboom.
Il meccanismo di rifinanziamento dei mutui immobiliari USA, con il quale si drenava reddito per consumare dal debito, è finito in pezzi; a catena è andato in pezzi tutto il resto.
Oggi si va da quei pezzi, al tentativo di mettere pezze alla crisi economica: et voilà si ricomincia.
Azzerati i tassi di interesse, più facile indebitarsi.
Scende l’inflazione: ci si può indebitare a costi più contenuti.
Gli stati nazionali mettono debito su debito per sfornare politiche anticicliche.
Noi consumatori, per garantire quella crescita, abbiamo l'obbligo di tornare a consumare ahimè con il debito.
Siamo di fronte all’ottimismo imperscrutabile della ragione o alla negligenza, insipienza e disperazione della volontà?
L’ottimismo insomma di chi non ha voluto spendere appena 600 miliardi di $ per erogare garanzie di pagamento ai mutuatari- sterilizzando il veleno contenuto nei titoli tossici- spendendo invece 20 volte tanto per salvare banche affinché possano continuare ad erogare credito, quindi debito?
O la disperazione di chi non riesce a vedere oltre il debito?
Ai posteri l’ardua sentenza.
Noi consumatori, non avendo il tempo dei posteri, abbiamo al nostro arco due frecce per fare centro contro il debito: non possiamo sbagliare.
La prima: tirarci fuori dal debito riducendo i consumi non necessari.
La seconda: pretendere in maniera risoluta un reddito di scopo.
Reddito! Non prebende, bonus, oboli.
Lo scopo? Continuare a consumare.
Un Reddito che compensi l’obbligo di dare sostegno alla crescita economica .

Mauro Artibani
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