lunedì 29 settembre 2008

SI SPENDE PER GENERARE RICCHEZZA: SI PROSPETTA UN ‘29


Tuttod’unfiato:
E’ stato erogato credito fantasioso per compensare l’insufficienza dei redditi disponibili delle famiglie che hanno dovuto indebitarsi oltre misura per dare corso a pratiche di consumo in grado di smaltire l’eccesso di Offerta presente sul mercato necessaria a sostenere la crescita economica.
Prodigo quel mondo che da e spende senza misura per generare ricchezza: si prospetta un ’29!
E’ allarme.
Al capezzale corrono tutti. Privato del lubrificante creditizio, in grado di rendere fluido il movimento, quel motore si è inceppato.
Ma come? Ma porc….uff!
Il meccanismo è entrato in crisi per defezione dei banchieri o per consunzione?
Essì: ricchezza ottenuta con debito in crescita, sempre più inesigibile.
Per tutta risposta si mettono in campo altre alchimie per ripristinare i flussi liquidi in grado di oliare e far ripartire quel motore. Un modo per poter continuare a finanziare gli investimenti, idonei per aumentare la produzione e, suvvia, finanziare il consumo per consumare quella produzione.
Insomma, si prospetta altro debito che si aggiunge al debito del debito: sagaci!
E’ vera sagacia quella di chi, con un operazione colossale sul credito corrispondente a 10 Piani Marshall, sta tentando di rendere Istituto la scellerata incompatibilità tra l’obbligo del Consumare e la cronica insufficienza del reddito disponibile?

Mauro Artibani
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lunedì 22 settembre 2008

IL BISOGNO DEL BISOGNO DEI CONSUMATORI


Diamo a Cesare quelchè di Cesare ed all’economia dei consumi quelchè dell’economia: il vanto di aver rimosso l’atavica povertà dalle strade del mondo, almeno di quello industrializzato.
Il bisogno? Un antico ricordo!
Passioni, emozioni, persino esperienze, trovano caldo conforto in questo scintillante mondo.
Al contrito mondo della necessità si sostituisce il rutilante del transitorio; all’inerzia il cangiante.
Non è tutto oro quel che luccica però.
La transitorietà, lo scintillante non fanno bene all’Offerta, rendono instabile, fugace la Domanda.
Gli offerenti corrono ai ripari, a Noi tocca fare attenzione.
Con l’occhio addestrato del Professional Consumer diamo un’occhiata.
Accade che quel bisogno fuoriuscito dalla porta, con l’impareggiabile sagacia del marketing, viene fatto rientrare di soppiatto dalla finestra.
Ingessati dalle passioni, bolsi di emozioni, impigriti da esperienze bellepronte, abbiamo bisogno di cure!
Sta qui la trovata.
Di nuovo il bisogno dei Consumatori torna ad essere occasione di business e giù prodotti, servizi come se piovesse.
Tutti accuratamente forniti di posologia: due volte a settimana, tre volte al giorno, una volta al dì e giù di lì.
Sagaci!
Yogurt per diete, ginnastica attiva e passiva, fitness, brodaglie ipocaloriche.
A proposito di bisogno, alla bisogna ci sono prodotti che certificano la cacca quotidiana.
Un’affiliazione bellebuona per dare continuità alla Domanda, stabilità all’Offerta, riparo dalla concorrenza, controllo del prezzo.
Un consiglio per gli acquisti: meditate gente, meditate!

Mauro Artibani
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giovedì 18 settembre 2008

ORGOGLIO DI RAZZA PADRONA


Una epica tenzone da sostegno e sprone all’economia.
Produzione e consumo i personaggi, produttori e consumatori gli interpreti, Domanda e Offerta le armi dei duellanti, il Mercato ospita la bagarre.
Si produce crescita, ricchezza: tutti felici e contenti.
Il migliore dei mondi possibili!
Io ho fame, tu produci cibo.
Io ho bisogno di abbigliarmi, lui produce abbigliamento.
Io ho necessità di conoscere, loro producono informazione.
Tutto bene dunque.
Un corno!
Se io ingrasso, se ho il guardaroba che scoppia, se subissato da informazioni non trovo la bussola, qualcosa non funziona.
Si dirà: ma l’offerta va ben oltre il misurato bisogno. Soddisfa emozioni, passioni; sollecita esperienze.
Legittima il ciccione; accredita il fare modaiolo; conclama la disinformazione.
A fronte di cotanto fare poi i redditi risultano insufficienti, i risparmi allo stremo, il debito in crescita: ma, porch…!
Già, l’ Offerta.
Offerta in eccesso però: cos’altro sennò?
Certo, potremmo maledire cotanto eccesso del Fare: ne avremmo ben tanto da Dire.
Tra il Dire e il Fare però c’è di mezzo l’Avere.
Si, l’Avere tutto.
Tutto quanto abbiamo avuto.
Affrancati dal bisogno, dalla povertà e dalla necessità: Fatto!
Certo, il costo altissimo: debito, sprechi, relazioni umane impoverite, inquinamento. Questo è quanto.
Già, e la Domanda?
La Domanda, incantati da emozionanti prodotti, appassionate merci, rimpinzati da esperienze belleppronte ci è stata sottratta: scippati.
Quelli della Pubblicità e del Marketing hanno, con sapienza alchemica, dato corso a sofisticati processi di smaltimento dell’Offerta accreditando Domanda, fornendo un decisivo contributo alla generazione della ricchezza e noi…. disonorati e onerati.
La vita spesa a fare la spesa disegna un ruolo pigro, conformato, indefesso, subordinato, affrancato dalla responsabilità: questo ci tocca fare.
Ruolo comodo, lo si può condiscendere, lo si può digerire.
Non è però un bel vedere.
Signori, basta coi pannicelli caldi, si deve fare di più e meglio.
Siamo tanti, praticamente tutti; generatori di PIL rivendichiamo i nostri diritti: riprendiamoci la Domanda.
Si avrà così modo di condizionare l’Offerta, stemperare gli eccessi, ottenere vantaggi, redistribuire gli utili: orgoglio di razza padrona.
Padrona del nostro Fare, del nostro Essere pure dell’Avere.

Mauro Artibani
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lunedì 15 settembre 2008

ITALIANI IN RECESSIONE PSICOLOGICA: CI MANCAVA PURE QUESTA!


Sentite questa:
"Da circa otto mesi e' in atto una recessione dei consumi causata dalla riduzione del potere d'acquisto delle famiglie. I segnali sono palesi: il 63% dei nostri connazionali afferma di avere ridotto il proprio livello di spesa e il 72% prevede un ulteriore aggravamento della crisi entro la primavera del 2009; non esistono piu' certezze riguardo a cio' che ci riserva il futuro, e l'incertezza porta gli italiani a restringere l'orizzonte dei progetti personali a uno, due anni al massimo. La recessione psicologica degli italiani emerge pesantemente nelle risposte al quesito sull'attuale livello di benessere. Sino a due anni fa, l'80% degli italiani era convinto di vivere meglio rispetto alle due generazioni precedenti. Oggi, invece, la convinzione che la qualita' della vita sia superiore a quella della generazione dei genitori e' crollata al 44%, e appena il 54% pensa che si viva meglio rispetto al tempo dei nonni." ( Enrico Finzi, Presidente dell'Istituto Astra Ricerche/Demoskopea).
Recessione psicologica. Ci mancava pure questa!
Si vive peggio di prima? I nostri genitori stavano meglio e i nonni ancor di più?
Sorbole!
Più che recessione sembra depressione. Se poi si torna a frequentare il negozio sotto casa dove trovare conforto e un clima familiare - come viene riferito al convegno “Retail 2.0 la distribuzione entra nel futuro – siamo proprio nelle piste. Sfiduciati, chiusi in noi stessi, annichiliti.
A ben guardare, però, non tutto il male vien per nuocere.
Toccato il fondo si può ripartire daccapo, stavolta mettendo in campo adeguate iniziative.
Ma andiamo con ordine.
Se acquistare si deve, per farlo le regole dobbiamo individuare.
Una per tutte facile facile: che la merce acquistata valga per intero, non il denaro pagato, quanto la “fatica” spesa per guadagnare quel denaro. Un modo semplice semplice per restituire Misura allo spendere.
Si dirà: ma così si inceppa la crescita economica.
E qui vi volevo.
No. Per non correre rischi basta allargare la platea degli acquirenti mettendo così a profitto quelle nostre fragilità.
Quelli che producono e quelli che vendono, ad esempio, hanno bisogno di acquistare la nostra Fiducia.
Noi sfiduciati: fatece ride con qualche bigliettone e…op! Ringalluzziti.
Noi svogliati e disattenti: la vostra pubblicità farà flop.
Retribuite l’attenzione e..op! Tutti pronti per “Carosello”.
Ozianti e oziosi?
Per informarci, acquistare e consumare occorre tempo. Lo abbiamo in carico, facciamone negozio: vendiamolo.
Essisignori, abbiamo troppo acquistato? Ora bisogna vendere le nostre prerogative.
Se la Domanda comanda, potremo recedere dalla recessione tornando al fine a riveder le stelle: come potranno resisterci?

Mauro Artibani
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giovedì 11 settembre 2008

CONSUMATORE FRASTORNATO, CONSUMATO DAL CONSUMO


Si consuma per bisogno, si consuma per dare sostegno alle emozioni e dare corpo alle passioni.
Si consuma per stress, per compulsione, pure per rilassarsi.
Si consuma perché soli e per le lune storte.
Si consuma di tutto, pure l’ambiente.
La vita spesa a fare la spesa sembra esaurire il nostro Fare, pure l’Essere e l’Avere.
L’avere poi, quasi del tutto afflosciato: soldi e risparmio allo stremo.
Il debito no: sempre dritto come un fuso. Maestosa metafora fallica della nostra insipienza.
Un Consumatore frastornato, consumato dal consumo insomma.
Perché, percome? Perdiana il nostro Fare Produce ricchezza, genera PIL, rifocilla l’erario: Operatori di Mercato altro che Consumatori.
Già operatori ma incapienti perché incompetenti, perché incompatibili con un fare assennato.
Un esempio: spendiamo 650.000.000 di euro per dotarci di suonerie telefoniche. Il gattino “virgola” è l’ultima trovata.
Per carità: business legittimo pure un po’ paraculo.
Orsù, se la nostra azione ha una potente valenza economica non possiamo disperderla così, in mille rivoli.
Già quelle suonerie non sono un gran vanto industriale, figuriamoci per la produttività della nostra azione.
Per chi proprio non ce la fa: suonerie fatte in casa con un PC e il peer-to-peer.
Facciamolo un sforzettino!

Mauro Artibani
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lunedì 8 settembre 2008

CONSUMARE: PRODURRE DOMANDA PER RECUPERARE UTILI


Se senza soldi non si canta messa, come sarà possibile consumare?
Dovremo ridurre gli acquisti.
Come faremo a perseguire il nostro Ruolo?
Come faremo a Generare ricchezza se mancanti di contanti?
Contenti saranno quelli che i contanti li hanno guadagnati; quelli della finanza allegra, quelli del debito all’ingrasso.
Noi no. Costretti a spasso, tra sbadigli, noie, sensi di colpa - vieppiù adirati da cotanta inerzia.
Basta piangersi addosso!
Ingessati gli acquisti, i Professional Consumers dispongono un nuovo target per il nostro fare: produrre Domanda per recuperare Utili.
Come? Chiede Filippo.
Beh!... vediamo, facciamo; ecco per esempio: c’è in giro chi contesta l’acquisto, chi si fa scaltro nell’acquistare, chi anela a legami e chi dei legami fa tesoro, insomma, c’è molto da scorgere altrettanto da imparare. Diamo un occhiata, seguiamo le tracce.
Domandare prodotto equo e solidale fa bene a chi produce, a chi consuma, pure all’ambiente. Un modo per distribuire ricchezza con pari opportunità.
Per quelli che hanno voglia di Condivisione, per non stare soli ad acquistare il mondo, “sharing” è il prefisso, coniugato con file, car, bed, photo, music, knowledge, life, dress , consente di governare una Domanda altrimenti ingovernabile.
Per chi cerca denaro c’è la “finanza solidale”. Qui addirittura Domanda e Offerta vanno a braccetto.
Quelli stanchi della moda e dei gadget-tech rinunciano all’acquisto, usano l’usato; si sottraggono all’acquisto, aumentano il valore della Domanda.
Forti e determinati i GAS, quelli dell’acquisto solidale. Solidali tutti nel confezionare Domanda, fanno il prezzo poi acquistano.
Questa l’ultima poi basta: al mercato rionale sotto casa si acquista sempre. Nell’ultima ora di contrattazione però si acquista meglio: l’invenduto produce scontissimi. Voilà Domanda ad orologeria.
Ah, dimenticavo.
Un’ ipotesi limite: perché non utilizzare pure i fautori della “decrescita” magari per negare la Domanda? Paura eh!
Visto che mondo eterogeneo?
Risposte multiple, magari ingenue, di corto respiro, di nicchia, in alcuni casi semplici episodi che vanno organizzati, sviluppati., concertati magari in Comitati d’Orgoglio.
Si possono mettere assieme opportunità straordinarie; fuochi d’artificio per le nostre possibilità. Mettere a punto nuovi modi della crescita economica e anche un nuovo modo di stare sul Mercato.
Così distolti dai “consigli per gli acquisti”, potremo fornire a lorsignori impeccabili consigli per le vendite ai quali non potranno sottrarsi.
Essipperchè solo una Domanda mirata, sapiente, responsabile, avveduta potrà spingere l’Offerta a dover cambiare i connotati.
Il low cost, i saldi, gli outlet: sembra Offerta, è invece Domanda e questo è solo l’inizio.
Signori, rimpinzare le nostre finanze si può!

Mauro Artibani
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giovedì 4 settembre 2008

CONSUMATORI: SCIOPERO DELLA PAGNOTTA


Rispetto a un anno fa il prezzo della pasta e' aumentato del 26%, il pane del 16%, pollo e patate oltre il 40%, per una ricaduta totale sulle famiglie di 565 euro per il 2008.
Allora: Sciopero della pagnotta proclamano le Organizzazioni dei Consumatori .
"Intendiamo richiamare l'attenzione su questa grave emergenza con lo sciopero della pagnotta del 18 settembre prossimo. Invitiamo tutti i consumatori ad astenersi dall'acquistare e consumare per l'intera giornata pane e pasta e a risparmiare su energia elettrica, gas e carburanti".
Sacrosanto: come sottrarci?
Gia! Come sottrarci dal rivendicare condizioni migliori per il nostro esercizio di consumo?
Sciopero allora.
Un momento, con lo sciopero si viene a sospendere un obbligo contrattuale: uh uh e vai!
Bene. Proprio quell’obbligo che il Professional Consumer rivendica da illo tempore: il lavoro di consumazione per sostenere la crescita economica. Insomma Consumo = Lavoro.
Gia! Proprio quell’obbligo ci consegna però una responsabilità grande così!
Okkei ad uno sciopero allora che renda possibile mettere a punto una piattaforma di rivendicazione in grado di sanare le approssimazioni del nostro Fare dilettante e le intemperie dell’economia.
Se “il risparmio è un bene pubblico che va tutelato”, tuteliamolo.
Se l’ambiente è il luogo delle nostre azioni di Consumo, tuteliamolo.
Se il reddito si fa insufficiente, tuteliamolo.
La parola d’ordine: Selezione.
Selezione puntigliosa dell’acquisto per tutelare il risparmio.
Selezione del consumo per la salvaguardia dell’ambiente.
Selezione della spesa per restituire sufficienza al reddito.
Per farlo occorre farsi accorti, audaci, sagaci. Smorzare gli impeti, smussare gli aneliti acquisitivi, rivedere automatismi epperchennò proporre incertezze, farci imprevedibili.
Il nostro Lavoro otterrà benefici: dal defaticante acquistare e consumare, al gratificante produrre e selezionare Domanda.
Voilà: dal lavoro di Manifattura al lavoro di Servizio. Un bel passo avanti.
Pure un’iniezione di produttività per l’intero sistema economico, cosicché tanto smisurato orgoglio e virtuosa responsabilità possano convolare a giuste nozze.

Mauro Artibani
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lunedì 1 settembre 2008


Encomiabili Colleghi,








Sono un individuo sano di media statura; maschio adulto di razza bianca, che ostenta, il grigio della rada chioma. Provo diletto nell’esercizio del consumare, ancor più quando mi aggiro nel mondo delle merci con fare professionale.
Faccio questo perché sento necessario mettere in campo il presidio del mestiere per dare un sostegno operativo alla mia condizione benestante.
Lo faccio pure per sottrarre i miei comportamenti alla routine del compracompra che rischia di avvizzire il “me”.
Amo uscire di casa per fare affari nel fare shopping: questo mi delizia. Così acchiappo tre piccioni con una fava:risparmio, guadagno e inoculo ricostituente per la mia mente.
Un Mestiere, quindi, fatto di passione, competenza e un po’ di gaudio: non è difficile.
Il gaudio sta già nel DNA del consumatore; la passione si compra ad ettolitri, magari, da quegli individui prolifici che non sanno ma fanno, magari i genitori,
La competenza invece, acquisita con passione studiando e ristudiando, la vende il geometra come credito di esercizio.
Eccomi fatto professionista del consumo; puro distillato della abnegante passione genitoriale; della sagace competenza del signor Rossi, stimato agrimensore; corroborato dal gaudio, magari solo un pizzico.
E vai col tango, allora, nella balera del Mercato, dove tutti insieme si balla sulle note di “una vita spesa a fare la spesa”
avvinti dall’afflato poetico del testo. Tutt’affatto prosaico invece l’atteggiamento che si lascia intravedere: una vera e propria MISSIONE.
Quest’appannaggio simil-spirituale viene conclamato dalle virtù dei gesti quotidiani di consumo: abnegazione, costanza, sacrificio, speranza.
Questi i tratti dell’incedere coreutico per l’individuo consumatore; questi i rituali incombenti di una “religione laica”.
Qui sembra trovare espressione l’estasi del benessere.
Proprio qui si mostra una patente fragilità.
C’è in giro un cronico eccesso di offerta,per riequilibrare le sorti, a questa deve fare il paio l’eccesso di domanda : consumo nutrito dalla manna del debito, ingrassato dall’abiura al risparmio.
L’ alchemico equilibrio parrebbe scorgersi infatti nel manifestarsi di forme di prodigalità estenuata, espressione propria di una teleologia del consumo.
Se così fosse la miopia mostrerebbe i caratteri dell’evidenza.
Pur mettendo la sordina alle perigliose elucubrazioni attorno alla liceità di simili atti di governo dell’economia, non appare convincente, in un mondo secolarizzato, laicizzato, ancor più affetto da congenito relativismo, l’affidare il già precario equilibrio del sistema a pratiche che sembrano mostrare echo mistiche: non ci “crede” più nessuno.
Per eliminare ogni possibile azzardo si rende allora indispensabile disporre, con apposito atto deliberativo, una cogente quandanche omeopatica risoluzione:
rompere le escatologie del consumo.
Anzi, si deve fare di più: bisogna condurre noi le danze, farci Musici, comporre sinfonie potenti, giocose, espressioni della forza del nostro ruolo acciocché ognuno possa, sedotto da Tersicore, sgambettare su quella pista: allegro ma non troppo.
Ci aspetta un duro lavoro.
Dobbiamo, con la prerogativa delle nostre azioni, farci costruttori di una nuova egemonia. Rendere cosi’ spendibile un rutilante paradigma : Consumo ? Lavoro !
Questo il modo per fornire continuità al sistema rimuovendo le aporie che lo sfiancano; per cacciare, il sistema della produzione fuori dal cul de sac dell’eccesso.
Non è facile, non possiamo sottrarci però. Questo ruolo incombe su di noi.
Ruolo pesante, ingrato. Altro che edonismo.
Costretti dal nostro impegno civile, si rende necessario riacquisire il controllo delle pulsioni emotive, recuperare lucidi gesti di ragione; farci consumernauti in uno spazio tutto da esplorare.
Bisogna cercare, trovare, mettere a frutto il Valore Aggiunto della nostra pratica di consumo.
Fatti laici, pragmatici, fors’anche opportunisti, in un bilico spudorato tra vizi e virtù, alè……a caccia di occasioni dentro quello scibile multicolore.
C’è tutto dentro, dalla A di Avarizia alla Z di Zuzzurellone.
Alla D c’è Desiderio, sottoporlo a regime è un obbligo; alla F Fedeltà, se ben gestita, rappresenta una grossa opportunità per farci guadagnare; alla I si trovano Informazione e Identità, se controlliamo la prima possiamo modificare a piacimento la seconda. Per farlo occorre Ironia ma questa la si trova da presso.
Poi c’è la M di Mercato, il luogo dove esporre la nostra mercanzia, più avanti c’è Misura, il modo per fornire confine agli atti di consumo ed ancora, alla R c’è Responsabilità e questa dobbiamo acquisirla per intero, così come il Sapere per farci Selettivi, che troviamo alla esse.
Ancor più giù nella T, toh…..:Temperanza, educarci ad un simile precetto può risultare conveniente.
Insomma: c’è molto da fare: bisogna vigilare; ci sono atteggiamenti che vanno calibrati, condizioni che devono essere contrattate, alleanze da conquistare, crediti da reclamare, pure significati da elaborare.
Solo così attrezzati potremo mostrare i muscoli.
Solo così, finalmente ottenere ristoro.



Diamoci da fare.

Mauro Artibani
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