martedì 28 gennaio 2020

PREZZI GIUSTI CERCASI

Asta record per il nuovo Btp trentennale del Tesoro, con una domanda pari a qualcosa come 47 miliardi di euro, a fronte dei 7 messi sul mercato, per la prima tranche del nuovo benchmark; 360 investitori, insomma, per il nuovo Btp a 30 anni, con scadenza 1settembre 2050 e cedola annua del 2,45. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha snocciolato i dettagli dell’emissione. Più dei due terzi del collocamento è stato sottoscritto da fund manager (67,9%), mentre le banche ne hanno sottoscritto il 13,3%. Gli investitori con un orizzonte di investimento di lungo periodo hanno acquistato il 12,1% (in particolare il 6,4% è stato allocato a banche centrali e istituzioni governative, mentre il 5,7% è andato a fondi pensione e assicurazioni). Agli hedge fund è stato allocato il 6,5% dell’ammontare complessivo. Le imprese non finanziarie hanno partecipato all’emissione con una quota residuale pari allo 0,1% circa. Nonostante il rating BBB e l’incertezza politica, in vista delle elezioni regionali in Calabria ed Emilia Romagna, i BTp continuano insomma ad essere gettonati alle aste del Tesoro. Ma non solo in Italia. Toh, come i rendimenti dei trentennali Usa che stanno al 2,2972% ma con un rating AAA. Nel Mondo poi, oltre 16.000mld di euro di obbligazioni governative hanno rendimenti addirittura negativi: una pacchia! Un cacchio, qualche preoccupazione è stata manifestata circa il potenziale impatto dei tassi negativi sulle famiglie dell’eurozona. Tanto emerge dai verbali della Bce relativi alla riunione del 12 dicembre scorso, la prima presieduta da Christine Lagarde. In particolare viene chiesto “un monitoraggio concomitante dei risparmi e delle dinamiche dei consumi”. Ma come loro che, con le politiche monetarie lasche hanno fatto l’inguacchio, oggi monitorano lo stato dello stesso inguacchio? Giust’appunto, quell’inguacchio delle azioni di reflazione, volte a sostenere la domanda, per non far scendere i prezzi. Prezzi che non sono scesi, anzi son saliti alle stelle e che si mostrano con i tassi negativi, con le Borse del Mondo sui massimi, con i valori immobiliari alle stelle. Prezzi falsati pure quelli al consumo, che non riescono a raggiungere quell’agognata meta, sognata dai banchieri centrali, del quasi + 2% ma che hanno, invece, inibito quella deflazione in grado di ricaricare il potere d’acquisto proprio delle famiglie che oggi monitorano. Bella no? Tra risparmi che non rendono, consumi consumati dal magro potere d’acquisto ed un mercato impallato da prezzi che non raccapezzi. Già, tutto questo mentre il ristretto club dei Paperon de' Paperoni mondiali, 2.153 persone, detiene una ricchezza superiore al patrimonio di 4,6 miliardi di persone, mentre alla metà più povera della popolazione resta meno dell’1%. Non son io a dirlo, sta nel nuovo report diffuso da Oxfam alla vigilia del meeting annuale del World Economic Forum di Davos. Mauro Artibani, l’economaio https://www.amazon.it/s?k=mauro+artibani&__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&ref=nb_sb_noss_1

martedì 21 gennaio 2020

QUANDO I MICCHI SI FAN MIOPI

Quando un trattore John Deere nuovo di zecca si rompe, è necessario un computer per ripararlo. Quando, invece, un trattore prodotto nel 1979 si rompe, puoi ripararlo da solo. Le attrezzature agricole ora vengono spesso “assistite” da un computer. Quel computer viene spesso fornito con un software di gestione dei diritti digitali che possono rendere le semplici riparazioni, un dispendio costoso per il portafoglio. Come riportato dal Minnesota StarTribune , gli agricoltori, che non son micchi, hanno capito come risolvere il problema: acquistare trattori fabbricati 40 anni fa, prima che i computer prendessero il controllo. Questo li ha resi popolari nelle aste intorno al mid west americano. Nel 2019 un banditore dell'area del Nebraska ha venduto 27 trattori John Deere di vecchio modello. I vecchi trattori da lavoro sono così popolari che uno a basso chilometraggio si può vendere per decine di migliaia di dollari. Venduto un modello del 1980 con 2.147 ore di utilizzo € 39.128,86. Un modello del 1979 venduto per € 54.870,35. Sono un sacco di soldi ma sono ancora più economici di un nuovo modello che costa tra € 89.951,40 e 134.927,10. Il prezzo è buono e consente di evitare i componenti del computer dei modelli più recenti e di risparmiare denaro nel lungo periodo. Ehi ehi, gli agricoltori sono al centro del diritto alla riparazione, un movimento dei consumatori di base che rivendica come le persone dovrebbero avere il diritto di riparare le proprie cose. Apple non ci sta e gioca lo stesso “giochino” con i suoi iPhone; recentemente ha detto al Congresso come le persone potrebbero ferirsi se riparassero le proprie cose. Micco John, ancor più quelli di Apple! Micco chi, magari con l’impiego delle tecnologie, ha finito per aver prodotto in eccesso e con quelle stesse tecnologie tenta di riparare al danno, non consentendo di far riparare i danni che si possono manifestare in quelli venduti? Micco chi deve vendere e per farlo fa pagare prezzo a chi o non dispone dei denari per pagarlo o manca della necessità di doverlo pagare perché ne ha già uno che costa meno e che, all’occorrenza, si ripara pure. Micco o miope chi dopo aver sovrapprodotto e fatto pagare il conto al lavoratore, riducendo il salario, non s’accorge di dover vendere proprio a chi ha il portafoglio floscio ed ancor più ha già tutto, anzi di più? Micchi o miopi pure quei soloni dell’Economia che ancor oggi accreditano quelli che, co’ ‘sti giochini, intrallazzano nel fare e vendere; mica solo trattori e smart phone, magari pure televisori, automobili persino spazzolini da denti e che, così facendo, hanno concorso ad incagliare il meccanismo della crescita? Beh, con questa crisi che non passa più che miopi, addirittura non vedenti! Mauro Artibani, l’economaio https://www.amazon.it/s?k=mauro+artibani&__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&ref=nb_sb_noss_1

martedì 14 gennaio 2020

LETTERA APERTA ALL’ ACCADEMIA DELLA CRUSCA

Chiarissimo accademico, sono Mauro Artibani, l’approssimato; scrivo a braccio, parlo a orecchio, così la interrogo. Le donne fanno carriera; messa la sordina al millenario dover esser madri/mogli/amanti possono far, vivaddio, altro. Scalano la carriera militare, per esempio, là dove stanno in fila da sempre il caporale poi il sergente più su il maggiore, ancor più su il colonnello, in cielo il generale. Rincuora veder marciare una Maria, sergenta… o sergentessa? Della Giulia, maggiora o maggioressa cosa ne dice? Quando Arianna toccherà la vetta, dovrà decidere s’esser generala o generalessa. Così conciata, poter farsi obbedire? Si, è vero, ci son da tempo professoresse, dottoresse; ministresse invero poche e poche lagne. Già, c’è pure l’economista che il dizionario Treccani appella singolare, maschile/femminile; magari, perché da sempre la pratica nella gestione delle risorse scarse è stata, in casa, cosa femmina; solo poi gli economisti maschi, fuori casa, ne hanno fatto teoria. Dottor’essa invece non è il femminile di Dottore quanto un pronome personale appiccicato in coda ad un titolo che, pur suonando come l’esercizio di un’ossessa, resta maschile. Oh, beh, certo lo poi di’ ma… non se po’ senti’. Si, per quanto ipocritamente giusto, quell’orribile gracchìo inquina il pensare; giust’appunto, come la “fiumistica” dove è stato cacciato il Tevere o quella “sentieristica” che percorre la montagna. Orbene, direbbe si possa dire o ritiene possibile con decreto accademico, facendo uno strappo alla regola, poter privare il termine Dottore e i simili di ogni connotazione di genere; pur oltre il maschile inclusivo, neutro insomma? Si, in questo tempo incerto, magari per non dar foraggio a “parolacce” e dar tempo a quei laureati gender, in bilico tra i connotati, di restare ovunque “Dott.” Vorrei non cavillare ma… oggi pure per il maschio, che fa cose in casa, massaia è meglio di massai’esso! Massaio non si può; fu già il ruolo dell’economo proprio della sua Crusca. Grazie e… mi perdoni l’ardire. Mauro Artibani, l’economaio https://www.amazon.it/s?k=mauro+artibani&__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&ref=nb_sb_noss_1