martedì 24 agosto 2021

OLTRE LA TERRA INCOGNITA

Solo per il settore auto gli incentivi messi a punto in diciannove paesi ammontano a 50 miliardi di $, come precisa la società di analisi Deloitte. Solo una parte dei 3.600 miliardi stimati per sostenere la crescita e stimolare la ripresa nell’attesa che pandemia vada via. Crescita e ripresa sono insomma i precetti con cui i Consumatori vengono richiamati all’ordine; a cui dobbiamo corrispondere con il nostro esercizio di spesa. Bei tempi quando bastavano gli incanti della pubblicità e le sapienti prodezze del marketing per potervi corrispondere! Bei tempi quando bastava il reddito per poter consumare! Bei tempi quando si poteva abusare dei risparmi! Ancora ieri si poteva, con le scorribande del credito al consumo e con il debito. Oggi, nel tempo pandemico, no! Oggi per quella crescita e quella ripresa si propongono incentivi, magari bonus e ammortizzatori sociali a più non posso*, fatti con montagne di debito pubblico che oscureranno il domani. Bene. Se vogliamo che quel domani sia un giorno chiaro occorre trovare nuovi equilibri, imporre una nuova misura al mercato. Là, dove il lavoro produttivo svalutato e inflazionato non trova reddito adeguato, dove il lavoro di consumo non trova riconoscimento nè ristoro; là in mezzo, tra una produzione in eccesso e un consumo indefesso, il debito ha sostituito la moneta per produrre ricchezza. Qui deve trovare albergo un Reddito di Scopo che integri quelle insufficienze, retribuisca l’esercizio professionale del consumare; dia la stura alla Domanda, per poter stappare il tappo che imballa il meccanismo produttivo. Essì, altro che “terra incognita”, come ebbe a dire tempo fa un Ministro del Tesoro; più cognita di così! * Una delle tante complesse eredità della pandemia di COVID-19 sarà un alto livello di debito del settore pubblico nella maggior parte dei paesi. Ciò riflette l'aumento della spesa dei governi per affrontare la crisi, nonché il crollo delle entrate fiscali con l'implosione delle economie nel 2020. Mauro Artibani, l’economaio https://www.amazon.it/s?k=mauro+artibani&rh=n%3A818937031&dc&__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=E9J469DZF3RA&qid=1621952657&rnid=1640607031&sprefix=mauro+a%...2Caps%2C207&ref=sr_nr_n_1

lunedì 16 agosto 2021

GIUST’APPUNTO FERRAGOSTO

Ehi pssst, dico a voi. L’afa vi accalda insieme al vostro reddito che non basta più? Occhio Gente, sarà pure torrido ‘sto ferragosto ma…almeno sul mercato cominciano ad intravvedersi occasioni di guadagno; Reddito da Consumo insomma. Le televisioni commerciali si sono date il compito di intrattenerci per fare business; io mi faccio intrattenere: mi pagano. Incasso 109 euro l’anno: il valore di un canone televisivo non pagato. In ogni angolo di strada ti danno le free press: le acquisto a zero euro. Tanto vale la mia attenzione alla loro pubblicità; non spendo, anzi, mi tengo il costo del quotidiano, lo moltiplico per 365, i giorni dell’anno, guadagno più o meno 365 euro e sono pure informato. Io e la mia famiglia, con altre 25000 in Italia, facciamo Gruppi di Acquisto nel fare la spesa. Massa critica si dice: Domanda consapevole di merci. Si diventa appetiti dai produttori che pagano questo nostro appetito; si contratta il prezzo e pure la qualità della merce. Pure qui si guadagna. Ho sposato la Ikea philosophy: ci guadagno. Vendono mobili smontati, li acquisto, li monto: vengo pagato per farlo. Già, pago meno l’acquisto, guadagno così il prezzo più basso sul mercato dell’arredamento. Ci sono poi, tra i commercianti, quelli che vogliono fidelizzarmi. Io ci sto a più non posso. Prendo tutte le carte fedeltà, acquisto da ognuno di loro solo la merce veramente conveniente. Fidelizzo i fidelizzatori, spendo meno: guadagno. C’è pure lo spazio per il “fai da te”. Chi vuole può farlo. Se, per rispondere alle sollecitazioni di acquisto, invece di cibarmi ingrasso, basta mangiare meno. Sto meglio in salute, spendo meno: ci guadagno. Se, invece di abbigliarmi, vesto alla moda che passa di moda, scarto abiti ancora zeppi di Valore: spreco. Se mi sottraggo agli eccessi della moda, spendo meglio il denaro, aumento la capacità di utilizzo del valore della merce acquistata: guadagno maggiore capacità di spesa per il mio reddito. Bene, tutto questo si può fare. Nel farlo i Consumatori ottengono innegabili vantaggi, si prende in carico pure la responsabilità del nostro ruolo. Attenzione! Vantaggi economici si, da non confondersi però con il risparmio. Il vantaggio si ottiene mettendo in campo attenzione, tempo, perizia, organizzazione: un vero e proprio Lavoro. Questo vantaggio sarà un reddito: Reddito da Consumo. Beh, almeno, tra un’ondata che va ed una che viene, qual cosa si scorge; si vabbè è ancora poco... si può far di più. Mauro Artibani, l’economaio https://www.amazon.it/s?k=mauro+artibani&rh=n%3A818937031&dc&__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=E9J469DZF3RA&qid=1621952657&rnid=1640607031&sprefix=mauro+a%...2Caps%2C207&ref=sr_nr_n_1

martedì 10 agosto 2021

IL LAVORO CHE VERRA’

Dal 20 al 25 agosto, al Meeting21 di Rimini, si parla de “il lavoro che verrà” Cavolo, andiamo, è tempo di sbirciare. Chi ci sarà? Beh, intanto non potrà mancare quel 58% di noi che una occupazione non l’ha; tra questi molti, troppi, giovani. Approposito, si va a sbirciare quel lavoro che sarebbe dovuto arrivare ben prima della crisi economica, per far modo che il fine dell’economia potesse farsi “mio” fine, per il tornaconto di tutti. Tranquilli, dentro l’Economia dei Consumi, non vi sarà neanche mismatching tra offerta e domanda per un lavoro di tal fatta: quello di consumazione. Sa farlo chi fa la spesa, ne ha bisogno l’Impresa. Giust’appunto il “lavoro della domanda” che si svela domandando: Chi acquista merci generando ricchezza? Chi, consumando l’acquistato, fa ri-produrre fornendo continuità al ciclo produttivo? Chi, mediante l’acquisto, distribuisce denaro ai profitti, ai redditi pure alle casse erariali? Chi, per sostenere la Domanda di un’Offerta in eccesso, ha bruciato reddito, risparmio, debito? Chi, pur di adempiere al proprio ruolo, invece di cibarsi ingrassa, invece di abbigliarsi veste alla moda che passa di moda? Chi, consumando l’acquistato, smaltisce l’eccesso inquinando l’ambiente? Suvvia quelli che fanno la spesa! Chi altri sennò? Già, tutto questo si è fatto. Tutto questo, per mancanza di un reddito sufficiente alla bisogna, si rischia di non poter più fare! Costretti a ridurre le spese per compensare questa insufficienza, non si potrà sostenere la domanda, aumenterà quell’offerta già sovrabbondante, si ridurranno gli investimenti; meno lavoro, meno reddito, meno incassi per l’erario. Verrà bruciato valore, verrà bruciata ricchezza; meno crescita economica e... via cantando. Essipperchè, se chi lavora nella produzione lo fa per guadagnare, occorrerà prima aver guadagnato per poter lavorare nel consumo. Astanti, ci siete? Et voilà la chiosa: la crisi prima, la pandemia poi mostrano come l’acquisto non sia solo ristoro ai bisogni, non sia neanche solo un vezzo, forse pure una volgare ancorché irrinunciabile necessità per sostenere la crescita e generare ricchezza. Un obbligo che, per essere esercitato, ha bisogno del conforto di un reddito adeguato. Non un obolo, il giusto ristoro, invece, per un esercizio di necessità; si, un lavoro! Lavoro questo che, ridefinendo il modo di trasferimento della ricchezza generata dalla spesa, si possa auto riprodurre e auto remunerare! No, non sta qui il paradosso; sta invece nell’esser ancora obbligati a dover fare il lavoro di consumazione senza avere i denari per farlo; a debito, insomma. Mauro Artibani, l’economaio https://www.amazon.it/s?k=mauro+artibani&rh=n%3A818937031&dc&__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=E9J469DZF3RA&qid=1621952657&rnid=1640607031&sprefix=mauro+a%...2Caps%2C207&ref=sr_nr_n_1