mercoledì 29 giugno 2011

CHI TIENE IN PIEDI QUESTO PAESE?


“La riforma fiscale va fatta diminuendo il carico sui lavoratori e le imprese che tengono in piedi questo Paese».
Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, insiste sulla necessità di «abbassare le tasse» e sulla possibilità di «spostare il peso sulle cose. Si può fare a parità complessiva di pressione, aumentando gradualmente l'Iva. I soldi incassati si usino per abbassare l'Irpef sui lavoratori e diminuire i costi del lavoro sull'Irap» per le imprese.
Un prelievo fiscale, insomma, che avvantaggi capitale e lavoro, svantaggi il consumare. Sorbole!
Ma se l’insufficienza del reddito che retribuisce il lavoro fa il paio con la sovraccapacità di offerta delle imprese nello zavorrare la crescita e, se l’unica funzione attiva nel meccanismo della crescita risulta quella di consumazione che genera i 2/3 del PIL, risulta lecito tassare questo esercizio?
Proprio lì, dove si consuma, c’è valore da estrarre per far si che si possa tornare poi ad investire, produrre, creare lavoro, distribuire reddito, proprio lì si insinua il fisco?
C’è chi sostiene: detassare Irap ed Irpef racimola competizione sui costi per le imprese, capacità di spesa per chi lavora quando acquista.
Non mi è dato sapere se e quanto, per questa via, possa aumentare la capacità delle imprese di stare sul mercato; per il lavoro dipendente, si dice in giro, che nel migliore dei casi riducendo l’Irpef, aumentando l’Iva si farà una operazione a somma zero.
C’è ancora una chicca: la capacità di consumare degli individui, è noto, risulta inversa alla capacità di spesa. Chi guadagna meno, insomma, spende percentualmente più di chi ha più. Aumentare l’Iva sugli acquisti tassa meno chi ha più; più chi ha meno. Per questa via si viola pertanto il precetto costituzionale che regola la progressività del prelievo fiscale in rapporto al reddito disponibile; si riduce ancor di più la capacità di spesa di chi ha meno: non è un bel sentire, ancor meno un bel fare!
Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009

www.professionalconsumer.splinder.com
www.professioneconsumatore.org

martedì 21 giugno 2011

PRODUTTORI E CONSUMATORI SI DANNO UN GRAN DA FARE MA….


Quando funziona l’economia funziona pressappoco così:
Produttori e Consumatori si danno un gran da fare, c’è chi fa tutto quel che può per mettere merci sul mercato e chi fa ancor di più per acquistarle.
Si, insomma, c’è chi impiega risorse per produrre merci che vendute diventano ricchezza e chi spende quella ricchezza, con la spesa, per smaltire quelle merci e dare continuità al ciclo produttivo.
Risultato: tutti hanno tutto, pure la natura depredata, la terra inquinata: non è un bel vedere!
Quelli che producono cercando il profitto, non sanno far altro; sono per la crescita senza se, senza ma.
Noi Consumatori pure ma, disponendo del potere della Domanda, possiamo fare di più e meglio.
Con la domanda possiamo imporre ai Produttori cosa e come produrre, quali risorse impiegare, quali confezioni adottare per limitare lo smaltimento epperchènno contrattare il prezzo.
Giustappunto Operatori di Mercato, in barba alla vulgate che ci vuole scemi, potremo meglio amministrare la produttività, quella civile, delle nostre azioni e non solo.
Eggià, migliorando la convenienza del nostro fare prendiamo in carico la responsabilità del nostro ruolo, salvaguardiamo la risorse naturali, puliamo l’ambiente e miglioriamo la redditività del nostro smilzo reddito: bingo!
Ecco, si, Professional Consumer, cos’altro sennò!
Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009

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venerdì 17 giugno 2011

AAAA: CERCO GENTE PER FARE BUSINESS CON LA CRISI


C’è chi crede che si possa far girare l’economia in direzione contraria per uscire dalla crisi?
Si può credere che per farlo chi, fin ieri, ha venduto oggi debba acquistare e chi, fin quì, ha acquistato possa alfin vendere per rifocillare il proprio reddito?
La crisi mostra come abbiano più bisogno i Produttori di vendere che i Consumatori di acquistare. Mostra pure come sia la Domanda la reginetta delle merci appetibili sul mercato.
Occorre mettere a profitto questo vantaggio.
La domanda comanda: qui sta il business!
Chi crede che questo sia possibile e abbia competenze nella gestione di Social Network, nel web marketing, nel web design, nel settore commerciale, in quello legale e quello finanziario si faccia avanti.
Cerco gente per fare squadra e per fare business.

Mauro Artibani
Studioso dell’Economia dei Consumi
Mauart1@libero.it
069495423

lunedì 13 giugno 2011

REDISTRIBUIRE LA RICCHEZZA PER ANDARE OLTRE LA CRISI


Per uscire dalle nebbie della crisi comincia a farsi strada la necessità di ripristinare la capacità di acquisto dei Consumatori.
Viene in mente che per farlo occorra redistribuire in altro modo la ricchezza che il meccanismo economico genera.
Al solo bisbigliarne la possibilità politici di sinistra divagano; quelli di destra nicchiano, quelli di centro.. boh!
Già, la politica, tutta fuoco e fiamme, parla d’altro mentre la crisi rigurgita crisi.
Bene, diamo un’occhiata: nel sistema economico i redditi vengono distribuiti in funzione del contributo fornito dagli agenti economici alla produzione del Valore.
Funziona pressappoco così: i Produttori producono ed incassano profitto, quelli che lavorano alla produzione percepiscono reddito; i Consumatori quel reddito lo spendono.
Quando sul mercato stazionano più merci di quelle che il reddito disponibile dei Consumatori consente di smaltire, quell’eccesso svaluta il valore di quella produzione, riduce il contributo dei Produttori, brucia ricchezza. Così si entra nella crisi.
Se invece i Consumatori dispongono di reddito adeguato a smaltire, viene restituito valore a quelle merci; quelle merci, ancorchè consumate, debbono essere ri-prodotte generando nuovo valore, nuovo lavoro e crescita economica: così si da’ una stoccata alla crisi.
Qui si mostra il pasticcio: nell’economia dei consumi questo straordinario contributo, fornito alla produzione del valore, non trova remunero.
Et voilà l’opportunità: riallocare le risorse economiche generate per remunerare quest’esercizio del consumare buono a garantire la crescita.
Una scommessa che la politica, quando smetterà di parlar d’altro, dovrà giocare tuttodunfiato per andare oltre la crisi e chessò, magari, ritrovare pure credito di ruolo.

Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009

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