martedì 29 ottobre 2019

ECCO.... APPUNTI PER LA POLITICA, PER ESEMPIO

Quel che dice in un comunicato l'Fmi fa stringere le chiappe: l’economia mondiale paga prezzo; la crescita si fermerà al 3% nel 2019, lo 0,2% in meno rispetto a quanto previsto a luglio, e ai minimi dalla grande crisi del 2008-09. In termini di Pil quasi il 90% dei Paesi del mondo sta registrando una crescita rallentata; un vero e proprio rallentamento sincronizzato". Toh guarda, proprio quel Pil che si fa al mercato con la tiritera della spesa, dove chi ha prodotto deve poter vendere a chi, per poter acquistare, deve disporre della possibilità di farlo per generare, alla fine della fiera, ricchezza. Si è vero la tiritera può risultare, per il bisogno del singolo, indifferibile; quand'anche senza, la stessa indifferibilità resta un "bisogno del sistema" per poter funzionare! Fiuuu... Dopo dodici anni dall'inizio della crisi, invece che uscirne si entra dentro un'altra. La questione ineluttabile dell'indifferibile si mostra irrisolta. La Politica all'inizio non l'ha scorta, non ne ha gestito lo svolgimento, il domani poi.... figuriamoci! Con quelle ragioni fragili che si ritrova, hai voglia a riattivare la crescita. Orbene l'Hdemia economica, con una parte almeno di quelle ragionicchie c'entra, eccome. Dovrebbe ripensare il suo pensiero e il dire: ce la farà o, peggio, vorrà farlo? Alla Politica, potrebbe toccar fare una bella sedizione contro l'ordine economico da Lor propagandato, per abbeverarsi ad altre fonti, e far la parte che gli spetta. La fonte del Mercato, per esempio, quando funziona disseta. Funziona, se fa il miglior prezzo tra le parti in causa; se remunera , insomma, la produttività di ciascun agente per migliorare la produttività del tutto. Beh, chi legifera può farlo mettendo mano finalmente all'adozione di quella "Legge per un'Economia Resistente" che all'art 3 dispone di allocare le risorse economiche generate dalla crescita per tenere adeguato quel potere d'acquisto che consente l'esercizio di ruolo dei diversi operatori della spesa aggregata. L'art 4, lo conclama, l'atto di poter esercitare l'acquisto dispone una economia più resistente con adeguato beneficio per tutti gli agenti del ciclo. L'adozione della Legge rende, de facto, appetita la costituzione di quell'Azienda "Libero Mercato Spa"* che capitalizza onori ed oneri e.. toh, anticipa in punta di diritto societario i desiderata di quelli di prima dell'Fmi che, tra le righe del comunicato, sibillinamente scrivono: "Offriremo a tutte le persone la possibilità di contribuire all'attività economica e di condividerne i benefici". Ehi, ci sono grandi Imprese che hanno già aderito attrezzando business pro crescita; funzionano, rendono! Per far sì che l'appetito, per le altre, venga mangiando s'ha da metter mano agli attrezzi del mestiere della Politica; la leva fiscale per re-distribuire vantaggi agli aderenti, svantaggi ai renitenti. Un modo per ri-leggittimare l'emolumento che gli "eletti" mettono in tasca, poi un vantaggio elettorale.... perchè cotanta sagacia potrà incontrare l'interesse di tutti. Tutti quelli che votano: la Gente e i loro interessi, concreti e materiali! * Un' azienda pro-crescita che agisce de facto per tenere in equilibrio produzione e consumo, impiegando al meglio le risorse produttive degli addetti e l'adeguata allocazione delle risorse di reddito per sostenere la crescita e generare ricchezza. Agenti economici vi agiscono con ruoli integrati per la produzione dell’offerta, la generazione della domanda, del commercio, dell'acquisto, fornendo distinto contributo a quella spesa aggregata che fa la crescita. Il remunero degli operatori, che compensa quel diverso contributo, andrà speso nel circuito aziendale per rendere fluido e continuo il ciclo produttivo. Giust'appunto, un marchingegno societario che disponga l'adeguata capitalizzazione degli azionisti mediante una diversa allocazione della ricchezza colà generata. Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA

martedì 22 ottobre 2019

CAVOLO, HO POTUTO DIRE L'INAUDITO

Si, l'inaudito, l'ho detto qui: https://www.facebook.com/italiasera/videos/822975078118181/ Perchè non mi viene ancora dato modo di poter smentire quella facezia che attribuisce all'Impresa la generazione della ricchezza? Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA

mercoledì 16 ottobre 2019

TRA PANNICELLI CALDI, LAZZI E FRIZZI SIAM SEMPRE LI'

Lo scrive su Facebook il viceministro dell'Economia Antonio Misiani: "Secondo un sondaggio pubblicato ieri la riduzione progressiva del cuneo fiscale, a partire dal 2020, è la misura più apprezzata dagli italiani. Dobbiamo iniziare a farlo il prima possibile, utilizzando tutti gli spazi di bilancio disponibili". Bene, se la Gente non ha in tasca quel che serve, apprezza qualsiasi cosa che gliela riempia. Il vice del Mise, per rendersi ancor più apprezzabile, sciorina: "La priorità, a mio parere, è iniziare ad aiutare i dipendenti a basso reddito: 3 milioni e 700mila lavoratori 'incapienti' che sono rimasti esclusi dal bonus 80 euro di Renzi e che solo in alcuni casi beneficiano del reddito di cittadinanza. Sono i cosiddetti 'working poors': lavoratori poveri, spesso precari, part time involontari, collaboratori a basso reddito, dipendenti con salari orari ridottissimi. In tantissimi casi giovani. Un fenomeno assai più diffuso in Italia rispetto alla media Europa". Con gli occhi umidi e il tono grave chiosa: "Aiutarli è un dovere. Possiamo farlo anche utilizzando lo strumento fiscale, come fanno da tempo Paesi avanzati come gli Stati Uniti". Dal fondo della maggioranza, una voce nota si leva: "due miliardi sul cuneo fiscale non sono una rivoluzione del proletariato, sono un pannicello caldo!" Misiani, tra il cipiglio e il compito d'istituto, ribatte: "Chi pensa che le risorse ipotizzate dalla Nota di aggiornamento non siano sufficienti, non chieda di rinviare questa misura, ci aiuti a trovare ulteriori fondi. Saremo felici di discuterne, con lo spirito costruttivo di sempre". Bene Misiani quel "dovere" non è un dovere, è un obbligo prima che morale, economico. Essì, la crescita si fa con la spesa aggregata, non con la produzione nè con il lavoro. Se per farla fare ad un aggregato ( il consumatore ) la togli ad un altro (la spesa pubblica), riducendo le entrate fiscali, beh... si è fatta una partita di giro. Mi si consenta una nota di colore: il reddito disponibile delle famiglie italiane nel 2013 torna ai livelli di 25 anni fa. L'Ufficio Studi di Confcommercio evidenzia che, in quello stesso anno, il reddito disponibile risultava pari a 1.032 miliardi di euro, rispetto ai 1.033 del 1988. Visto il pregresso, suvvia, non potranno 2-3-5 o 13 miliardi da far girare in tondo a risolvere il problema; possono risolverlo invece quei 1.780 miliardi di reddito generati nel 2018 con la spesa, se riallocati per remunerare la produttività esercitata da ciascuno dei gruppi aggregati. Occhio i consumatori, spenditori di profession,e da soli ne fanno i 2/3; a spesa fatta migliora risolutamente la produttività dell'intero ciclo economico, pure quello del lavoro dove stanno quelli che per "dovere" Lei vuole aiutare. La questione, in questi tempi magri, non sta nel quante risorse impegnare; quante invece attivarne! Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA

martedì 8 ottobre 2019

STRAFARE, CON L'ECONOMIA CIRCOLARE

Se occorre esser chiari e trasparenti, Kristalina Georgieva sembra lo sia, scelta come nuovo direttore generale del Fondo monetario internazionale al posto di Christine Lagarde. In una nota, a commento della sua nomina, Georgieva ha spiegato che la priorità dell’istituto sarà quella di aiutare i paesi a minimizzare i rischi delle crisi e a essere pronti a fare i conti con una frenata dell’economia. Nello spiegarlo dice: “Sento di avere una responsabilità enorme in un momento in cui la crescita dell’economia mondiale continua a deludere, le tensioni commerciali persistono e il debito è a livelli storicamente alti. Occorre sostenere politiche monetarie, fiscali e strutturali solide per sviluppare economie più forti e migliorare la vita delle persone. Questo significa anche affrontare questioni come le ineguaglianze, i rischi climatici e i rapidi cambiamenti tecnologici”. Georgieva, infine, promette un potenziamento della sorveglianza del Fondo affinché possa anticipare i bisogni dei suoi 189 membri. Dunque, anticipare i bisogni se le ineguaglianze li posticipano; i cambiamenti tecnologici potrebbero invece cambiare le carte in tavola, pure per il clima. Vogliamo strafare? Se vi è ancora chi vuol far le nozze con i fichi secchi, con l'aumentare ancora il debito, perchè non provare a farle con la monnezza? Proviamo: l'economia circolare rigenera gli scarti, ne fa prodotto, lo rimette nel ciclo; circolare appunto. Viene così generata ricchezza. Lo scarto insomma diventa la materia prima; con gli scontrini dell'acquistato possiamo rivendicarne la titolarità; già pure le montagne di residui dell'acquistato, che inzeppano le discariche, sono roba nostra! Daje allora, dalla convenzionale filiera del sistema lineare (estrazione, produzione, consumo, smaltimento) viene sottratto un passaggio: la fornitura sostituisce estrazione e smaltimento. Gli estremi così si congiungono, il cerchio si chiude. Si rende evidente come risplenda il maggior valore del consumare che quello del produrre. Bene, con le tecnologie dell'automazione, nella fattispecie le stampanti 3D, se ne può far prodotto. Venduto si guadagna: un semilavorato serve alle imprese, Consumer2Business; uno finito serve a noi, Consumer2Consumer! Approposito di diseguaglianza, nel circolo della produzione chi è dentro è dentro, chi è fuori è out. Già, resta fuori chi non vuol partecipare a questa joint venture che può farci se non meno diseguali, più uguali di prima! Migliora la produttività del sistema, migliora pure il valore economico generato; una mano lava l'altra, tutte e due puliscono la terra, mitigano i rischi climatici! Dopo tanta gloria, una domanda: e se, con la totale automazione dei processi di trasformazione, l'intera filiera produttiva restasse per intero "cosa nostra"? Bene, se non è vanagloria, in questa direzione sembra compiersi l'impresa: Il Capitalismo dei Consumatori Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA

martedì 1 ottobre 2019

ET VOILA', LE SCORCIATOIE DELLA PROVVIDENZA

L’Associazione Artigiani e Piccole Imprese (CGIA) di Mestre fa egregiamente la sua parte; studia, calcola poi pubblica notizie non sempre belle. Porc... negli ultimi 20 anni la ricchezza del nostro Paese (Pil) è cresciuta mediamente dello 0,2 per cento ogni anno. Un dato preoccupante, riconducibile agli effetti negativi provocati dalla grande crisi iniziata nel 2008. Rispetto a 12 anni fa, l'Italia deve recuperare ancora 4,2 punti percentuali di Pil, ma anche 19,2 punti di investimenti, 5,9 punti di reddito disponibile delle famiglie e 1,4 punti percentuali di consumi delle famiglie. Sempre in questa ultima dozzina d'anni gli occupati sono cresciuti dell’1,6 per cento e, nonostante questo aspetto positivo, il monte orario e il livello medio delle retribuzioni sono diminuite. Le cause: un deciso incremento della precarietà, la disoccupazione che era al 6 e ora si aggira attorno al 10 per cento. Dunque il Pil 2018, ai prezzi di mercato, risulta pari a 1.765.421 milioni di euro correnti. A fare questo gruzzolo concorre la spesa aggregata: quella dei Consumatori ne fa oltre il 60%; agli altri, spesa per investimenti/spesa pubblica/spesa per le scorte, solo il misero resto. Bene quando ai primi son venuti a mancare quei 5,9 punti di reddito, per fare quella maledetta spesa e fare la crescita, e si son ridotti i consumi di solo l'1,4%... o la si è fatta con il debito, con un miracolo o con lo spemere ancor più l'essere prodigo che alberga in noi. Sia come sia, si può continuare a sperare di poter fare la crescita solo con la nostra"incontinenza"? Ma sono da recuperare al Pil pure quei 19,2 punti di investimento, dite? Già, lor Signori stanno decidento cosa... se dal nuovo debito, dai miracoli o dall'incontinenza potrà essere smaltito l'invenduto, prima di poter spendere per investire e riprodurre. Et voilà, le scorciatoie della Provvidenza! Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA