giovedì 27 maggio 2010

TOH! IL DIAVOLO: LA FINANZIARIZZAZIONE DELL’ECONOMIA

Toh, si rivede il diavolo: la finanziarizzazione dell’economia.
Ma si, quell’artificio fornito dal mercato per ripristinare l’equilibrio nel meccanismo dello scambio, tra l’eccesso di merci prodotte e l’insufficienza dell’acquisto che le smaltisce.
Si fa merce l’offerta di credito; viene impiegato per surrogare l’insufficienza principe, quella del reddito disponibile: credito che potenzia la domanda, che disinnesca la minaccia deflattiva, che consente di salvaguardare il Valore delle merci.
Per i Produttori l’opportunità di vendere il prodotto al miglior prezzo.
Chi vorrà definanziarizzare la finanziarizzazione? Ma soprattutto come e sostituirla con cosa?
Negli USA, tra il 2000 e il 2005, gli utili dell’industria finanziaria salgono dal 10 al 36% dell’intera Corporate America: questa pure è ricchezza. Prodotta con il debito ma ricchezza.

Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009

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giovedì 20 maggio 2010

BORSE NEL CUL DE SAC DEL DEBITO INCOMPRIMIBILE, DAL COSTO INSOSTENIBILE

Le borse si sono ficcate nella trappola del debito incomprimibile dal costo insostenibile. Stanno scontando quel che non pensavano di dover scontare: non è un bel vedere.
Veniamo ai fatti: i redditi da lavoro erogati per produrre merci sono risultati insufficienti per acquistare quanto prodotto; questa la crisi. Due le opzioni per andare oltre.
La prima, scelta da pochi, quella del mercato efficiente: deflazione, ovvero riduzione dei prezzi per aumentare il potere d'acquisto del reddito.
La seconda, scelta dalle borse, quella del mercato sotto tutela: reflazione. Tutto a debito, quello fatto dai consumatori, ficcato dentro l'economia ha tentato di surrogare quell'insufficienza fino a far saltare i conti.
per uscire dall’ empasse, si è ficcato dentro nuovo debito, quello pubblico, fragilissimo.
Politiche keynesiane, quelle degli sgravi fiscali, ancor quelle di sostegno alla crescita hanno prosciugato le casse statali ma la recessione economica non recede. Recede però la capacità dell’impegno pubblico di dare sprone all’economia: deficit e debiti hanno il fiato grosso.
Si paventano default che sollecitano tagli di spesa.
Il welfare traballa: tagli ai costi delle casse di previdenza, ai costi della spesa sanitaria, a quelli dei servizi sociali; meno lavori pubblici, riduzione di stipendio ai pubblici dipendenti.
D’acchito: pensioni e stipendi contratti, pezzi di sanità a pagamento, servizi assistenziali privati del sostegno pubblico.
Ergo, aumenta la spesa privata, ancor meno reddito a disposizione: nuovo debito privato, minore capacità di sostenere la domanda; riduzione della capacità contributiva e, mi sia consentita la ripetizione, debito pubblico incomprimibile, dal costo insostenibile.
Et voilà, le borse si svegliano dal torpore e vanno giù.

Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009

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giovedì 13 maggio 2010

LA CRISI DEI DEBITI SOVRANI E IL MESE MARIANO


Approposito della crisi dei debiti sovrani, il Ministro dell’Economia Tremonti,in quel di Confindustria Veneto a Roncade, dice :"A Bruxelles il ruolo del governo italiano e di Berlusconi è molto forte e spero che in queste ore sia anche fortunato".
Fortunato ? Speriamo!
Poi mostra una seconda opzione: "chiedo che nell'interesse di tutti il patriarca di Venezia, Angelo Scola, gli indirizzi una benedizione".
Non dimentichi Ministro che siamo agli inizi di Maggio, il mese mariano è lungo, alla bisogna aivoglia a snocciolare rosari per guadagnarci l’uscita dalla crisi.
Quando si ritiene, come lei ritiene, che la crisi abiti terre incognite, doveroso provarle tutte.
Provi, magari, pure a sbirciare tra quanto ha da dire il Professional Consumer:
“ Se i redditi erogati per produrre merce risultano insufficienti a smaltire quanto prodotto, il meccanismo dello scambio Domanda Offerta si rompe. Per riparare il guasto si è surrogato quella insufficienza con il debito privato fino a fare sboom; per salvare la baracca si è surrogato quel debito con altro debito, quello pubblico. Oggi Stati indebitati, Stati fragili, Stati sotto attacco della speculazione.
Lei ha fatto del suo meglio nel tenere i cordoni della borsa ed i conti in ordine, aprendo un paracadute che ha consentito di non sfracellarci, magari, su una petrosa Itaca.
Occorre però tornare a salire forte, non scendere piano, per rimettere il debito ai nostri debitori e andare oltre la recessione.
Già, salire: perchè non retribuire il LAVORO dei CONSUMATORI, quello che smaltisce l’eccesso di Offerta che ingolfa il mercato e riavviare il processo di crescita?
Come?
Compito della politica trovare il modo per redistribuire, con maggior equilibrio, quella ricchezza generata per 2/3 dall’esercizio del consumo. Affinchè rifocilli le tasche di chi, pur avendo il potere d’acquisto, non può esercitarlo.
Ci provi, troverà mille ostacoli e diecimila che remeranno contro; ci sono però centomila buone ragioni per percorrere questa strada”.
Buona fortuna.

Mauro Artibani
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giovedì 6 maggio 2010

CRISI, SE I REDDITI SONO INSUFFICIENTI, ANCORA DEBITO: BOH!


Se i redditi erogati per produrre merci risultano insufficienti per smaltire quanto prodotto, si è in un bel casino. Qui sta la crisi.
L’Istat dice che: Nel 2009 il reddito disponibile delle famiglie in valori correnti e' diminuito del 2,8% rispetto al 2008. Si tratta della riduzione piu' significativa a partire dagli anni '90. In calo anche la spesa delle famiglie, scesa dell'1,9% e il risparmio che segna un ribasso dello 0,7%.
L'Isae in un rapporto sul comportamento delle imprese aggiunge: Nel 2009 ha assunto meno di un'impresa su 3. E la maggior parte dei contratti fatti e' a tempo determinato.
La BCE chiosa: Nell'Eurozona crescono i prestiti alle famiglie. Nel mese di marzo si registra un aumento del 2,2% su base annuale. I finanziamenti per l'acquisto di abitazioni salgono del 2,6% su base annuale, quelli per altri scopi del 2,9%.
Insomma Signori, per mettere una pezza ai redditi insufficienti, ancora debito; quello stesso debito che ha dato inizio alla recessione mondiale: così si esce dalla crisi?

Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009

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