mercoledì 31 ottobre 2012

CRISI, SE LA RUOTA DEL SISTEMA NON GIRA

Nel sistema economico vige la regola del cerchio: se non si produce niente lavoro, niente occupazione, niente reddito, niente spesa, niente consumo, niente nuova produzione, niente lavoro, nien...... Ecco si, una partita di giro. Sul bordo di quella circonferenza agiscono agenti produttivi: il mutuo interesse deve garantire il moto; l'azione li tiene in equilibrio affinchè quel che viene prodotto venga consumato. Ma che bella società la Libero Mercato spa. Ci sarà lavoro se vi sarà la necessità di produrre. Le Imprese per produrre dovranno avere la certezza che vi sia domanda da soddisfare. Per soddisfare la domanda occorreranno denari che spendono. Denari che si otterranno compensando il lavoro. Compenso che dovrà essere sufficiente ad acquistare quanto quel lavoro ha prodotto. Orbene, in questa società il Consumatore, per ruolo prodigo e men che mai satollo, deve acquistare e consumare l'acquistato; così facendo fa il 60% della crescita; agli altri soci il resto. Potrà farlo se adeguatamente capitalizzato, altrimenti la ruota del sistema si fermerà, anzi si già è fermata. Al buon intenditor fischieranno le orecchie. Mauro Artibani Studioso dell’Economia dei Consumi www.professionalconsumer.wordpress.com

venerdì 26 ottobre 2012

LA CRISI DELLE PRODUTTIVITA' CONFLIGGENTI

Di fronte ad un sistema produttivo che mostra i segni dell'usura, si tenta di fare, ognuno per sè. Prevedere l'assegnazione di mansioni inferiori e la possibilita' di incrementare i tempi di lavoro: queste le proposte che Confindustria, Abi, Rete Imprese Italia, Ania e Alleanza delle Cooperative hanno presentato ai sindacati nel corso dell'incontro sulla produttivita'. Eggià, la produttività, per le Imprese sta nel produrre riducendo i costi aumentando i ricavi e farsi magari più competitive. Se tanto mi da' tanto, sul mercato arriveranno ancora più merci e più appetibili per Consumatori inappetenti, con meno redditi e più ore di lavoro sul groppone. Essipperchè l'altra produttività, quella che i Consumatori mettono in campo, sta nell'aumentare la redditività del proprio reddito; nell'acquistare spendendo meno. Affrancati dal bisogno possono farlo; con un ancor più ridotta capacità di spesa, lo debbono. Ma, porc...., per far fronte alla crisi Produttori e Consumatori mettono in campo strategie di produttività confliggenti! Signori, operatori di un mercato scassato, nell'attesa messianica di un Dio per tutti che rimetta insieme i cocci si può tentare una iperbole: mettere in campo le risorse disponibili per riavviare quel moto produttivo, circolare, e renderlo perpetuo. Circolare, appunto, nella sequenza continua di produzione e consumo. Tra le risorse estratte dalla produttività delle Imprese, per esempio, ci sta quel profitto che remunera il rischio; se investito per smaltire il prodotto, fornirà propellente al reddito che spinge la spesa, annullando proprio il rischio d'Impresa aumentando però gli utili. Mauro Artibani Studioso dell’Economia dei Consumi www.professionalconsumer.wordpress.com

giovedì 18 ottobre 2012

COESIONE PRESIDENTE MONTI? NOI CI SIAMO!

Monti chiama: “ln Italia bisogna mobilizzare tutte le energie per riprendere a crescere, nessuna esclusa''. Presenti! Noi siamo quelli della spesa privata che fa il 60% del Pil; le famiglie. Si insomma i consumatori che, con l'acquisto trasformano il valore delle merci in ricchezza, che consumandole le fanno riprodurre. Si, siamo quelli che danno continuità al ciclo economico, sostanza alla crescita. Questo il nostro ruolo, per poterlo esercitare dobbiamo disporre di risorse di reddito sufficienti. Lei Presidente dice pure:''In questa fase della vita italiana e' coesione la parola chiave'' Eggià, coesi, perchè “Il sistema industriale e' un patrimonio per il Paese''. Noi di tutto punto, per sostenerlo, abbiamo speso più del reddito disponibile. Anzi abbiamo acquistato in sovrappiù per non svalutare la capacità produttiva di quel sistema: giustappunto coesione! Non paghi, abbiamo assaltato le banche per avere credito per pagare il sovrappiù. A noi il debito, ai creditori il profitto. Se non è coesione questa! Non è coesione dare focillo, con il prelievo fiscale sui redditi da lavoro, ad uno stato sprecone ed il rifocillo con l'iva che tassa la spesa? Ma, porc...continua a calare la propensione al risparmio delle famiglie italiane. Siamo ai minimi storici. Nel secondo trimestre del 2012, misurata al netto della stagionalità, la propensione al risparmio è stata pari all'8,1%: il dato più basso almeno dal 1999. Cacchio, solo nei primi sei mesi di quest'anno si registra un calo del potere d'acquisto su base annuale del 3,5%. In discesa anche il reddito disponibile dell'1% su base trimestrale e dell'1,5% su base annuale. Se tanto mi dà tanto non saremo in grado di acquistare il prodotto dei Produttori, ahiloro; manco in grado di restituire il debito ai creditori che verranno screditati. Per le tasse, a Lei diremo pappappero! Presidente Monti la prego, coesione si; se a senso unico però, viene giù tutto! Mauro Artibani Studioso dell’Economia dei Consumi www.professionalconsumer.wordpress.com

giovedì 11 ottobre 2012

LA PRODUTTIVITA' DELLA POLITICA

La crisi sta lì, morde. Intorno gente di tutte le risme si affanna, incespica in formule scadute; con zuffe dottrinarie gli economisti tentano di raccattare crediti da spendere in tivvù. La politica pure, fin ieri dentro un bipolarismo muscolare che fa audience, ad accapigliarsi tra il non fare degli uni, il non dire degli altri: tanto “la crisi è terra incognita”. Oggi, nel campionato della crisi, quei partiti, senza cognizione, stanno in panchina. Onorevoli bolsi, con il fiato grosso; presi in contropiede, incapaci di smarcarsi, rifugiati in corner. Il Mister, per non rischiare la retrocessione della squadra, li ha sostituiti. Hanno giocato poco, hanno giocato male, messi di riserva, onere-volmente incassano i premi partita. Nell'ultimo scorcio di campionato sta in campo un Senatore, all'uopo a vita, ed altri dieci non votati, lindi e pinti, a mettere pezze per tentare di sfangarla. Ad Aprile si ricomincia. Loro, seppur fuori squadra, rifanno le squadre. Quelli del centro politico si attrezzano a restare in panchina. Chiedono voti per farsi eleggere e far giocare i non eletti. Quelli a sinistra si marcano ad uomo, bisbigliano tra loro, non si sente nulla. Quelli di destra ci saranno? Che diranno? Manco si intravvede traccia del programma di governo di questi elegibili signori. Col cavolo: quella terra è ancora più incognita. Eggià, sembrano pure stavolta voler schivare il governare. Lo scorgono i ben informati, dicono che la nuova legge elettorale verrà disegnata per non far vincere nè governare alcuno. Ha già un nomignolo: “Monti bis.” Con tale andazzo che si fa? Approposito dei costi della Politica, a quelli impropri guarda la magistratura, per quelli propri tocca ai contribuenti rifare i conti. E se decidessimo di vincolare l'esborso per i loro emolumenti alla produttività, quella dell'esercizio di governo, proprio come a quelli che lavorano? Massì, all'efficacia delle loro politiche di governo dei fatti economici, del lavoro, della giustizia. Giustappunto, con la spending review di una Politica ignorante si potrà spendere meno, spendere meglio e magari ottenere di più. Da fare in fretta però, prima che l'Impresa Italia chiuda. Mauro Artibani Studioso dell’Economia dei Consumi www.professionalconsumer.wordpress.com

venerdì 5 ottobre 2012

CRISI: APPROPOSITO DI RISORSE PRODUTTIVE

La condicio sine qua non di un processo economico efficiente, si mostra nell'utilizzare al meglio le risorse disponibili a tenere in equilibrio il meccanismo produttivo. Si, insomma, quanto il sistema produce, il sistema interamente consuma. E se questa dannata crisi fosse il frutto proprio di un impiego inefficiente delle risorse produttive del sistema economico? Diamo un'occhiata. Se l'innovazione tecnologica e l'automazione dei processi hanno aumentato la capacità produttiva e ridotto l'occupazione, riducendo parte del costo del lavoro; se con le delocalizzazioni si è fatto il resto riducendo i salari, e con il credito a buon mercato a iosa si sono fatti investimenti in conto capitale, i Produttori hanno fatto bingo! L'impiego delle risorse produttive delle Imprese va a 1.000, l'abbondanza di merci inonda il mercato. Giustappunto, un mercato zeppo di merci che occorre smaltire. Con tale andazzo ai Consumatori tocca un gran da fare per utilizzare al meglio le risorse produttive in dotazione: a loro tocca spendere, tocca acquistare, tocca consumare l'acquistato. Così si ri-produce, si genera lavoro, occupazione, et voilà ricchezza. Ma, porc...quando tocca a loro fare, mancando della risorsa di reddito adeguata all'acquisto, non fanno. Quando questo accade sono dolori: il valore di quella merce si svaluta, si brucia ricchezza; viene ridotto pure il tornaconto delle risorse produttive fin qui impiegate. Orbene, per riportare il sistema in equilibrio occorre investire quei profitti, tenuti in stand by, degli agenti economici dotati. Riallocazione si chiama, affinché chi deve fare faccia per ridare efficacia alle risorse impiegate e sprone a quelle inutilizzate. Tutto qua: questo il prezzo da pagare a chi spende per far crescere il Pil. Mauro Artibani Studioso dell’Economia dei Consumi www.professionalconsumer.wordpress.com