martedì 30 giugno 2009

CONSUMATORI E’ TEMPO DI ESAMI: INTERROGHIAMO GLI ASTANTI


E’ tempo di esami: interroghiamo gli astanti.
Chi acquista merci generando ricchezza?
Chi, consumando l’acquistato, fa ri-produrre fornendo continuità al ciclo produttivo?
Chi, mediante l’acquisto, distribuisce denaro ai profitti, ai redditi pure alle casse erariali?
Chi, per sostenere la Domanda di un’ Offerta in eccesso, ha bruciato reddito, risparmio, debito?
Chi, pur di adempiere al proprio ruolo, invece di cibarsi ingrassa, invece di abbigliarsi veste alla moda che passa di moda?
Chi, consumando l’acquistato, smaltisce l’eccesso inquinando l’ambiente?
Suvvia: i Consumatori! Chi altri sennò?
Già, tutto questo abbiamo fatto, tutto questo, per mancanza di un reddito sufficiente alla bisogna, non potremo più fare: et voilà la crisi!
Porcoggiuda saremo costretti a ridurre le spese per compensare questa insufficienza, non potremo sostenere la domanda, aumenterà quell’offerta già sovrabbondante, si ridurranno gli investimenti; meno lavoro, meno reddito, meno incassi per l’erario; verrà bruciato valore, verrà bruciata ricchezza; meno crescita economica, ancora più crisi.
Astanti, ci siete?
Et voilà la chiosa: la crisi mostra, anche a chi non vuol vedere, come l’acquisto non sia solo ristoro ai bisogni, non sia neanche solo un vezzo, forse pure una volgare ancorché irrinunciabile necessità per sostenere la crescita e generare ricchezza.
Un obbligo che, per essere esercitato, ha bisogno del conforto di un reddito adeguato.
Non un obolo, il giusto ristoro invece per un esercizio di necessità: un lavoro per Noi!

Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009
www.professionalconsumer.splinder.com
www.professioneconsumatore.org

venerdì 26 giugno 2009

CONSUMARE: ESERCIZIO PRODUTTIVO ALTRO CHE DI BISOGNO !


L’ho detto, l’ho scritto, sono costretto a gridarlo: LA CRISI E' FIGLIA DI UN SISTEMA PRODUTTIVO SFIANCATO E DI UN MERCATO STRABICO.
Altro che terra incognita.
Nel mercato del lavoro un eccesso di Domanda ha ridotto i redditi, aumentato i profitti; in quello delle merci l’eccesso di Offerta non ha ridotto i prezzi, nemmeno i profitti: nessuno si è accorto di nulla, tutti hanno taciuto.
Il credito drogato, che ha surrogato quel reddito insufficiente, ha sostenuto artificialmente la domanda.
Si sono fatti profitti, anzi si è prodotto ricchezza con il debito.
Per un po’ ha funzionato: oggi Sboom.
Credo sommessamente e con tracotante volontà ritengo si debba ricominciare daccapo.
Se la crescita economica si fa comandamento, tabù, il PIL diviene il totem attorno a cui danzare senza posa: il 70% del PIL il risultato di cotanto danzare dei Consumatori.
Ma quale esercizio di bisogno allora! Il consumare si fa esercizio produttivo, i Consumatori operatori economici.
Per questo esercizio occorre mettere in campo Tempo, Attenzione, Perizia, Costanza, pure Ottimismo: un vero e proprio Lavoro.
E se lavoro ha da essere, Reddito sia.
Sbigottiti?
Agli sbigottiti basta dare un'occhiata in giro: ci sono già occasioni di reddito, eccome.
Reddito, ancora occasionale, che si può intercettare in alcune proposte commerciali.
Reddito che si può estrarre da un acquisto sapiente.
Reddito dal “fai da te”.
Occhio ragazzi: occorre spulciare, indagare, farsi pure ficcanaso.
Le televisioni commerciali retribuiscono l’uso della mia attenzione, mi intrattengono: non pago il canone, ottengo vantaggi economici.
Le free press stessa cosa. La mia quotidiana attenzione venduta vale il costo del quotidiano: incasso pressappoco 365 euro l’anno e sono pure informato.
Ikea retribuisce, con il prezzo più basso, il lavoro necessario per montare il mobile acquistato: un bel guadagno.
C'è il costo più vantaggioso di alcune merci che serve per fidelizzarmi. Acchiappo tutte le carte fedeltà, fidelizzo i fidelizzatori, acquisto solo quelle merci convenienti: ci guadagno.
Se con la mia famiglia ed altre famiglie facciamo un Gruppo d’Acquisto, questa massa critica farà il prezzo e la qualità del prodotto: un bel guadagno.
C’è ancora il faidate.
Se invece di cibarmi ingrasso, spendo troppo e male; se invece di abbigliarmi vesto alla moda, che passa di moda, spendo troppo, spreco.
Risultato: bassa la redditività del mio reddito.
Se non ingrasso spendo meno, più salute: ci guadagno; se distillo la moda, scarto meno, spreco meno: ci guadagno.
Miglioro così quella redditività, rifocillo il reddito, aumento la capacità di spesa.
Occorre che quelle occasionalità lascino l'occasione per farsi Sistema; quegli acquisti sapienti dovranno farsi Regola; il faidate tornare a farsi “economia domestica”.
Certo, lasciare la gestione della domanda al faidate un azzardo.
Quel fardanoi un guaio per voi.
Per recuperare reddito verrebbe ridotta la domanda, quindi ancor più eccesso d'offerta; il valore svalutato, i profitti ridotti, i redditi pure, meno ricchezza per tutti: crisi nera.
Chi sarà disposto a correre questo rischio? Dio ve ne scampi e liberi.
Il Reddito da Consumo invece il male minore.
Lo si può estrarre dagli extra profitti ottenuti dalla compressione di stipendi e salari, quelli maturati dal forzato smaltimento dell'eccesso produttivo; quelli insomma scovati dalla Banca Regolamenti Internazionali
In cambio: garanzia di consumazione, smaltimento dell'offerta, continuità del ciclo produttivo; utili pochi, maledetti, certi, e profitti smilzi ma assicurati.
Di questi tempi, meglio di così si muore.
Ecco, l'ho detto tuttodunfiato: dati, fatti, opzioni, sta tutto qui.
Se ho torto ditelo; se ho ragione pagatelo quel maledetto reddito: buon pro ci faccia, a tutti.

Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009

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mercoledì 24 giugno 2009

NON MI FA PIU' CREDITO NESSUNO, DIVENTO MATTO


I redditi non bastano più per sostenere gli acquisti?
Dovremo fare dispensa di alimentarci oltre misura, smettere la moda; tenerci il telefonino, quello vecchiotto, e via di questo passo.
In cambio più salute, meno sprechi. Si ridurrà lo smaltimento, meno TARSU da pagare, meno inquinamento.
Magari anche meno timorati del prossimo: tutto in un sol colpo.
Se smettessimo di approvvigionarci, accadrebbe che la Domanda, già debole, cadrebbe; non crescerebbe il PIL, nemmeno la produzione, ancor meno lavoro in giro; meno reddito, meno ricchezza, meno IVA per le casse dell’erario, meno contributi alle casse pensionistiche.
Meno tutto, insomma.
Ma che cacchio di meccanismo abbiamo messo in piedi?
Se non ho redditi appropriati, riduco i consumi: cos’altro posso fare?
Se li riduco crolla tutto.
Si è provato ad uscire dall’empasse con il debito; ha funzionato per anni poi Sboom.
Una cosa posso ancora fare: cercare l’ausilio del credito.
Pah, non mi fa credito nessuno: divento matto.
Da matto, mi metto a dire che debbo essere retribuito: per far crescere l’economia ho l’obbligo di consumare.
Quest’obbligo pressappoco un lavoro; quel lavoro deve trovare pressappoco un reddito, pressappoco lo stesso reddito che occorre per sostenere la Domanda.
Okkei, io sono matto: voi che non lo siete, datemi un'altra dritta per uscire dal guado.

Mauro Artibani
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sabato 20 giugno 2009

SI CONTINUA A SVALUTARE VALORE E BRUCIARE RICCHEZZA


“Barack Obama, presidente degli Stati Uniti, decide di fronteggiare il crescente tasso di disoccupazione promettendo oltre 600.000 nuovi posti di lavoro negli Usa entro l'estate.
Il progetto del presidente ha come obiettivo il ricorso ai lavori pubblici: dalla manutenzione delle basi militari ai nuovi progetti stradali ed aeroportuali; dall'assunzione di insegnanti alla creazione di posti di lavoro stagionali.”
Questa la notizia: che dire?
Finora si sono persi 6.000.000 di posti di lavoro, si tenta di ripristinarne 600.000; lo si fa adottando politiche keynesiane di spesa là dove la spesa pubblica ha il fiato corto.
Solo un cittadino su dieci potrà avere un' occupazione, anch'essa con il fiato corto, per poter tornare a spendere con cautela, magari acquistando merci cinesi a buon mercato. Aumenterà il deficit commerciale, nuovi bond verranno emessi per compensare quel deficit e via di questo passo.
Bè, per dare sostegno al potere d'acquisto e uscire dalla crisi non c'è male.
Il soccorso congiunturale alla crisi appare debole; la capacità di supporto strutturale, per contrastarla, inesistente.
Per questa via si continuerà a svalutare il Valore, a bruciare Ricchezza.
Cui prodest ?
Non ai produttori di quel valore, nemmeno a chi ha lavorato per quel valore, figuriamoci al fisco che si nutre di quel valore; forse ai Consumatori che, se quel valore non sono in grado di poter acquistare, avranno la scusa per restare a casa, in panciolle ad oziare mentre il mondo va in malora.
Maledetti Consumatori!
Si loro, quelli della vita spesa a fare la spesa, quelli che acquistano ben oltre il bisogno per smaltire l'eccesso di offerta; quelli che se non consumano non si potrà ri-produrre.
Proprio loro che millantano debito, che non hanno più credito.
Paghiamo i loro servigi, non potranno sottrarsi dal fare quel che sanno fare: non avranno più alibi.
Li avremo incastrati.

Mauro Artibani
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martedì 16 giugno 2009

SONO UN IMPROVVIDO, IMPROVVISO: UN REDDITO DI SCOPO


Se i meccanismi di mercato negano a chi lavora redditi sufficienti per sostenere la Domanda.
Se il Debito fin ieri ha surrogato quell’insufficienza, oggi non più.
Se l’ Offerta di prodotto ieri in eccesso fisiologico, oggi ancor più eccessiva, privata di redditi adeguati a smaltirla, ristagna svalutandosi.
Se chi ieri ha regalato il credito, oggi non ci fa più credito.
Come cacchio faccio a mandare avanti la baracca?
Beh, sono un improvvido, improvviso: un Reddito di scopo!
Si, un Reddito per compensare quel lavoro di consumazione necessario a smaltire l’offerta; per generare nuova ricchezza e, giaccheccisono, fornire la spinta per nuovamente produrre. Pure, magari, per restituire dignità di ruolo e di azione ad una categoria, quella dei Consumatori, fin ieri apostrofata rimbambita, oggi ambita per uscire dalla crisi economica.

Mauro Artibani
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venerdì 12 giugno 2009

TUTORI ALTRO CHE TUTELATI, BADANTI NON PIU' BADATI


Orsù compagni consumatori, rifacciamo il mercato!
I produttori che millantano credito di produrre ricchezza; che hanno così avuto credito dal credito, dalla politica, dai dottrinari dell'economia sono soggetti forti?.
I Consumatori che, nel loro quotidiano fare, fanno il 70% del PIL sono soggetti deboli, da tutelare?
Questo mercato imperfetto che registra la nostra debolezza ed il vanto immeritato dei nostri competitor è in crisi
Ma quale ricchezza d'Egitto: loro producono invece Valore e pure in eccesso.
Altro che forza: in quell' eccesso sta la loro debolezza.
Dipendono dai nostri umori acquirenti, dalle nostre idiosincrasie; dipendono dalla nostra attenzione nel conoscere i loro prodotti. Dipendono dal nostro tempo per poterli vendere; dipendono dalle nostre finanze per incassare profitti, per pagare salari e stipendi; dipendono dal nostro consumare l'acquistato per poter nuovamente produrre: Dipendenti.
Noi invece potenti. Produciamo ricchezza acquistando quel Valore che diventa denaro, quindi reddito da distribuire; quel Valore consumato infonde speranza per una nuova produzione.
L'ora è giunta, la crisi lo impone: gagliardi e pimpanti presenteremo il conto ai nostri Dipendenti, per quell'eccesso che sfianca i nostri redditi.
Le credenziali ci sono, la forza pure.
Tutori altro che tutelati, badanti non più badati.
Con la crisi che incombe e quel pizzico di disperazione che si sente nell'aria, dovranno darci il resto per non restare tutti, ma proprio tutti, sfiancati.
Anche loro.

Mauro Artibani
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martedì 9 giugno 2009

LA CRISI OLTRE LA CRISI


LA CRISI OLTRE LA CRISI


guarda il video
http://tv.repubblica.it/rubriche/consumi-e-costumi/la-crisi-oltre-la-crisi/33219?video

LO SPECIALE DI REPUBBLICA TV DI GIOVEDI 28 MAGGIO 2009
In studio a Roma
Riccardo Bagni, vice-presidente Coop Italia, 
Antonio Longo, presidente Movimento Difesa del Cittadino, 
Mauro Artibani, professional consumer.
Conduce Giovanni Valentini

sabato 6 giugno 2009

CONSUMATORI: CAMBIARE LA RAGIONE SOCIALE DEL CAPITALISMO

Meccanismo produttivo a fine corsa?
Non genera più ricchezza, satura la produzione di valore, depreda risorse, inquina; ha subito i processi di finanziarizzazione, funziona con il debito.
Non ha avuto però eguali per efficienza, ha il sostegno della democrazia politica.
Si dovrà rimetterlo in sesto, ristrutturarlo.
Andranno rimossi i gestori, quei produttori dell’eccesso produttivo: hanno più bisogno i gerenti di vendere che i Consumatori di acquistare.
Con tal ceto canuto: geriatri al capezzale o nuovo ceto al comando?
Candidi, si candidano i Consumatori.
Noi, si noi.
Chi più di noi occupa il centro della scena produttiva?
Trasformiamo, mediante l’acquisto, il valore in ricchezza; consumando l’acquistato facciamo ri-produrre. Questo ci ha indebitati fino al collo; per smaltire l’eccesso produttivo inquiniamo e, lo bisbiglio, abbiamo lacerato le relazioni umane.
Non tutto ma di tutto: onore al merito, altro che tutele.
Meritato il ruolo, la meritocrazia del ruolo impone di cambiare la ragione sociale del Capitalismo: da quello dei Produttori in quello dei Consumatori.
IL NOSTRO IMPEGNO: garantire la crescita economica, il 70% del PIL.
IL NOSTRO OBBLIGO: da operatori economici, consumare. Un lavoro!
LE CONDIZIONI: un Reddito da Consumo che compensi l’obbligo della nostra azione e ci affranchi dal debito.
I VANTAGGI: rigore nella gestione dei fattori produttivi; misura nell’azione, equilibrio tra domanda e offerta; responsabilità agli atti, oculata gestione delle risorse; dignità di ruolo alla pratica del consumare; equa distribuzione dei carichi di impresa e degli utili; soluzione alla crisi economica.
Mettiamo in gioco tutto: un bell’impegno da assumere tuttodunfiato.
Avremo bisogno di appoggio politico.
Garantiamo appoggio elettorale.

Mauro Artibani
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Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009

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mercoledì 3 giugno 2009

CONSUMATORI, CHI FA IL PREZZO?

Nell’incontro tra Consumatori e Produttori, tra chi vende e chi compra, tra chi offre e chi domanda; là, dove si confrontano le utilità, si cercano le convenienze e questo braccio di ferro trova equilibrio, si fa il prezzo: questo il mercato.
Quando lo si trova imposto sulle confezioni, quell’ambaradam sembra mancare.
Eppure il prezzo c’è. In codice, a barre, ma c’è.
Cribbio: chi l’ha fatto, come l’ha fatto e soprattutto il prezzo è giusto?
Domande legittime, per dipanare quel “tanto finto” che appare.
Ed allora, io finto tonto, interpreto: con la lente indago, con il naso annuso; avendo labbra dico.
Se vi è un eccesso di capacità produttiva nel settore automobilistico pari a 30.000.000 di pezzi e la pubblicità si limitasse a dare informazioni sui modelli in vendita, avrebbe efficacia quel messaggio?
Se invece quel messaggio mettesse in campo orizzonti di senso, utilizzando passioni, emozioni avrebbe un' efficacia irresistibile: difficile sottrarsi.
Se poi quelli del marketing ci mettessero del loro nel produrre attese indifferibili, fino a sollecitare la domanda, ed il tutto risultasse decisamente efficace, fino a simularne l’accoglimento, fare il prezzo .... un gioco da ragazzi!
Avremo acquistato l'eccesso al prezzo imposto.
Se tutto questo fosse, se tutto questo potesse esser fatto, noi Consumatori non avremmo il potere della domanda, avremmo solo il dovere di acquistare per far crescere l’economia.
Questo quel che si è fatto, acquistando ben oltre la nostra capacità di spesa, magari a credito; magari per produrre ricchezza con il debito: questa un'altra faccia della crisi!

Mauro Artibani
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Paoletti D’Isidori Capponi Editori
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