mercoledì 29 aprile 2009

CONSUMATORI: IERI CRISI, OGGI MENO E DOMANI?


“La velocità di deterioramento della crisi sta rallentando” parola di Mario Draghi.
Ieri crisi, oggi meno. E domani?
Adda passà 'a nuttata: questo l’ottimismo di maniera che trapela dagli addetti ai lavori.
Dell'ottimismo quello vero, quello che conta, quello dei Consumatori, neanche l’ombra.
A furia di politiche monetarie, tassi bassi e sgravi fiscali con il fiato corto, ci arriverà addosso altro debito a mò di denaro, buono per fare le nozze con i fichi secchi.
Per un pò passerà la fame; si rischia la dissenteria.
Ricominciamo daccapo: la crisi è crisi da insufficienza di reddito per sostenere quella Domanda, necessaria per smaltire il cronico eccesso di Offerta. Con il debito, surrogato del reddito, si è messa una pezza; con il credito si è fatto prima business poi SBOOM.
Dove siete Signori dell’economia, apostoli della concorrenza, equilibristi del Valore?
Al Mercato si usano due pesi e due misure; trovano conforto i figli non i figliastri.
Là, dove un mercato del lavoro superaffollato svaluta i redditi, quello delle merci in eccesso non svaluta i profitti.
Mercato assistito questo, assistito dal debito che ha sostenuto artificialmente la domanda: lo vedete il bubbone della crisi?
Signori, dico a voi, il debito non è più in grado di dare supporto alla domanda, occorre darsi da fare per riequilibrare il valore dello scambio e rendere efficiente il mercato.
Hanno più bisogno i produttori di vendere che i consumatori di acquistare: va stimato questoValore, definito un nuovo prezzo.
Quel prezzo potrà arrivare nelle nostre tasche: sarà Reddito da Consumo, buono per rimpinguare altri asfittici redditi, buono per consumare.
Altro che terra incognita!

Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009

www.professionalconsumer.splinder.com
www.professioneconsumatore.org

sabato 25 aprile 2009

IMPICCI AL MERCATO CHE BRUCIANO VALORE, SVALUTANO RICCHEZZA


Facciamo una capatina al mercato, là dove si forma il prezzo, dove si incontrano domanda e offerta; dove tu vendi io compro, dove il valore si trasforma in ricchezza, la ricchezza in reddito.
In questo luogo, da qualche tempo, quegli stessi individui non si incontrano; si scontrano invece due eccessi: la sovraccapacità produttiva, l’incapacità reddituale.
Et voilà: la crisi economica.
Personaggi ed interpreti: Produttori e Consumatori.
L’uno, il lattaio, troppo latte dopo tre giorni caglia; l’altro, manca di denaro per ciucciare tutto quel latte.
L’uno, che produce moda che passa di moda troppo in fretta; l’altro, ieri smodato, oggi senza il becco d’un quattrino.
L'uno, l’editore, costretto ad incartare pesce con i quotidiani del giorno dopo; l’altro che, esausto nelle finanze, manca al quotidiano informarsi.
Impicci, insomma, che svalutano Valore, bruciano Ricchezza.
Il primo eccesso, quello dell' offerta, preda risorse. Se consumate inquinano: Valore però.
Valore/merce che assolve bisogni, ristora passioni, sollecita emozioni: acquistate diventano ricchezza.
Altro eccesso: la domanda.
I Consumatori, hanno fatto il possibile e l’impossibile per rispondere spendendo reddito, risparmio, debito assolvendo bisogni, ristorando passioni ed emozioni, fino alla consunzione .
Che fare per uscire dal guado?
Stare fermi, appostati; non consumando non si depreda, non si inquina: pure questo un valore.
Se assoldati, allegri, vivaci consumeremo come prima, più di prima.
A buon intenditor, poche parole!

Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009
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mercoledì 22 aprile 2009

BEI TEMPI QUANDO BASTAVA IL REDDITO PER POTER CONSUMARE


Solo per il settore auto gli incentivi messi a punto in diciannove paesi ammontano a 50 miliardi di $, come precisa la società di analisi Deloitte. Solo una parte dei 3.600 miliardi stimati per sostenere la crescita e stimolare la ripresa.
Crescita e ripresa sono insomma i precetti con cui i Consumatori vengono richiamati all'ordine; a cui dobbiamo corrispondere con il nostro esercizio di consumo.
Bei tempi quando bastavano gli incanti della pubblicità e le sapienti prodezze del marketing per potervi corrispondere!
Bei tempi quando bastava il reddito per poter consumare!
Bei tempi quando si poteva abusare dei risparmi!
Ancora ieri si poteva, con le scorribande del credito al consumo e poi con il debito.
Oggi no!
Oggi si propongono incentivi, magari bonus.
Quella crescita e quella ripresa reclamano montagne di debito pubblico che oscurano il domani.
Bene. Se vogliamo che quel domani sia un altro giorno occorre trovare nuovi equilibri, imporre una nuova misura al mercato.
Là, dove il lavoro produttivo svalutato e inflazionato non trova reddito adeguato; dove il lavoro di consumo non trova riconoscimento nè ristoro, là in mezzo, tra una produzione in eccesso e un consumo indefesso, il debito ha sostituito la moneta per produrre ricchezza.
Qui deve trovare albergo un Reddito di Scopo che integri quelle insufficienze, retribuisca l'esercizio professionale del consumare, dia la stura alla Domanda, stappi il tappo della crisi che imballa il meccanismo produttivo.
Altro che “terra incognita”!


Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009

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domenica 19 aprile 2009

SE TUTTI RICCHI, SAREMMO PIU’ POVERI

In questo universo dello sfarzo, non è tutto oro quel che luccica.
Più si diventa ricchi, minore il profitto che si ricava dall’acquisto dei beni, più si è indotti a risparmiare: parola di Keynes.
Ta-ta-tan: il paradosso della parsimonia.
Se tutti ricchi, tutti risparmiamo: si consuma meno, meno PIL, si ridurranno gli investimenti, il lavoro, il reddito e per questa via anche il risparmio.
Altro paradosso allora: se tutti ricchi, saremmo più poveri.
Calma e gesso, non saremo tutti ricchi e, vivaddio, nemmeno parsimoniosi cosicchè, nel nostro lavoro di consumo per sostenere la crescita con redditi insufficienti, si possa alfin esporre l’ennesimo paradosso: produrre ricchezza con il debito.
Cacchio, di paradosso in paradosso non c’è più ciccia ma solo l’osso.
Oddio, più che l’osso, questi ossimori mostrano contraddizioni, fragilità e crepe del sistema economico.
Ci vorrebbe un furetto tutto pepe, grazia, impertinenza: un giustiziere economico per non sprecare ricchezza, per mitigare povertà.
Detto fatto. “Come la freccia che dall’arco scocca, vola veloce di bocca in bocca”: Eccolo, è lui, si proprio lui, il Professional Consumer.
Gagliardo ed inorgoglito, fischiettando fra i denti recita a memoria: chi ha troppo Dia, chi ha poco Prenda.
Poi, sollecitato dagli astanti, chiosa: Se troppo ricchi, si consuma meno; se poveri, troppo consumo, troppo debito. Queste diseconomie infestano l’economia; occorre riequilibrare le quote di risparmio, le quote di consumo, redistribuire quote di reddito; estirpare infestanti parsimonie, mitigare prodighi eccessi per riportare in equilibrio il sistema perchè beati, non più beoti, si possa tornare tutti a consumare.
Un dire che non ammette repliche.
Gli entusiasti applaudono, qualcuno mugugna; chi, inebetito, arrossisce.
Al fin del dire si inchina, ringrazia; con un colpo di reni si inarca, salta, rimbalza, si imbosca.
La foresta lo avvolge.

Mauro Artibani
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martedì 14 aprile 2009

CONSUMATORI, E' L'ORA DI IMPARARE IL MESTIERE


Egregi colleghi Consumatori, spendaccioni impenitenti, la crisi impone l'obbligo di imparare a consumare.
Basta con il fare dilettante.
Clienti di tutto non possiamo più essere, dobbiamo allora fare di necessità virtù; in bilico tra il fare prodigo e l'avarizia prendere misura, selezionare. Per questo nuovo fare occorre imparare il mestiere.
Da buon ficcanaso, mi sono messo ad indagare, intercettare; ho poi “teorizzato” come, dove, quando consumare: l'ho scritto.
Mauro Artibani, PROFESSIONE CONSUMATORE, Paoletti D'isidori Capponi Editori, 2009
160 pagine per un testo scritto da un Consumatore ad uso dei Consumatori.
Al riparo da tentativi di colluttazione ideologica, fuori da imperscrutabili sofismi.
Al centro dell’attenzione il mercato: il luogo del nostro agire, zeppo di merci stipate in ogni dove; là, dove un ormai strutturale eccesso di capacità produttiva genera un altrettanto eccesso di Domanda.
La vita spesa a fare la spesa diventa un obbligo per smaltire questo eccesso.
Possiamo sottrarci a questa pratica?
Ci si può sottrarre alla pratica del consumo quando, con tale esercizio, viene generato il 70% del PIL?
Vi è un’altra pratica, oltre quella del consumo, che sappia con altrettanta efficacia trasformare il Valore in Ricchezza?
Tre domande capitali, una risposta esemplare: se consumo ha da essere, Lavoro sia.
Se tanto ci da' tanto rivendicare un REDDITO dall’esercizio del consumo si rende possibile, addirittura auspicabile per rifocillare la capacità di spesa dei singoli.
Acciocché sia spendibile questa opportunità, una figura adeguata: il PROFESSIONAL CONSUMER che sappia gestire la produzione della Domanda e contrattare l’Offerta.
Un Operatore Economico, attrezzato di tutto punto, in grado di gestire i “fattori del consumo”.
Nel libro vengono indagati i modi per intercettare le svariate forme di reddito, che si celano negli anfratti della scena economica, fino a portare alla luce i ruoli e le prerogative che competono ai Consumatori Professionisti nel rendere efficiente la gestione dei meccanismi di mercato.
Declinando, declinando si arriva infine a mettere in calce il codice che disciplina l’agire professionale e precisa i contorni di responsabilità dei Consumatori nella gestione del ciclo di produzione della ricchezza e delle cose del mondo.
A proposito della Crisi economica e come uscirne, date un occhiata all'ultimo capitolo: ne leggerete delle belle!

Mauro Artibani
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giovedì 2 aprile 2009

CONSUMATORE, PRESENTA IL CONTO DEL MECCANISMO ECONOMICO


Io, dietrologo per professione, di fronte alla crisi mi cruccio, mi indigno; cinicamente ipotizzo.
Puoi, tu Consumatore, tentare di resistere, acquistando oltre il possibile?
Non ti bastano i soldi e fai debito?
Perché, diavolo di un Consumatore, non presenti il conto se reggi tu il meccanismo economico?
Chi paga?
Ti pagano, ti pagano!
Smetti di acquistare, si andrà in deflazione; i prezzi scenderanno, tu avrai vantaggi di spesa.
Se resisti e attendi, scenderanno ancora e poi ancora.
Con la deflazione le merci costeranno meno, recupererai capacità di spesa.
Et voilà: un Reddito da Consumo contrattato.
Contrattato si, perché sarai tu e per il tuo tornaconto economico a decidere quando, quanto e come acquistare.
Un consiglio: scordati il debito.
Se c’è deflazione il Valore del denaro da restituire aumenta: non è un bel vedere!

Mauro Artibani
P.S. Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009
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