martedì 29 dicembre 2020

IL PARAD’OSSO DI MARIA

L’economia, si dice, sia lo studio del modo in cui i soggetti decisori gestiscono le proprie risorse scarse. Dunque, se nelle case si mostra la necessità di dover gestire le scarse risorse della famiglia, l’economia nasce femmina. Non gestore, gestrice: mamma, chi altri sennò? Papà usciva presto, tornava tardi, guadagnava poco; io e mia sorella, ancor piccini picciò, giocavamo nella piazzetta. Risorse si diceva, “fare economia”, nel ben gestire quel-che-serve-per-vivere e la dignità. Bene, io crescevo nei pantaloni, opportunamente comprati grandi; mia sorella nella gonna. A tavola frugali, meno la domenica con il pollo arrosto. Tutto era scarso da dover far prezzo; la penuria invece tanta, tanto da non farlo. Poi i pollivendoli, sviluppate le competenze, migliorati i processi, aumentato il prodotto, dovettero vendere la mercanzia pure gli altri giorni; chi abbigliava non ci stette più a veder rivoltarsi i cappotti. Accadde, insomma, che la scarsità riuscì, dopo tempo immemore, a fare quel prezzo. Et voilà! Papà porto più soldi a casa, mamma, aggiornò il modo di fare economia, io e mia sorella incontrammo la moda; nel frigorifero, nuovo di zecca, trovò posto il di più acquistato. La penuria cominciò a sbiadire; mamma ci prese gusto, allentò la morsa, accettò la “cambiale”. Si volle tutto e subito! Sarà un caso ma… fu lo stesso slogan del ’68, dei miei diciassette anni; tutti, dovettero pensare ad esser prodighi. Sia come sia, le Imprese, per non perdere l’abbrivio, dettero al marketing l’incarico di prendere in carico la domanda, affinchè a noi restasse solo il dover spendere. Essì, dopo il prodigo toccava d’esser mai satolli, facendo gridare “al vizio al vizio” i Sociologi. Con il “mai satolli” si raggiunse il top generando con la spesa i 2/3 della ricchezza nazionale, affrancandoci pure dal bisogno. Gli impresari incassarono, le cambiali scaddero; in aggiunta agli spicci rimasti in tasca, ci venne dato credito a volontà. Poi venne la crisi del 2007, quest’anno la pandemia e quel credito divenne ancor più debito; ci ritirammo in casa a rimirar il già fatto e quel che si dovrà fare. Beh, per rimirar, proprio alle Imprese toccherà ricapitalizzare quelli della spesa organizzando business che consentono di far utili se e quando, acquistando le loro merci, rifocillano il potere d’acquisto. Massì, intanto che gli Economisti aggiornano i loro paradigmi al nuovo che hanno davanti e la Politica pensa al dopo, dopo le pezze che fin qui ha dovuto mettere, le Economiste fanno. Fanno, quel ch’è possibile fare in quest’oggi del barcameno, del paradosso virtù: una a caso, donna, quasi sempre Maria, di media statura, non bellissima; casalinga. Ha in carico redditi familiari insufficienti, risparmi allo stremo, debito e un compito di ruolo: avere cura. Si, cura della casa, della famiglia, di sé. Per far questo, la vita spesa a fare la spesa, fa. Da un’indagine Adoc sui consumi alimentari, risulta che le famiglie italiane buttano nella pattumiera ogni anno 561 euro di alimenti non utilizzati, il 20% della spesa effettuata. Essì, Maria al mercato trova tanto, troppo; tutto. L’eccesso di offerta la circuisce e la sovrasta: silente e oberata, obbedisce. Acquista ciò che trova, non domanda ciò che vuole. Proprio in quell’agire sembra trovare significato il suo fare. Il totem del Pil da’ supporto all’obbligo di quell’acquisto smisurato che genera ricchezza. Ricchezza che, condita con debito, sprechi, rifiuti, deserti di solitudine, manifesta gigantesche diseconomie. Provata da cotanto fervore, che pur inebria, si indigna e si ingegna: ne deve uscire. Ne esce. Per farlo si informa, pondera, medita, comprende, valuta. Scopre che sono soprattutto donne, deluse da Babbo Natale, le più propense al riciclo dei regali su eBay. Ben 3.700.000 i regali riciclati, oltre 4.000 i regali rimessi in vendita da coloro che li hanno ricevuti e non apprezzati. Questo il fatto, ecchè fatto: si è rotto l'incantesimo. Certo è appena una traccia, ancora labile. Merita attenzione però, può portare lontano. Maria se ne avvede, cambia marcia: visto cotanti doni, perchè non trasformarli in merce e venderli a chi ne apprezzi il valore? Queste azioni lasciano intravvedere i prodromi di un ruolo tutt’affatto diverso. Impara a frequentare, in forma tattica, la "privazione" pure la "rinuncia"; già avvezza al "sacrificio", spariglierà le carte dei produttori che avranno da meditare; potrà far loro concorrenza. Dalla sua ha quell'affrancamento dal bisogno che darà sostegno a queste azioni. C'è un valore, c'è un prezzo: 1000 euro. Bruno li spende per regalare a Maria. Maria riceve il dono, compiaciuta ringrazia. Ha già una pelliccia, decide di rivenderla: lo stesso valore fa due volte prezzo, si genera più ricchezza. Un trionfo: guadagna denaro, utilizzando lo stesso bene; non impiega risorse, non smaltisce, non inquina. Anzi ridispone per intero il fare, il dire, il pensare; un progetto di “benessere” che fornisce nuovo senso all’azione, calibra i gesti, istituisce misura. Sceglie, propone attese, infine dispone. Si, dispone quantità e qualità; obbliga l’offerta, ripristina equilibri e compatibilità, scrolla inerzie. Costringe risposte, indica vie, confeziona strategie di responsabilità. Alè Maria, ben più che casalinga! Si un altro modo di prendersi cura forgiando un parad’osso; ‘stavolta con tanta ciccia intorno! Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA

martedì 22 dicembre 2020

LA PANDEMIA E IL CAPITALISMO DEGLI STAKEHOLDER

Col cavolo del Covid, si cominciano a vedere in giro lobby che fanno l’interesse di altre lobby per poter continuare a fare il loro. Tant’è, madama la marchesa! Nel sistema circolare dell’economia dei consumi, questo tocca fare per poter far al meglio per sè e per Tutti. Andiamo al sodo, il fatto non è nuovo. Henry Ford lo fece oltre cent’anni fa, seppur d’allora poc’altro sia stato fatto: lo scorso anno alcuni animal spirits di razza, fiutando l’aria, sentono puzza di covid; organizzano una truppa mettendo in piedi una lobby, la Business Roundtable (BRT), un gruppo che, seppur fondato nel 1972, solo di questi tempi mira a promuovere una crescita economica inclusiva attraverso una sana politica pubblica. L’impegno dei 206 CEO di grandi aziende statunitensi che lo organizzano, vuole ridefinire lo scopo delle politiche aziendali per concentrarsi maggiormente sugli stakeholder”. Presi in parola, quelli di Schroders fanno le pulci su come si siano comportate le stesse aziende in questo particolare contesto. Beh, nel grafico si nota come i firmatari della Business Roundtable abbiano ottenuto risultati migliori rispetto ai non firmatari ma, sottolineano i managers di Schroders, “Emerge il sospetto che, all’interno degli stakeholder, i clienti siano considerati più importanti rispetto ai dipendenti, forse per il rischio di perdita di quote di mercato superiore al rischio di turnover dei lavoratori; in particolare, circa la metà di tutte le aziende ha accontentato i clienti riducendo i prezzi, rinviando i pagamenti e mantenendo le utenze essenziali”. Ehi, però, sebbene i membri BRT precedano le altre società, non membre, i benefit risultano al di sotto del 50%. Beh, difficile dire se, ai Consumatori, quel sotto il 50% basti per poter svolgere il ruolo deputato all’interno del meccanismo economico. Sia come sia, finalmente però a quelli della spesa viene riconosciuto l’esser lobby. Forse perché non sembra esistere altro modo per poter fornire continuità al ciclo economico e al profitto delle Imprese? Tanto che gli Schroders si lasciano andare all’ottimismo: “Crediamo che il rapporto tra le aziende e i loro stakeholder stia evolvendo e che la pandemia abbia accelerato questa tendenza. Riteniamo che stia emergendo un nuovo contratto sociale…” Contratto sociale? Toh, pressappoco quello postulato anni or sono, come “il Capitalismo dei “Consumatori”, proprio là dove fa prezzo il maggior valore del consumare rispetto al produrre! Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA

lunedì 14 dicembre 2020

…. E SE FOSSE “FOR THE NEXT UE GENERATION”?

Next Generation EU, una risposta eccezionale ad una situazione eccezionale. Il totale degli aiuti non potrà superare i 750 miliardi, l’indebitamento dovrà terminare al massimo a fine 2026, i soldi dovranno essere usati per combattere le conseguenze economiche della crisi Covid-19, i fondi potranno essere usati per prestiti fino a un massimo di 360 miliardi e spese fino a 390 miliardi. Daje, un piano d’intervento di dimensioni mai viste prima, facilmente accessibile da parte degli Stati membri, probabilmente idoneo a facilitare l’implementazione di trasformazioni necessarie dell’organizzazione economica europea per la transizione verso un’economia verde e sviluppo del settore digitale. Dunque, verranno all’uopo fatti piani e proclami su a chi, percome e perquando, poterli conferire. Beh, sommessamente, un’ideuzza l’avrei…… se prima della pandemia di COVID-19 la disoccupazione giovanile nell’UE stava al 14,9%, ad agosto 2020 sale al 17,6%; a fine d’anno sarà dannazione per tutti! Essì le previsioni economiche, dell’estate 2020, della Commissione europea dicono di una contrazione dell’economia pari all’8,3% in capo d’anno. Signori benpensanti, se prima, durante e dopo la pandemia si continueranno a tener fuori dal sistema economico/produttivo proprio quelle next generation, che dispongono del mix di capitale umano/sociale per migliorare la produttività del produrre e la predisposizione innata ad esercitare l’esercizio di consumazione come mai prima nella storia, quelle previsioni della Commissione europea saranno il minimo che possa capitare. Suvvia gente, voler fare le nozze meste della crescita tenendo i boys in stand by, per l’amordiddio aumentando ancora il debito, si può; con loro agenti, quelle stesse nozze possono esser regali! Pure perché la spinta alla produttività del sistema, fornita dalla loro doppia azione, consente di generare la ricchezza che ripaga ampiamente i costi dell’esercizio; proprio quelli fin qui pagati con il debito! Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA

martedì 8 dicembre 2020

IL PARADOSSO DEL DEBITO

“Ognuno fa il meglio che può con le risorse che ha a disposizione”. Bene, di questi tempi grami, andiamo a vedere le carte. Che il debito una risorsa possa esserlo ci siamo; quando, per quelli dell’FMI, il debito pubblico globale arriva al 101,5% surroga pure la ricchezza che lo ripaga, riproducendo se stesso. Si, insomma, quello che si genera in termini di ricchezza annuale, risulta a malapena sufficiente a pagare i debiti che son stati contratti. Ehi, mica finisce qui, non esiste solo il debito pubblico mondiale, v’è pure l’iper indebitamento di famiglie e imprese. Insieme fanno il debito aggregato che, a livello globale, raggiunge la cifra spaventosa del 365% rispetto al PIL prodotto. Debito fatto da quelli della spesa, pur’essa aggregata, per poter fare la crescita economica. Urca, se son quasi quattro volte le capacità di ripagarlo, si potrà? Si potrà quando e solo se la risorsa/debito, ripaga più di quanto costa. Dunque, se i paesi sviluppati sono indebitati al 432% del PIL e quelli in via di sviluppo stanno al 64%, come dice Il Sole 24 Ore, tocca distinguere. Beh, i conti son facili da farsi: i paesi sviluppati, avviluppati da un cumulo di inefficienze, le imprese affaticate da una strutturale capacità produttiva inutilizzata, le famiglie ingolfate dalla troppa spesa fatta a debito, gli stati costretti ad usare il debito per pagare il costo del debito, la sanità e le pensioni a gente sempre più anziana e con un misero resto per migliorare la produttività del sistema paese; i paesi in via di sviluppo, scalmanati, con le imprese che investono per recuperare gli svantaggi accumulati nella penuria; le famiglie per fare la spesa, buona ad affrancarsi dalla quella stessa penuria e gli Stati che investono per attrezzarsi a competere non avendo magari la sanità da finanziare, pochi anziani da “pensionare” ed un contenuto costo del debito da onorare. Dispari insomma il contributo fornito, alla produttività totale, dal fattore spesa aggregata. Essì, già nel 2016 l’Unicef disse come la crescita globale del PIL stava al 2,4%; i paesi in via di sviluppo segnavano una crescita del 4,1%, quelli sviluppati dell’1,7%. Tutto questo mostra chi meglio fa con il debito a disposizione. Essì Signori dei conti, per quelli agili e scattanti il debito si fa risorsa; per gli imbolsiti solo gravame! Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA

mercoledì 2 dicembre 2020

NON PREVEDERE IL FUTURO; CONSENTIRLO, INVECE!

"Il compito non è prevedere il futuro ma di consentirlo", ridice la Lagarde dopo averlo detto De Saint-Exupéry; poi ci metti il carico da undici con il dettame della NPL: “Ognuno fa il meglio che può con le risorse che ha a disposizione”. Bene, di questi tempi grami, andiamo a vedere le carte. La Francia si schiera contro il "Black Friday". Si, quel "venerdì nero" degli acquisti scontati che negli Stati Uniti segue il giorno del Ringraziamento e da’ il via allo shopping natalizio. A fare il primo passo, per limitare questo fenomeno del marketing dilagato anche in Europa, sono i deputati della commissione per lo Sviluppo sostenibile dell'Assemblea nazionale francese che hanno approvato un emendamento per introdurre il divieto delle campagne promozionali, legate al "Black Friday", stoppando magari Amazon e soci. Signori, la pandemia da Covid-19 ha avuto importanti ripercussioni sugli aspetti della vita quotidiana delle persone in tutto il mondo. Giust’appunto, pure la necessità di rivedere le proprie spese e l'accesso limitato ai negozi fisici. Questo dicono i risultati di una nuova indagine condotta da Kaspersky che ha rivelato che l'82% della gente, durante il Black Friday, sembra disposta a condividere i propri dati personali, come indirizzo email e numero di telefono, in cambio di offerte e sconti. Essì, questo accade quando i consumi continuano a diminuire. In Italia segnano in ottobre una flessione peggiore dei mesi precedenti, complici le restrizioni adottate nel mese da ristoranti, bar e negozi non alimentari oltre che dei centri commerciali nei week-end. Secondo l’Osservatorio permanente Confimprese-EY i consumi sono scesi a ottobre del 24,7%, rispetto allo stesso mese del 2019. Tatatà: Frenano, inevitabilmente, pure fatturato e ordinativi dell'industria a settembre. L'Istat stima che il fatturato dell'industria, al netto dei fattori stagionali, diminuisca in termini congiunturali del 3,2%, interrompendo la dinamica positiva registrata nei quattro mesi precedenti. Orbene, dopo aver messo le carte in tavola, occorre giocarle. Eggià, con il Natale alle porte, sono molte le persone che stanno pensando a come massimizzare i risparmi senza rinunciare ai regali. Vendere al meglio le scarse risorse. Si, più son scarse, più valgono; più s’ha d’alzare il prezzo per poter averle e disporne! Beh, in questo può stare il modo di poterci consentire il futuro; ben altro che prevederlo! Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA