martedì 31 marzo 2020

CHE S’HA DA FA’ PE’ CAMPA’

Metti caso che le Famiglie italiane si trovino con un reddito disponibile di 1.035 mld di euro, metti che ’sto gruzzolo sia lo stesso di cui disponevano nel 1987 ma…. con in più un aumento vertiginoso, per volume e numero, di merci da dover acquistare per poter esercitare il ruolo di generatori di crescita economica. Cosa fai? Beh, altro che tirare la cinghia! Tocca rifocillare il potere d’acquisto. Dunque, quando quella stessa cinghia l’allargavamo, si è potuto spendere per… chessò acquistare la casa dove oggi s’abita. Lo hanno fatto più dell’80% delle Famiglie, quelle 26 milioni che hanno pure acquistato 38.520.321 milioni di auto. Bene, se prima abbiamo speso ora tocca incassare: hai una casa grande e poco usata? Trasformala da un bene durevole in uno d’investimento poi mettilo a reddito. Ci sono piattaforme tecnologiche che lo consentono; con gli affitti brevi puoi mettere a disposizione dal divano alla stanza; chi può l’appartamento. Suvvia, si può fare. Affittare una proprietà tramite i siti di locazioni brevi è un’attività che può tornar lucrosa, persino la regina Elisabetta II d’Inghilterra ha deciso di lanciarsi in questo business. La sovrana ha infatti deciso di affidarsi ad Airbnb per affittare alcuni lussuosi appartamenti in Scozia. Si tratta degli “Abbey Strand Apartments at Holyrood", residenze storiche risalenti addirittura al 1490, nei pressi del castello di Edimburgo. I prezzi di un monolocale o di un appartamento vanno dalle 200 alle 700 sterline al giorno. Ma c’è da scommettere che su Airbnb non mancheranno gli appassionati in cerca di un’esperienza davvero regale. Bella no? Come dite, e con le auto? Niente paura per questo c’è Uber. Se la tua l’usi poco, fatti autista, metti a reddito quel ch’è troppo spesso solo spesa. La sovrana che, al grido di “lunga vita alla regina”, ha raggiunto i 93 anni esce poco e sta più in reggia, potrebbe pretendere dal suo autista di farsi driver in “rolls royal”. Per i sudditi, un’esperienza da sogno. P.S. Se con questi investimenti rifocillo il mio potere d’acquisto; i prezzi contenuti, per chi usa questi servizi, rifocilla il loro! Eggià, che s’ha da fa’ pe’ campa’. Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA

martedì 24 marzo 2020

OGGI RIPAGA PANTALONE, DOMANI TOCCHERA’ RIFARE I CONTI!

Un virus e viene giù tutto; si, tutto, pure l’economia e in tutto il mondo! Se alle grida e agli appelli, per rimettersi in piedi, rispondi “presente” poi devi fare. L’editorial board del New York Times lo grida, chiedendo al governo federale di agire “immediatamente” per sostenere i redditi degli americani, in questa fase di chiusura dell’economia, a causa dell’emergenza coronavirus. “La crisi richiede una risposta urgente dal governo federale e il più importante step è semplice: siano inviati €1794.61 a ogni americano, immediatamente”, ha scritto il board. Negli Usa, per recuperare il ritardo nell’agire, martedì il segretario del Tesoro Usa, Steven Mnuchin, ha affermato di essere al lavoro al Senato per mettere a punto un assegno da inviare a ogni residente nel Paese. Assegno che varrà 1.300 miliardi di dollari. Quelli del Nyt, sono un fiume in piena: “La gente ha bisogno di denaro per pagare l’affitto, il mutuo, le bollette. Dare questo denaro incoraggerà la spesa dei consumatori, la fonte primaria di attività in questo Paese. E questo, di conseguenza, aiuterà le piccole imprese a restare aperte e i lavoratori occupati”. Dunque tenete a mente la relazione in sequenza consumatori/imprese/lavoro che mettono insieme quelli del Nyt e andiamo avanti. Nouriel Roubini chiarisce i fatti con una disarmante chiarezza: “Non importa se sei giovane, vecchio, impiegato, disoccupato, studente, precedentemente impiegato, parzialmente impiegato….; tutti avranno bisogno di denaro altrimenti finiremo nella Grande Depressione”. “Deve essere qualcosa pari almeno al 3% del Pil”, ha aggiunto riferendosi alle importanti spese in deficit che i governi dovranno mettere in campo per sostenere i redditi delle famiglie ed evitare fallimenti delle imprese. “Sarà un recessione molto grave, ma breve”. Breve? Ok, Doctor Doom, speriamo, poi tutto torna come prima? Essipperchè, prima le imprese erano in sovraccapacità, chi ci lavora aveva redditi insufficienti e consumatori indebitati fino al collo per poter spendere. Ok d’accordo. In quest’oggi, infetto e carico di affanni, toccherà chiedere ancora una volta a “pantalone” di metterci una pezza aumentando il deficit; nel poi dovremo rifare invece i conti daccapo poiché, nell’economia dei consumi, la sequenza anzidetta imporrà un’altra cifra al ragionamento economico: La crescita si fa con la spesa, non con la produzione né con il lavoro. Così viene generato reddito, quel reddito che serve a fare nuova spesa. Tocca allocare quelle risorse di reddito per remunerare chi, con la spesa, crea lavoro e remunera tutti senza dover far debito. PS: mettere in tasca il gruzzolo alle persone, vista l’aria che tira, potrebbe indurre a risparmiarlo; bonus spesa puoi solo spenderlo. Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA

martedì 17 marzo 2020

PRODURRE DOMANDA PER CONDIZIONARE L’OFFERTA

I medici medicano, gli insegnanti insegnano, i vigili vigilano e i consumatori? Già, se ciascuno esercita la propria competenza, medici, vigili, insegnanti fanno e sanno cosa fare i consumatori no; hanno rinunciato all’esercizio di quelle competenze. Sono marketing e industria pubblicitaria a produrre domanda di consumo. Lo fanno su commissione dei produttori: a noi non resta che acquistare e farlo a più non posso. Se tanto mi dà tanto: il reddito non basta più, risparmi al lumicino, debito gonfiato. Siamo alle stremo. Il nostro pigro esercizio produce danni alle nostre finanze, lascia campo aperto ai profeti di sventura che vedono annichilire pure le nostre umanità, saturarsi ragione ed emozione con il rischio di minare l’ottimismo, propedeutico a quella mirabolante FIDUCIA DEI CONSUMATORI, che sostiene il mercato. Giammai! Insomma, limitarsi ad acquistare è esercizio sterile che non rende ragione delle nostre possibilità: no alla pratica dilettante. Costruire la domanda di consumo deve essere la nostra mission. Si restituisce così merito all’azione, responsabilità all’agire, agio alle nostre finanze. Eggià! Il meccanismo economico che ci ha affrancato dal bisogno non ammette indugi: consumare si deve. Reclamare per noi cosa, quando e come farlo si può. Ne va del nostro tornaconto. Proprio il tornaconto ovvero la somma delle nostre utilità: reddito,ruolo, controllo dei processi di responsabilità. Come? Costruire diversificate nicchie di senso dove ficcare dentro: Valori, Etica, Piaceri, Vizi e Sfizi. Nicchie, insomma, usate come setacci per filtrare le occasioni di acquisto e condizionare l’offerta. Nicchie che ammiccano ad orizzonti eterogenei, nicchie vere e nicchie false, nicchie miraggio. Tutto questo ci consente di recuperare e utilizzare nel mercato identità multiple, spiazzare abitudini, cambiare abiti, edificare nuove abiazioni per le nostre opportunità. Sta quì la condizione per potere redistribuire ruoli, gerarchie epperchennò redditi. La gente del marketing e della pubblicità potrà perdere prerogative e lavoro? Migliaia di disoccupati? Macchè! Avremo noi bisogno di consulenti che sappiano impacchettare in maniera impeccabile la nostra Offerta di Consumo. Insomma c’è lavoro per tutti. Tutti devono fare la propria parte. Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA

martedì 10 marzo 2020

D’ACCORDO, STO IN PAUSA CAFFE’

Anziano, un po’; ansioso meno. Il mondo va a rotoli? Niente strette di mano, ancor meno baci? D’accordo, mi ritiro in casa, vado in pausa caffè. In pausa, tintillo: nel mondo reale, dove vado- vedo- voglio- vivo, nel quale cammino- parlo- agisco- cerco, trovo le mie “necessità” in forma di merci. Andiamo al sodo. Necessità in forma di merci, appunto: nella carta igienica, espressione di lucido acume, trovo solenne conforto alle mie necessità: lenisce il bisogno, colorata sollecita passioni, profumata esprime emozioni, illustrata accompagna il tempo della mia vicenda fisiologica, placa la mia sete di esperienza. Nel mondo virtuale, dove son costretto dalle raccomandazioni governative, tutta un’altra storia. Se afflitto klicco “cordoglio”, con “Google annunci” trovo il banner di un cimitero virtuale. Se cerco “cacca” trovo “bagni chimici”, “la pipì a letto” persino “nolo bagni”. Se annoiato sbadiglio, trova soluzione il “problema del sonno”, “ausili per polmoni affaticati” persino “pulizia intestinale” toh…come per la “cacca”. Sei felice? Cerco conforto in Internet, trovo “l’arte della ricchezza”, “dimagrire con zerodiet”, “dediche d’amore” fino a “do you speak English?”. Sorprendenti quelli di “Google”, efficaci i loro Annunci, per il diretto collegamento che consentono con il Consumatore finale. Nel cyberspazio basta che so… un malumore, un pensiero, un tic e questo si fa prodotto, servizio, merce impacchettata. Si, pure qui merce. Nel mondo reale e in quello virtuale, insomma, tutto è merce: Sogni e Bisogni. Non c’è scampo. Acquistare: il destino del nostro vivere. Assediati, invasi, frastornati: la vita spesa a fare la spesa e poco altro ci tocca. Certo, si può esecrare tutto questo. Sociologi ed antropologi già lo fanno; gli economisti no. Giova rammentare a questi ultimi che, se con l’acquisto viene prodotta ricchezza, le tasche dei Consumatori sono pericolosamente stracolme di debito. Essipperché, per smaltire cotanta profusione i Redditi non bastano. Non basta nemmeno il Risparmio. Il mondo che va a rotoli non è solo quello finanziario. Sta in crisi il modello economico incentrato sul rapporto produzione/consumo alimentato con il debito. La crisi è crisi del Reddito. Bevuto il caffè, fatti i conti della serva, butto là due soluzioni. Posso ridurre il consumo: aumento così il mio reddito disponibile. Posso reclamare gli utili, da cotanto lavorio di spesa quotidiano, così rifinanzio il mio potere d’acquisto. Ehi, ancora non do corso alla minaccia, che Chris Williamson, chief business economist presso Ihs Markit, dice come, “nel settore terziario, un crescente numero di aziende registra una perdita di ordini legata all’epidemia, soprattutto in settori legati all’accoglienza, al trasporto ed al turismo ma anche in aree legate ai servizi finanziari". Fiuuuu: tutto questo solo perché, quelli come me, son costretti a casa. Mauro Artibani, l’economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA

martedì 3 marzo 2020

MI SON ROTTO DELLA ROTTAMAZIONE

In mezzo a tutto questo bailamme comunicativo, che può far male più del Virus Corona; per metterci una pezza, in sordina senti mormorar: Rottamazione! Sarei tentato di dire, rottamatevi il cervello, ma non mi lascio trascinare dall’impeto. Temo non si sia capito granchè di quel che sta accadendo nell’ economia. Lo rammento tutto d’un fiato: ma come noi Consumatori, soggetti Economici del mondo abbiente, che abbiamo acquistato in ogni dove, ogni cosa, in ogni momento perché questo è il meccanismo in uso per generare ricchezza; Noi che abbiamo speso più del reddito disponibile, depredato risparmi, indebitati oltremodo dando fuoco alla miccia che sta facendo deflagrare il mondo, proprio a Noi viene lanciata l’esca delle rottamazioni per farci abboccare all’amo dell’acquisto e così, magari, continuare a spendere denaro preso a prestito, ricominciando quella catena di Santantonio che si è appena spezzata. Signori, la storia della crisi sistemica che sta ancora sconvolgendo il mondo, comincia da fatti esattamente uguali a questi. Al reddito insufficiente si è trovata soluzione con il credito e gli arzigogoli finanziari più suggestivi e pericolosi che hanno nascosto il debito per decenni o giù di lì. Ora, per tutta risposta con una sagacia che imbarazza, ci viene proposto di rimediare alla crisi acquistando, magari automobili. L’intento di ridare spazio al consumare, per aiutare le imprese ad investire e produrre, non mi giunge del tutto nuovo. Dover poi acquistare quel prodotto, aumentando il nostro debito, sembra un film già visto. Mentre rifletto per scrivere la chiosa a questa nota, mi arriva un twitt, dice: “puoi tosare una pecora mille volte, la puoi scannare una volta sola” e mi accorgo, con disappunto, come mi abbia sottratto d’imperio il finale. Essipperchè, se scanni gli scannati dal debito ma non dal bisogno, il virus sei tu! Ehi, gestore dell’economia, si sta nell’Economia dei Consumi, là dove si è ridotta l’utilità marginale del dover fare la spesa facendo crescere l‘utilità della domanda d‘acquisto, per tenere la produttività del sistema, come pure la crescita. C’è ancora? Occhio: A febbraio la fiducia dei consumatori nella zona euro segna una flessione di 6,6 punti. Si insomma, la domanda non paga; si paga! Mauro Artibani, l’economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA