giovedì 24 giugno 2010

IL VALORE AGGIUNTO DEL LAVORO DEI CONSUMATORI


L’ambito dell’esercizio economico dei Consumatori, che che se ne dica, fornisce valore al sistema della produzione; ancor di più, se attrezzati di ruolo professionale, a quel valore viene aggiunto altro valore.
Basta dare un’occhiata:

• L’esercizio del consumo, quantunque dia ristoro alle necessità umane, trasforma mediante l’acquisto il valore in ricchezza; con la consumazione del prodotto si avvia il processo di riproduzione, si fornisce continuità al ciclo economico.
• L’acquisto smaltisce l’eccesso di capacità produttiva mediante acquisti pagati con il debito, surrogato di redditi altrimenti insufficienti. Quel credito, erogato dall’industria finanziaria per sostenere la domanda, genera ricchezza aggiunta, pari allo 0,7% del PIL Usa.
• L’Iva sugli acquisti, la Tarsu sul consumato e smaltito, sono il super contributo all’Erario di chi fa esercizio di consumo ben oltre il bisogno, oltre la capacità di spesa.

• Seppur affrancati dal bisogno viene offerta consumazione del prodotto. La produzione di consumo orienta l’offerta, disponendo il controllo nell’impiego delle risorse, l’eco compatibilità delle merci, la gestione dei prezzi.
• Compito dell’istituto professionale: la ricomposizione tra il Valore Visto ed il “Valore Vero” dei prodotti. Tale azione consente di ripristinare un adeguato rapporto tra valore e prezzo delle merci.
• L’acquisto di merce con i “saldi” e negli Outlet smaltisce l’eccesso di offerta; si guadagna il prezzo più basso.
• Mettere sul mercato il già acquistato e non usato raddoppia il valore della merce; quella merce fa due volte prezzo; meno risorse impiegate, meno smaltimento.
• Il controllo del ciclo di vita dei prodotti consente di ottimizzare l’impiego delle risorse e un uso più redditizio del reddito.
• Mediante la gestione attiva della domanda vengono sottratti passaggi di processo e figure di ruolo ad una troppo lunga filiera produttiva che disperde utili.
• Le risorse dei Consumatori sono i nuovi beni: l’attenzione, il tempo, l’ottimismo. Nuovo valore sul mercato, merci immateriali ed ecocompatibili, nuovi consumatori, nuova ricchezza.
• La concorrenza tra Produttori e Consumatori nella gestione di domanda e offerta scrolla posizioni di rendita, aumenta la produttività del sistema.
• La forza degli acquisti di gruppo orienta la produzione, dispone la formazione del prezzo.
Visto?
Senza di noi non si va da molto lontano.
Già, senza però un reddito adeguato, per esercitare tali ruoli, neanche oltre la crisi.
Burocraticamente vostro

Mauro Artibani

Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009

www.professionalconsumer.splinder.com
www.professioneconsumatore.org

giovedì 17 giugno 2010

IL BLUFF DI SOCIOLOGI, ECONOMISTI E POLITICI


Ne “La vita spesa a fare la spesa” i Sociologi intrappolano l’esperienza del consumare; quella stessa vita che gli Economisti istigano a vivere per dare ristoro ai bisogni; vita grama che i Politici tentano di alleviare mediante tutele normative e che gli stessi Consumatori, stressati, rintracciano nel loro fare quotidiano.
Per smentire simili bluff viene al mondo il Professional Consumer; ancor più per rivendicare il ruolo affatto diverso recitato nell’Economia dei Consumi, proprio quando la crescita decresce, il debito privato e quello pubblico fanno sboom
Rivendica d’essere Operatore di Mercato, sbatte le sue ragioni in prima pagina: la crescita economica rende la pratica del consumo indifferibile; i 2/3 del PIL, generati dalle azioni di consumo, lo mostrano.
Rivela che i redditi erogati per produrre merci risultano insufficienti per smaltire quanto prodotto.
Denuncia che ingombranti, quanto desueti, paradigmi nascondono i fatti e non fanno vedere.
Rivendica il centro della scena economica al proprio fare: mediante l’acquisto fornisce ricchezza al sistema; consumando l’acquistato garantisce continuità al ciclo economico, niente di più niente di meno.
Questa azione trova mille rivoli per potersi esercitare; molti i modi di fare; molti i fatti che mostrano sagacia nel fare.
Un esercizio professionale che restituisce dignità agli atti di consumo, responsabilità sociale all’azione e oplà ristoro economico
Un credo assoluto: aumentare la redditività del proprio reddito per dare conforto al mestiere, continuità all’azione, sostegno alla crescita economica.
Finanche una prospettiva da perseguire, là dove la domanda comanda: il Capitalismo dei Consumatori!

Mauro Artibani
autore del libro: PROFESSIONE CONSUMATORE, pdc editori 2009
www.professionalconsumer.splinder.com

giovedì 10 giugno 2010

LA STAGIONE ECOMONICA: SOVRAPPRODUZIONE O INSUFFICIENZA DELLA DOMANDA?


L’alterazione dal rapporto di scambio Produzione / Consumo esprime il connotato singolare della stagione economica contemporanea.
Sovrapproduzione di offerta o insufficienza della domanda?
Si insomma, merci oltre la capacità di acquisto o acquisti insufficienti a smaltire quelle merci?
Questi i corni del dilemma che interroga chi sbircia l’economia, che attendono risoluzione.
Chi suona il corno della sovrapproduzione invoca quei processi deflattivi del mercato efficiente, in grado di ridimensionare i prezzi delle merci; un aumento insomma del potere d’acquisto dei Consumatori.
L’altro corno invece viene sfregato da quelli che dicono: se la domanda risulta insufficiente si aumenti il numero dei Consumatori per non mortificare la capacità produttiva. Prendono dati li confrontano: gli USA hanno un PIL di 15 trilioni di $ i consumi di 10; la Cina, PIL di 5 trilioni, i consumi solo di 2; così rintracciano aspiranti acquirenti.
I margini di crescita della domanda sono ficcati dentro quei Pil procapite dispari: negli USA 46.400$; in quelli del BRIC, paesi ad alta crescita, 35.000$; Brasile 10.200, Russia 15.100, India 3.100, Cina 6.600.
Questo 43% della popolazione mondiale produce il 15% del Pil mondiale; gli USA, solo il 6% producono il 22% del Pil: una gigantesca domanda potenziale per dare sostegno all’offerta.
Non è tutto oro quel che luccica: l’esercito di inoccupati di scorta consente ai Produttori del BRIC di erogare, a chi lavora, redditi bassi; i consumi dentro quei confini ancor più bassi, le vendite oltre confine alte. I Produttori d’oltreconfine si tengono la sovrapproduzione. Erogare, per quelli del BRIC, aumenti dei redditi da lavoro aumenta il costo di quel lavoro ed il costo dei loro prodotti; diminuisce l’appetibilità delle loro merci nel mondo; perdono mercati che non vogliono perdere, si apre il loro mercato che non hanno convenienza ad aprire. Lo mostra il deficit della bilancia commerciale USA; lo conclama il controllo del valore di cambio della moneta Cinese.
Bricconi questi: redditi bassi, prezzi competitivi, potenziali consumatori tenuti in stand-by; opportunità per creare nuove aziende per nuove merci - magari chic, pure hi-tech, finanche trendy; barricano l’ingresso ai loro mercati e non solo.
Intercettano i redditi insufficienti del mondo ricco a cui danno ristoro con merci low-cost e op danno sostegno ad un’ altrimenti insufficiente crescita economica globale.
Braccati quelli che restano fuori: ancora eccesso di offerta, ancora insufficienza di domanda che brucia capacità produttiva e profitti; ancora renitenti ad investire, magari parte degli utili di impresa, magari per erogare redditi sufficienti, senza i quali non si smaltisce la sovrapproduzione, con i quali si genera domanda che smaltisce.

Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009

www.professionalconsumer.splinder.com
www.professioneconsumatore.org

giovedì 3 giugno 2010

ESIMI CONSUMATORI: OBAMA NON FA SCONTI, FA MALE I CONTI


Il cipiglio di Obama non fa sconti.
Capacità di governo, autorevolezza, compassione vengono messe in campo: “Indispensabile la creazione di un’agenzia per la protezione dei Consumatori: in questa situazione di mercato è essenziale proteggere i deboli.”
Però fa male i conti: se oltre il 70% del PIL viene generato dall’esercizio del consumo, possono questi tizi essere considerati deboli?
Se i Consumatori acquistano, il valore della merce si trasforma in ricchezza; se non si acquista, quel valore si svaluta, si brucia ricchezza.
Se si acquista, poi si consuma, poi occorre riprodurre, poi cresce l’economia; se non si acquista non si consuma, non si deve nuovamente produrre, non si crea occupazione.
Vorrei sommessamente rammentarle, Mister Obama, che se si consuma tutto sale altrimenti tutto scende.

La domanda si esercita mediante l’impiego di reddito o del suo surrogato, il debito: questo il fatto.
Da due anni si scende perché quei redditi sono insufficienti, il debito ha fatto sboom ed il credito risulta inattingibile: questo il misfatto.
Come vede, Mister President, la domanda comanda.
Se tanto mi da’ tanto perché non stringe alleanza con tali individui, perché non da’ rappresentanza ai loro interessi piuttosto che intrattenerli con il solo esercizio empatico ?

Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009

www.professionalconsumer.splinder.com
www.professioneconsumatore.org