martedì 27 febbraio 2018

GLI SPERONI DI TRUMP, I TACCHI A SPILLO DI BLACKROCK

Incontro alla Casa Bianca tra una delegazione di giovani sopravvissuti alle stragi nelle scuole americane e il presidente.
"E' ora di cambiare radicalmente, di fare la cosa giusta. Bisogna prevenire, aiutare la gente prima che arrivi al punto di fare una strage".
Eggià, sopravvissuti ed incazzati!
Trump, pacato e sereno, si tocca gli speroni e....: ''Toccherà armare insegnanti e allenatori nelle scuole''
Il presidente ha chiarito poi che sta pensando di stanziare fondi federali dedicati alla "formazione addizionale" all'uso delle armi che consenta agli insegnanti di portare armi nelle scuole. La precisazione è arrivata a margine di un incontro alla casa Bianca con autorità locali e responsabili scolastici. E ha aggiunto: "Sono necessarie misure di difesa ma anche d'attacco, per garantire la sicurezza nelle scuole. Se non abbiamo misure d'attacco in queste scuole, signori, ci stiamo solo prendendo in giro".
Dunque le cose son tre:
Quando si è in possesso di un lessico, costituito da 80 vocaboli, questo è il massimo che il pensiero possa generare;
Quando si è pure cow boy quel pensiero insegue la  "SFIDA ALL' OK CORRAL".
Quando si deve, alla lobby delle armi, si da': Macchè disarmo, armiamo pure insegnanti e allenatori nelle scuole e... chi ci guadagna ci guadagna.
Tutto questo alla Casa Bianca, in quel di Washington.
Nella Wall Street di New York, pure la più grande società di investimento al mondo intende parlare con i produttori di armi da fuoco .
BlackRock vuole capire "quale sia stata la loro risposta" alla sparatoria.
Il gruppo, che ha in gestione 5.700 miliardi di dollari, detiene indirettamente titoli proprio di quelle aziende attraverso i tanti Etf del gruppo.
Visto che è leader del mercato degli Etf, con 1.400 miliardi in gestione, BlackRock può potenzialmente mettere sotto pressione le aziende che creano indici affinchè rimuovano i produttori di armi.
In una email alla Cnbc, che ne ha dato notizia, un portavoce di BlackRock ha scritto che, seppur il gruppo non può vendere i titoli di quelle aziende che fanno parte di un'indice e detenuti attraverso Etf, può però "focalizzarsi nel discutere con quelle aziende per capire come stanno rispondendo alle aspettative della società".
Mi venga un colpo!
Quà le cose son due: o quelli sporchi, brutti e cattivi della finanza intendovo mostrare un sussulto di natura etica, per far felici i più o intendono entrare, di soppiatto, nel business della "finanza etica".
Comunque la Nra, contraria persino all'aumento dell'età minima per l'acquisto di armi, temo 'stavolta debba rifare i conti. Si e, questa volta, senza che l'oste possa fare granchè!

Mauro Artibani, l'Economaio


martedì 20 febbraio 2018

IL GIORNALE INVENDUTO, IL GIORNO DOPO INCARTA IL PESCE E NON SOLO

Lui, sempre lui, fortissimamante lui!
Si lui quello che, con la spesa, remunera tutti i soggetti economici intervenuti nel ciclo produttivo.
Non pago, paga pure con l'Iva; quella somma del valore delle trasformazioni di processo che si sono depositate nel passaggio dalla materia al materiale, fino a quando si fa merce pronta all'uso.
Già, paga e, con quel pagare, salda il bisogno che ha invogliato l'acquisto.
La spesa insomma ratifica il valore contenuto nel prodotto e, per cotanto fatto, paga tassa.
Essì, funziona pressappoco così: dall'albero al quotidiano. Dalla cellulosa che si fa carta, alla notizia che si mostra, al giornalista che la raccoglie, alla redazione che la sceglie, al direttore che la vidima, alla rotativa che la stampa, all'edicola che la espone, al curioso che vuol leggerla.
Essì, quel curioso ratifica, mette il bollo, valida questo valore.
Fiuuuu: lo Stato incassa. Chi acquista paga, chi vende se la scala a meno che?
A meno che quel quotidiano esercizio del curioso non venga disperso in un universo comunicativo, sovraffollato dalla merce informativa.
A meno che questo sovaffollamento non abbia saturato il bisogno di informarsi.
A meno che manchi il denaro sufficiente che possa acquistare pure il surplus.
Ecco, nell'azione combinata di questi "a meno che" viene misconosciuto quel valore e oplà, svalutato.
Dunque, non vi sarà remunero di alcunchè nè di alcunchì.
Essì, per dirla con Montanelli, se il giornale del giorno dopo incarta il pesce, quand'anche invenduto, non ha informato nè fatto guadagnare alcuno: bella no?
Così l'Erario incasserà meno, ancor meno il penultimo del ciclo, a cui è rimasto il cerino in mano. Già, quello dell'edicola messo sulla graticola dal bisogno, questo sì insoddisfatto, di dover vendere giornali per poter guadagnare e non dover pure pagare l'Iva sull'invenduto.
Ci risiamo insomma. Colpa, ancora una volta, di quei maledettissimi denari insufficenti per poter fare la spesa, quindi la crescita, per far guadagnare tutti pure quelli che, da buon ultimi, rifocillano l'erario.

Mauro Artibani, l'Economaio


martedì 13 febbraio 2018

BIG DATA, I CONTI NON TORNANO!

Ho in casa una libreria di 30 mq con 2500 libri in disuso; quelli che non li avevano, oggi ne possono usare molti di più, con internet e sullo smart phone. Parlo in tempo reale con mio figlio, ormai Aussie, che sta in un'altra ora, in un altro giorno e in un'altra stagione. Scambio opinioni con chicchessia, in chissaccheposto. Mi informo, come e quando voglio; posso pure disinformarmi a piacer mio. Vivo in solitudine con molti amici remoti. Seppur scrivo facezie mi becco like, che mi consolano; rimando like che inorgogliscono.
Bella no?
Bene, per poter avere-fare-dire tutto questo e dal momento che non sembrano essermi forniti pasti gratis, pago.
Si, pago, dando in comodato d'uso i dati delle mia attenzione-dei miei sguardi-dell'ansimare-dell' incontrare-del bighellonare insieme a quelli di tutti, che se assemblati, letti, interpretati, cablati con potenti algoritmi, sono valore sonante beh..., ci sto: Big Data!
A chi interessano?
Dunque, a chi vuol sapere cosa facciamo, chi vediamo, cosa diciamo; ancor di più dove andiamo con le nostre speranze, le nostre passioni, i lazi e i frizzi.
Con tali dati le Imprese possono migliorare il cosa produrre, come farlo, dove e quando farlo pure come esporlo e venderlo.
Cin,cin insomma e... buona produttività per tutti!
A proporre tal brindisi sono quelli* che fin qui hanno fatto in modo di poter dare questo tutto a tutti e che, per questo, hanno meritato una reputazione senza uguali ed incassato profitti a più non posso.
Ok, daccordo, se meglio di così si muore, non si scoppia di salute però. Tutto questo avrebbe dovuto ottimizzare la catena globale del valore... invece.
Invece l'efficacia nell'impiego di quei dati non migliora la capacità di spendere se chi deve farlo si è affrancato dal bisogno con l'esser satollo, di non disporre di redditi sufficienti per andare oltre il ruttino, vieppiù se si è incappati nel picco del debito. Già, così si va a far friggere, nella ancor troppa capacità d'offerta, quel "just in time"cheppur dovrebbe consentire di ridurre le scorte e il rischio, migliorando la produttivita di processo.
Eggià se una catena del valore, non adeguatamente oleata, sferraglia prima o poi si incaglia!
Vuoi vedere che, alle "benemerite", toccherà rimisurare un più adeguato rapporto tra il valore di quella stimata reputazione e la capitalizzazione della loro borsa?
Beh, altrimenti prima o poi toccherà al mercato farlo.

*Apple, Google, Amazon, Facebook, Microsoft, GE, Baidu, Alibaba Group e Tencent tanto per fare nomi; quelle aziende che gestiscono la enorme massa di informazioni che le loro piattaforme digitali raccolgono sui propri utenti e che, adeguatamente analizzate attraverso i propri algoritmi, permettono di profilare il pubblico e offrirlo in modo selettivo e appropriato agli inserzionisti e venditori.
Mauro Artibani, l'Economaio

venerdì 9 febbraio 2018

DAZI TU CHE DAZIO ANCH'IO

Cina, Germania, Corea del sud, Italia da un lato gli Usa dall'altro, fanno a pugni e si prendono a male parole:
Dannazione, noi yankee spendiamo nel mondo più di cinquecento miliardi di quanto il mondo spende da noi!
Ehi, ehi, se hai un apparato produttivo vecchio e costoso te la pigli con noi!
La mettete sul personale? Beh, ancora e sempre America first!
Ma quale America first! Il tuo segretario di stato, anzi al debito - si Steve Mnuchin - ha detto come la debolezza della valuta nazionale sia benvenuta* e il Segretario al Commercio Usa, Wilbur Ross, ha dichiarato come l’esercito americano sia pronto ad alzare le barricate per prepararsi a una guerra commerciale mondiale.
Porca miseria, vedo che tutti oggi state uniti; beh, noi però Stati Uniti da tempo e vi mettiamo pure i dazi sull'importazione di lavatrici e pannelli solari.
Eggià, di questi tempi il mondo va così. Ognuno cerca di tirare l'acqua dal mulino altrui: chi importa e non riesce ad esportare fa arricchire gli altri e fa ingrugnare i suoi; chi invece più contiene i prezzi esporta e arricchisce; lo fa vieppiù** contraendo il costo del lavoro, che anch'esso fa ingrugnare, quindi la spesa fatta in casa.
Di fronte a tali fatti e a tal recita nel dire, il Ministro Padoan la mette giù dura: “Ciò di cui sono più preoccupato non è tanto la possibilità di una guerra valutaria, quanto la possibilità di una guerra commerciale incombente. Spero che ciò non accada. Ma la storia ci dice che se c’è una mossa verso un maggiore protezionismo in un paese, allora la tentazione per un altro partner di fare lo stesso o di vendicarsi è molto alta e aumenta, così le cose potrebbero sfuggire di mano…”
Ennò Cocchi, ma quali sberle, insulti o guerre di tutti contro tutti!
Suvvia, dal momento che la ricchezza viene generata dalla spesa, non dalla produzione e dai dazi, la produttività, fatta con la riduzione dei redditi e con la competitività cercata a suon di sgarbi, riduce il potere d'acquisto. Eggià, visto l'andazzo, siamo noi della spesa ad essere ingrugnati e..., Noi siamo i tutti!
Meditate, politici di ogni dove, meditate!

*Gulp: epperfortuna al che vertice di ottobre 2017 del Fondo Monetario Internazionale i partecipanti si impegnavano, pure gli Usa, "a non attuare svalutazioni competitive e a non fissare tassi di cambio per aumentare la competitività".
** 7 milioni di mini job erogati in Germania da 450 euro/mese. Cina ed altri fanno manco quello pur di vincere per capacità comptetitiva.
Il reddito disponibile delle famiglie italiane nel 2013 torna ai livelli di 25 anni fa; l'Ufficio Studi di Confcommercio evidenzia che, in quello stesso anno, il reddito disponibile risultava pari a 1.032 miliardi di euro, rispetto ai 1.033 del 1988. Gulp!

Mauro Artibani, l'Economaio