martedì 28 maggio 2019

QUEL MINISTRO NON PERDE NE' IL PELO NE' IL VIZIO!

Quando, all'oggi, siamo al "Bambole non c'è una lira" si vuol dire che siamo alla frutta. Forse manco a quella, costa! Bene, allora tocca fare il gioco delle tre carte: In Italia sarebbe meglio avere una ricomposizione del prelievo fiscale accentuandolo di più sulle imposte indirette, come l'Iva, per alleggerire le imposte dirette. Lo riridice il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, dopo averlo già detto e ridetto, precisando che queste sono sue opinioni da economista: "è una mia posizione scientifica, una opinione sulla composizione del prelievo fiscale, per cui è meglio avere più imposte indirette, come l'Iva, e meno dirette come l'Irpef". "Ma questo - ha poi precisato durante la trasmissione Agorà su Rai 3 - non ha niente a che vedere con l'ammontare delle tasse". Giust'appunto le tre carte, forse due: le tasse non possono essere diminuite, visto l'ammontare del debito che grava sulle spalle del Bel Paese; possono però essere scambiate, purchè a saldo invariato. Bene diamo un'occhiata: se le riduci al lavoro, tagliando l'Irpef le aumenti alla spesa, aumentando l'Iva = stesse entrate. Fin qui, pressappoco, una partita di giro; non cambia l'entità del prelievo nè l'ammontare del potere d'acquisto. Gira che ti rigira, si torna sempre allo stesso zeppo: + reddito in tasca a chi lavora + capacità di spesa + crescita! Carissimo Prof Ministro non possono essere i marchingegni contabili il modo per riaggiustare una crescita che ristagna. Il basso prezzo del lavoro sta in quella sovraccapacità dell'impresa che lo taglia per tentare di recuperere margini di profitto e in un pessimo meccanismo di trasferimento della ricchezza - generata dalla spesa - che fa tenere in tasca, ai veri rei del sovrapprodurre, proprio quei margini. Sta tutta qua pure pure la tanto esecrata diseguaglianza. Ministro, non s'ha da fare le nozze con i fichi secchi; per farle felici s'ha da cambiare registro: "La crescita si fa con la spesa, non con la produzione nè con il lavoro. Così viene generato reddito, quel reddito che serve a fare nuova spesa. Tocca allocare quelle risorse di reddito per remunerare chi, con la spesa, crea lavoro e lo remunera, remunerando Tutti. Tutti, tutti!" Ben oltre l'Irpef/Iva! Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA

martedì 21 maggio 2019

LA GRANDE FAKE DELL'ECONOMIA

Si dice in giro che l'Impresa produca beni/servizi generando valore, che venduti si trasformano in ricchezza. Per questa via si genera occupazione, lavoro che quella ricchezza remunera; viene infine fornito ristoro ai bisogni della Gente. Chi non crede che tutto questo corrisponda alla verità del sistema produttivo, alzi la mano! Nessuno? Et voilà, la fake news dell'economia a cui credono tutti. Chi sono i creduloni: gli Impresari, a loro conviene crederlo; a chi lavora, perchè quello che intascano arriva dall'impresa; ai Sindacati, che contrattano il quibus, per chi lavora, con le Imprese che hanno in tasca il malloppo; alla Politica che, devendo redistribuire, sa chi ha intascato quel malloppo; a Trump e Xi che ci credono e li aiutano a suon di dazi; gli Economisti*, di ogni grado e risma, responsabili di aver messo in giro la fake. Smontiamo la fake: l'automobile è un bene; di valore se ne ho bisogno e se ce ne sono poche in vendita. Un male, invece, se ce ne sono tante e io, già ristorato, ce l'ho. Invenduta arrigginisce, non genera ricchezza; non vi sarà chi dovrà lavorare per riprodurla. Stessa cosa vale che so... per quel latte invenduto che caglia, per l'abito invenduto che passa di moda, per il giornale del giono dopo che incarta il pesce. La diceria, nientepopodimenoche il paradigma dell'Economia della Produzione, non è stata sempre una fake; lo diventa pressappoco dopo il '71, quando viene eliminata la convertibilità tra dollaro e oro. Bene, per il tempo d'oggi c'è un'altra diceria non ancora detta, che attende ratifica; paradigma, questa, dell'Economia dei Consumi: "La crescita si fa con la spesa, non con la produzione. Così viene generata ricchezza, quella ricchezza che serve a fare nuova spesa. Tocca allocare quelle risorse di ricchezza per remunerare chi, smaltendo fa riprodurre, creando lavoro e con la spesa lo remunera." Beh, fact checkers di tutto il mondo all'opera. Provate a smontarla! Buon lavoro. *Si dice vi siano tante Teorie economiche per quanti Economisti stanno in giro. Tutte diverse, tutte in contrasto. Un solo paradigma le associa tutte, propio quello della fake. Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA

martedì 14 maggio 2019

C'E' UN CEO IN EU CHE FA L'INDIANO!

L'indiana e multinazionale ArcelorMittal ha annunciato l'intenzione di sospendere temporaneamente la produzione negli stabilimenti siderurgici di Cracovia in Polonia e di ridurre la produzione nello stabilimento delle Asturie in Spagna. Inoltre l'aumento previsto del livello di produzione a 6 milioni di tonnellate, in ArcelorMittal Italia, subirà un rallentamento a seguito della decisione di ottimizzare i costi e la qualità della produzione. "La difficile decisione di ridurre temporaneamente la nostra produzione europea di prodotti piani - commenta Geert van Poelvoorde, CEO di ArcelorMittal Europa-Prodotti Piani - non è stata presa alla leggera. Comprendiamo l'impatto che questa scelta ha sui dipendenti e sulle comunità locali. Lavoreremo per garantire che vengano adottate misure sociali volte a supportarli durante questo periodo. Queste azioni riflettono un contesto europeo caratterizzato oggi da una carenza di domanda; una situazione, questa, ulteriormente aggravata dall'aumento delle importazioni, nonostante le misure di salvaguardia introdotte dalla Commissione europea. Stiamo collaborando con le parti interessate per chiedere che le salvaguardie siano rafforzate con l'obiettivo di impedire un ulteriore aumento delle importazioni dovuto alla continua sovraccapacità globale e a un indebolimento dell'economia nei Paesi limitrofi alla Ue, inclusa la Turchia. L'industria siderurgica in Europa può avere un forte futuro ma è necessario garantire parità di condizioni affinché non venga concesso un vantaggio sleale ai concorrenti extra Europa". Bel discorso eh? Un'invocazione mercatista con il mercato degli altri. Essì, fa l'indiano l'europeissimo Ceo: si lagna per i "lavoratori" e per le comunità locali. Lavorerà per garantire che vengano adottate misure sociali volte a supportarli durante questo periodo (vengano, ma da chi? Ndr). Poi ammette pure le responsabilità: carenza di domanda; sovraccapacità produttiva. Spudorato, invece di contrirsi, preme dall'alto del suo potere contrattuale per l'applicazione delle tariffe di salvaguardia permanenti, introdotte quest'anno dalla Commissione europea. Temo di si, quando chiede che le salvaguardie vengano rafforzate con l'obiettivo di impedire un ulteriore aumento delle importazioni dovuto alla continua sovraccapacità globale e ad un indebolimento dell'economia. Dunque, dazi per far aumentare i prezzi dei prodotti importati e non far scendere quelli interni. Ma non c'era carenza di domanda, magari per il ridotto potere d'acquisto? Ma.. non c'era pure una palese sovraccapacità che, in un mercato efficiente, dovrebbe far scendere i prezzi per magari migliorare proprio quel malnato potere d'acquisto.... magari dei lavoratori, magari pure di quelli delle comunità locali? Già, vuoi vedere che un mercato opaco funziona meglio? Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA

martedì 7 maggio 2019

FESTA DEL LAVORO CHE NON CE', ANZI C'E'!

Maggio, per i credenti il mese mariano; per i creduloni del "lavoro per guadagnare", pure. Mirabili Hdemici, sento un rumor di fondo; una risposta si deve a quelli che.... nicchiano. Bene, ammesso ma non concesso che ci si debba arrendere ad un passato dove si è stabilito che il denaro - per far la spesa - dovesse provenire dal reddito pagato per il lavoro svolto; considerato che la faccenda risulta incastrata tra l'automazione dei processi produttivi, 3D/5G/4.0..., le migrazioni inarrestabili dal sud al nord del mondo e il Clup che detta la legge: quanto lavoro c'è, quanto vale e, ancor più, quanta spesa ci si fa? Beh, proviamo a sbirciare: La Spesa Pubblica per gli investimenti, serve per migliorare la produttività di sistema del paese, vieppiù spesa a termine, come il lavoro che impiega e il reddito che paga. Se invece la si vuole sine die, facendo buche e ricoprendole, non resta niente di produttivo. Far di meno in più? Nell'economia di mercato la riduzione dell’orario di lavoro, a parità di retribuzione, deve trovare sostegno nei recuperi di produttività d'impresa, altrimenti annaspa la capacità competitiva di quella stessa Impresa che già annaspa nella capacità produttiva inutilizzata. A meno che i teorici della "work-sharing" non dicano la loro, ignari di come funzioni il nuovo universo produttivo. Non li reggo, la dicono: "per un determinato livello di produzione, ridurre il numero di ore per lavoratore, anche a salario invariato, permette di aumentare il numero di persone che lavorano". Beh, seppur di soppiatto quel vecchio slogan, “lavorare meno, lavorare tutti”, continuerà a restare indifferente al quanto poi quei tutti avranno da spendere mentre, quegli stessi teorici, potranno continuare a dirlo alla luna. Dunque? Un momento! C'è il passato e il nuovo, così come lavoro e lavoro. Quello nella produzione paga il prezzo dell'utilità marginale decrescente, quello svolto nell'esercizio di consumazione dove l'utilità marginale cresce, oh oh se cresce, deve far prezzo. Pagato spende, spendendo smaltisce; smaltimento che crea lavoro. Con la ricchezza generata lo remunera! Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA