martedì 25 maggio 2021

PNRR: PER NON RISCHIARE DI RICADERE!

PNRR, ovvero il fare per la Ripresa della Nazione; tutt’altro che Piano però, in fretta! La Resilienza invece, come lo scroto, puoi tirarla dove vuoi; pure non usarla. Dunque, andiamo al sodo: la ripartizione delle risorse per Mission: Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura: 40,32 miliardi dal PNRR + 0,8 miliardi da React-EU + 8,74 dal fondo complementare. Rivoluzione verde e transizione ecologica: 59,47 miliardi dal PNRR + 1,31 da React-EU + 9,16 dal fondo complementare. Infrastrutture per una mobilità sostenibile: 25,4 mld da PNRR + 6,06 dal fondo complementare. Istruzione e ricerca: 30,88 miliardi dal PNRR + 1,93 mld da React-EU + 1 miliardo dal fondo complementare. Inclusione e sociale: 19,81 mld dal PNRR + 7,25 da React-EU + 2,77 dal fondo complementare. Salute: 15,63 miliardi dal PNRR + 1,71 da React-EU + 2,89 mld dal fondo complementare. Draghi, dopo cotanto snocciolato, chiosa: "il governo stima che gli investimenti previsti nel piano avranno un impatto significativo sulle principali variabili macroeconomiche e sugli indicatori di inclusione, equità e sviluppo sostenibile (Sdgs). Nel 2026, l'anno di conclusione del Piano, il prodotto interno lordo sarà del 3,6 per cento più alto rispetto all'andamento tendenziale e l'occupazione di quasi 3 punti percentuali. Gli investimenti previsti nel Piano porteranno inoltre a miglioramenti marcati negli indicatori che misurano la povertà, le diseguaglianze di reddito, l'inclusione di genere e un marcato calo del tasso di disoccupazione giovanile". Fiuuu! Grande se riesce a disporre così l’adeguamento della produttività totale dei fattori dell’intero sistema Paese! Dunque, Esimio Premier: se, ben prima della pandemia, si stava inerti davanti agli squilibri di sistema, occorre pure ricalibrare l’equilibrio marginale dei ruoli di produzione e consumo, trasformando il problema in opportunità! Essì se la sovraccapacità dell’Impresa confligge con l’affrancamento dal bisogno dei Consumatori, diventa opportuno pigliare al volo quel che ne viene: la crescita dell’utilità marginale della domanda; farne il fuoco per disporre un nuovo equilibrio del sistema e ridurre l’out gap. Per farlo, occorre metter mano ai modi del funzionamento di quel meccanismo, utilizzato nel trasferimento della ricchezza generata dalla spesa, per il remunero dei fattori produttivi che fin oggi ha retribuito chi ha concorso a generarla*, non chi ne genera i 2/3. Il paradosso, insomma, rimbomba; nella cunetta, dove ristagna la produttività totale dei fattori, si annaspa! *La distribuzione della ricchezza sembra seguire un modello: "La regola '80-20-80. L'80% della popolazione possiede solo il 20% del capitale totale, mentre il restante 20% possiede l'80% dello stesso capitale". Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA

martedì 18 maggio 2021

ALLA CLASSE MEDIA CHIEDO VENIA!

In Italia, nella classe media, sta il 67 per cento delle persone. Loro, i più; io, il meno insieme al carezzevole paradosso fatto di lazzi e frizzi. Si, nel ’71 e i miei 20 anni, stavo da una parte: con chi penava, contro chi dall’altra faceva penare; in mezzo i detestabili che avevano più dei miei, meno degli altri ma… a loro andava bene così. Ora come allora i Moderati stanno in mezzo, votano per chi garantisce, con calma, che potrebbe andare pure meglio. Va meglio, mangiano e bevono, hanno la casa, vanno in vacanza, si muovono in auto. Già, mentre li detestavo accade pure che, di soppiatto vennero cambiate le carte in tavola*. Debito in tutte le forme venne offerto, come se piovesse; magari a debito, i penanti diminuirono, la classe media aumentò. La mia sinistra non governava; la “maggioranza silenziosa” si! Quei detestabili “piccolo borghesi”, stavano vincendo contro quell’austerità per la quale Berlinguer, tre anni dopo il ’71, si era speso ed io, conformato, mi spendevo per attribuire ragioni e torti. Loro, smodati, avevano cominciato a vestire alla moda che passa di moda, ad andare sovrappeso; avevano ingurgitato, senza batter ciglio, il senso prodotto da quei neofilosofi del Marketing, si sono tolti la sete con gin fizz pubblicitari, ma tant’è. Se s’ha da spendere hai pur bisogno che qualcuno ti suggerisca come farlo. Io no, me ne frego. Cavolo però, sembrava non s’avesse da far altro che spendere. Poi di colpo mi avvidi: dentro l’Economia dei Consumi, non con il Capitale né con il Lavoro si genera ricchezza per tutti; con la spesa invece si, poi con l’Iva viene rifocillato pure quel Pantalone che ti serve i servizi; il risparmio l’investi per pagare la spesa in conto capitale delle Imprese. Loro, insomma, lo facevano; pur’oggi, magari a debito, lo fanno! Beh, così posso continuare a star sulle mie. Si, mentre loro continuano, io mi faccio bello: con ancora in dosso il cachemirino, un pensare, il dire e un fare fatto così. Ecco, oggi per tutto questo, chiedo loro venia! *Salta la convertibilità della moneta con l’oro, viene stampato denaro ad libitum; il debito pure. Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA

martedì 11 maggio 2021

DOPO IL PRIMO MAGGIO VIENE IL POI!

Il primo Maggio il Presidente Mattarella, per dovere costituzionale, dice quel che si deve dire: "Il lavoro è fondamento della Repubblica. La Repubblica non potrebbe vivere senza il lavoro. Sarà il lavoro a portare il Paese fuori da questa emergenza”. Già, il lavoro fonda, sul piano costituzionale, la Repubblica; quella struttura politico/istituzionale che deve garantirlo. Oggi, dentro quest’emergenza, per quale lavoro si deve invocare il rispetto del mandato costituzionale? Quello impiegato nella produzione di beni e servizi, ficcato dentro un mercato del lavoro globale contratto dall’automazione, digitalizzato nei processi e dal sovraffollarsi della Domanda di chi cerca lavoro, migrata da ogni dove. Quello impiegato nell’esercizio di consumo che, con l’acquisto, genera i 2/3 della ricchezza; consumando l’acquistato fa ri-produrre, creando occupazione; spinge il ciclo, da’ continuità alla crescita economica. Lavoro, si; quello esercitato da tutti, non riconosciuto né retribuito! Bene tocca prendere al volo la speranza del Presidente: "L'Italia ha bisogno, anche oggi, di nuove generazioni di costruttori, facciamo appello a loro”. Presidente mi consenta l’ardire. Nell’economia dei consumi le nuove generazioni son le stesse misconosciute di prima, quelle che la crescita la fanno con la spesa. Così generano reddito, quel reddito che serve a fare nuova spesa. Tocca allocare la ricchezza così generata per remunerare chi, con la spesa crea lavoro e lo remunera, remunerando tutti, pure quelli del capitale. Dunque, a 74 anni dalla scrittura costituzionale, quando del Lavoro si invoca il rispetto, occorre fare di necessità virtù tenendo insieme quello nella produzione, affannato dagli anni e quello svolto nel consumo; un ricostituente, questo nuovo lavoro, che ri-genera il primo e ancor più lo remunera! Essì, svolto dalla stessa Gente tosta che fa tutto il possibile, senza manco avere una giornata che la rammemori ma potrebbe ridare lustro a quella ammaccata dell’antico Maggio. NB. A quei politici, a cui parrebbe di poter scorgere il modo per poter andare oltre gli interessi contrapposti tra capitale e lavoro, scorgano; scorgano pure. Scorgano pure come fare norma perchè a questa Gente che spende arrivi adeguato ristoro, per il servizio reso e la ricchezza generata. Si, Signori, poiché se questi perdono l’abbrivio fanno danno a tutti, ancor più a quegli “interessati” che vi hanno eletto. Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA

martedì 4 maggio 2021

IL PREZZO GIUSTO DELLA SPESA

Nell’anno del Covid, per quel che dicono le tabelle Eurostat, gli italiani hanno avuto un consumo individuale pari a 98,7, in calo rispetto al 102,1 del 2019, su un valore medio di 100. Quelli di Eurostat confermano pure la battuta d’arresto della spesa, per consumi finali delle famiglie, diminuita dai 1.087,25 miliardi nel 2019 a 958,493 nel 2020 con un calo dell’11,84%. Cavolo Signori, tocca trar conseguenza dai fatti: gira per il mondo un detto, che non tutti sembrano voler ascoltare. Dice: “la mia spesa è il vostro reddito”. Se c’è qualcuno rimasto senza un quattrino, insomma, qualcun altro non deve aver fatto tutta la spesa che toccava fare! Bene a quei qualcun’altro, nel tempo della pandemia, son rimasti in tasca oltre 180 mld di euro. La penuria, toccata ad altri, la dice lunga sulla “verità” di quel detto; anzi dice del fatto: Pil sotto dell’8,9 %! La povertà, nel 2020, arriva al 9,4 %. Dunque, Apostoli della Sociologia, ricordate il vostro impeto scagliato contro chi spende come “gente prodiga e men che mai satolla”? Bene, dopo quel tanto detto fin ieri, oggi fatto! Certo, fatto con i lock down, non per ravvedimento dal vizio a virtù…. ma tant’è. Lo stesso fatto ha disfatto pure il sagace fare del Marketing; quel ridurre gli sfridi delle catene produttive, confezionando la Domanda dei Consumatori, pure di quelli che, non sedotti da cotanta confezione, hanno preferito mettere i soldi della spesa al pizzo. E… quell’aumento della capacita produttiva delle imprese, inutilizzata? E… rotto con la reclusione pandemica l’incanto pubblicitario, i nuovi morigerati si lasceranno re-incantare? In questo scenario di non speso, le erogazioni del credito al consumo, lo dice AssoFin, si riducono del 21,1%. Detto il fatto ai tutti coinvolti, una domanda rimbomba: la responsabilità sta in capo a quelli di noi che non hanno fatto la spesa? Bene, se tanto ci dà tanto, quanto vale al mercato ‘sta cacchio di spesa? Giust’appunto proprio quel mercato, dove viene generata la ricchezza attraverso lo scambio tra chi domanda e chi fa offerta, dovrà scovare e fare il prezzo giusto di quel valore! Si, non quello sperato con il “ritorno alla normalità”, farcita da quelle asimmetrie informative che inquinano la stima. Prosit! Mauro Artibani, l'economaio https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_ss_i_3_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=mauro+artibani&sprefix=mauro+a%2Caps%2C207&crid=E9J469DZF3RA