venerdì 30 settembre 2011

GIOVANI CONSUMATORI CONSUMATI

Ehilà, buon giorno, come va? Tu, che ti trovi ad ascoltare più rock in cuffia che in concerti live e voi, “gole secche”, a bere meno drink più minerale, magari rinunciando al pub, per più uggiosi “giri di peppe”. Anche tu che cerchi lavoro e non riesci a scovarlo e quello che scorgi è un lavoretto; costretto in abiti già usati, non quelli alla moda che passa di moda. Pure voi che avreste voglia di…. ma….; che per spostarvi da qui a là siete costretti a farlo sulle gambe invece che sulle vostre moto. Non molto bene vedo. Essì mio caro, quando ci si trova senza il becco d’un quattrino non resta che studiare, magari guardare la televisione, chessò leggere un libro. Quando tutto questo si mostra, quando tutto questo accade, bè: questa è la crisi economica bellezza e tu non ci puoi fare niente. Già, la crisi, quell’accidente che mostra risolutamente come manchino i redditi sufficienti per dare corso agli acquisti. Quegli acquisti che – sì – divertono, soddisfano, intrigano ma che danno sostegno pure alla Domanda che smaltisce l’Offerta, che produce ricchezza, che fa crescere l’economia Ecchì lo dice? Lo dice il Pil! Quel PIL che, per quanto abbia perso l’appeal dei giorni migliori, funziona ancora come indicatore della ricchezza prodotta. Bè, quel PIL dice che nei paesi sviluppati, proprio quella ricchezza viene generata per i 2/3 dagli acquisti, dal consumo. Insomma da noi tutti. Et voilà il paradosso: siamo forti, indiscutibilmente potenti, vieppiù immiseriti. Ricchi di tutto, a debito però. Condannati insomma a sostenere quel Pil, ci tocca consumare altrimenti si scende ancor più giù. Ricominciamo daccapo. Dobbiamo consumare, oltre che per il nostro conforto, per far crescere l’economia: una bella responsabilità. Non abbiamo i denari sufficienti per farlo; non ci sono altri che possano farlo in vece nostra: la crisi sta tutta qui. Cosa fare giovanil virgulti? A) Far finta di niente B) Accettare una vita low-cost C) Fare la nostra parte E’ in gioco l’oggi e forse il domani di tutti. Occhio, c’è molto da fare, si può fare molto perché: • Noi affrancati dal bisogno, i Produttori zeppi di merci invendute. • Hanno più bisogno i Produttori di vendere che noi di acquistare. • Si mostra più valore economico nell’esercizio del consumare che in quello del produrre. Si può, si deve, mettere a profitto questa forza! Sono anni che ci rifletto, che lo scrivo, che lo dico nei post: date un’occhiata. Mauro Artibani www.professionalconsumer.splinder.com

giovedì 22 settembre 2011

I PRODUTTORI INVESTANO, ANDARE OLTRE LA RECESSIONE SI PUO’

Strilli, urla; sguardi torvi e parolacce: recessione? Quando i Consumatori mancano dei redditi in grado di sostenere la domanda. Quando i Produttori, accortisi del fatto, non investono per produrre. Quando quelli del credito hanno denari opachi che i Consumatori, già indebitati, non vogliono e i Produttori non chiedono. Quando gli Stati sovrani, che mancano il controllo del bilancio, non hanno il becco d’un quattrino per spingere la politica economica. Quando, insomma, tutto questo avviene, viene a mancare quel prestatore di ultima istanza in grado di dar sostegno alla crescita. La recessione: il minimo che possa capitare! Eppure vi è stato chi, approfittando a piene mani di tecniche e politiche reflattive di ogni sorta messe in campo per dare sostegno alla domanda, è riuscito a smaltire il surplus di offerta senza ridurre il prezzo delle merci facendo lauti profitti. Quegli stessi che hanno pure ridotto il remunero del lavoro, accreditando il debito per sostenere i redditi che acquistano…. tanto paga Pantalone, aggiungendo profitto a profitto. Si scorge il finanziatore di ultima istanza? Già, proprio tutti quelli renitenti ad investire. Quelli che: ma, se investo per produrre, chi acquisterà il prodotto? Toh, proprio i Produttori, quelli che per produrre hanno bisogno di vendere più di quanto abbiano i Consumatori di acquistare. Bando alle ciance allora: se non investono i loro profitti per produrre li investano, sì li investano, per smaltire il prodotto, che so… abbassando il costo delle merci offerte al mercato. I Consumatori vedendo aumentare il potere d’acquisto, acquisteranno. Si potrà così tornare a produrre, a lavorare, a guadagnare , a crescere per poi ridurre il debito senza fare debito: bella no? Mauro Artibani Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE Paoletti D’Isidori Capponi Editori Marzo 2009 www.professionalconsumer.splinder.com www.professioneconsumatore.org

giovedì 15 settembre 2011

CRISI: HANNO PIU’ BISOGNO I PRODUTTORI DI VENDERE CHE I CONSUMATORI DI ACQUISTARE

Ai Professional Consumer pare di scorgere dentro questa crisi come abbiano più bisogno i Produttori di vendere che i Consumatori di acquistare. Agli altri può sembrare un patatrac, eppure questo chiaro che invece si scorge dentro il buio della crisi illumina! Difficile a credersi quando per molti, troppi anni, in un mercato del lavoro sovraffollato che ha ridotto stipendi e salari, quelli del credito, surrogando con il debito quei redditi insufficienti, hanno fornito potere d’acquisto affinché si potesse produrre e vendere più di quanto si potesse acquistare. Ora che il credito si è fatto inattingibile ed il debito ha superato i livello di guardia la domanda ristagna. Così quel bisogno dei Produttori si mostra. Per i Consumatori, l’occasione di andare al mercato a fare offerta della merce più appetibile: la capacità di acquisto. Quella domanda, necessaria per smaltire l’eccesso che ingolfa il mercato, venduta per rifocillare il reddito. Già, guadagnare quei denari che consentono di poter tornare a recitare quell’esercizio della spesa che da solo fa i 2/3 del Pil. Si, insomma, la crescita! Un modo del tutto “originale”, questo, per riallocare le risorse economiche che sono nelle tasche dei Signori che producono perché possa essere retribuito quel maggior valore presente nell’esercizio del consumare rispetto a quello del produrre. Valore che venduto produrrà ricchezza. Ricchezza che distribuita arricchirà tutti, viepiù senza fare debito. Mauro Artibani Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE Paoletti D’Isidori Capponi Editori Marzo 2009 www.professionalconsumer.splinder.com www.professioneconsumatore.org

mercoledì 7 settembre 2011

SE NON SI INVESTE PER PRODURRE, SI INVESTA PER SMALTIRE IL PRODOTTO

Agricoltori, industriali, artigiani, commercianti, con la sovraccapacità produttiva che si ritrovano e la renitenza a retribuire adeguatamente il lavoro, di chi lavora per loro, non fanno al meglio il loro fare. Proprio chi produce e Commercia merci standardizzate, quelle soggette a rapida obsolescenza tecnologica, a rapido degrado fisico/chimico, a ridotto ciclo vitale, ad accelerata sostituzione, stanno lì gonfi di offerta inacquistata che perde valore e brucia ricchezza. Sta qui la crisi. Già, finchè i Consumatori, con il debito, hanno messo una pezza ai redditi insufficienti pur di acquistare tutto si è vista la crescita. Ora non più. Il meccanismo dello scambio domanda/offerta risulta impallato: si vende e si acquista in maniera insufficiente a sostenere quella crescita. E qui viene il bello: quelli della sovraccapacità hanno, insomma, bisogno di vendere; quelli che hanno acquistato tutto hanno da vendere la capacità di acquisto per racimolare denaro e poter magari tornare ad acquistare ancora tutto. Già, proprio in questo trambusto si intravvede la soluzione: per Lor Signori acquistare la domanda. Beh, si, investire i profitti messi in cascina per dotare i Consumatori di idonea capacità di spesa nei confronti delle loro merci; così venderle e rifare profitto. Eggià, se alcuno si azzarda ad investire per produrre, si investa almeno per smaltire il già prodotto per poi riprodurre. Giustappunto una diversa allocazione delle risorse di reddito, tra i soggetti economici impiegati nel ciclo produttivo, si mostra indifferibile per restituire equilibrio al mercato ed uscire dalla crisi. Eggià, crescita senza dover fare altro debito; viepiù crescita che riduce il debito: una cuccagna! Mauro Artibani Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE Paoletti D’Isidori Capponi Editori Marzo 2009 www.professionalconsumer.splinder.com www.professioneconsumatore.org