lunedì 29 dicembre 2008

AI CONSUMATORI: UNA ODE AL VALORE DELLA CONOSCENZA


Fare economia in tempo di crisi si può, si deve.
Fare economia della conoscenza no, non si può.
In memoria di ciò, tra lazzi, frizzi ed un po' di noia mi sono dato l'ardire di una filastrocca da mandare a memoria nel tempo delle feste.
Un ode al valore della conoscenza, per non dimenticare i nostri compiti di Consumatori, le nostre responsabilità; la necessità di sapere, capire, volere perché, giova rammentarlo, chi misconosce spende male e consuma peggio.
Tra informazione e conoscenza c’è una bella differenza /
se ascolto disattento pago solo e nulla prendo /
va veloce chi ci informa /
va veloce e ci conforma /
Si potesse andar più piano, giurerei con questa mano/
che potesse benedire tutti quelli c’han da dire, da dare, financo da comprare.
Acchiappare conoscenza pur tra tanta effervescenza, non sarebbe poi un gran male, anzi forse un carnevale /
Un pensiero occorrerebbe svelto, lucido, sapiente .
Acciocché così cangiante monderebbe i nostri vezzi, forse pure l’officiante.

Mauro Artibani
www.professionalconsumer.splinder.com
www.professioneconsumatore.org

lunedì 22 dicembre 2008

NAUFRAGA IL POTERE D'ACQUISTO DEI CONSUMATORI: CRISI NERA


Naufraga il potere d’acquisto dei Consumatori.
Manca il reddito per sostenere la Domanda. Hanno provato con il debito, è finito tutto in vacca: crisi nera.
Eppure, li vedete i commercianti ed i produttori in attesa, rinvigoriti e speranzosi?
Si è sparsa la voce che il prossimo anno, a seguito della riduzione del costo di petrolio, gas, energia e del debito, le famiglie italiane potranno disporre di 24.000.000.000 di risorse finanziarie aggiuntive da spendere.
Verrà rinvigorito così il potere d’acquisto: alè, di nuovo clienti, baci e abbracci.
C’è di più, se ne parla meno: in sede di Commissione Europea si sta concordando un testo-direttiva per portare gli orari di lavoro settimanale da 45 a 65 fino a 78. Bella no ?
Così si potranno arrabattare incrementi di reddito, buoni per non perdere il vizio di consumare.
Ci risiamo: si tenta di fare le nozze con i fichi secchi; insomma tutto come prima.
Quelli del “potere” miopi come talpe.
Sì, avrò più soldi in tasca ma ,con quell'orario di lavoro, più fatica da smaltire da non avere voglia di andare a zonzo a spendere soldi. Tanto sonno da non riuscire ad abbeverarmi di informazione pubblicitaria vieppiù necessaria per gli acquisti. Mi lascerò anzi intrattenere dalla calde lenzuola; calmerò i prodighi ardori tra le braccia di Morfeo.
Non c'è che dire, un bel guadagno!
Della miopia si è detto e di una dabbenaggine che appare sospetta?
Si continua a ritenere che i Consumatori consumino, consumando reddito, risparmio, tempo; accumulando stress pure inquinando per dare ristoro ai loro Bisogni.
Bisogno?
Quello di ingrassare mangiando, come fanno quei 75.000.000 di americani obesi e non so quanti europei?
Quello di abbigliarsi, vestendo alla moda che passa di moda, scartando più abiti di quanti si riesca ad indossarne?
Ma quale bisogno d'Egitto: provate a chiedere ai pubblicitari e a quelli del marketing cosa ne pensano.
Si deve consumare perché questo il nostro ruolo nel meccanismo economico; questo il modo per generare ricchezza: non possiamo sottrarci.
Operatori di mercato, altro che Consumatori!
Mi sembra del tutto evidente che i meccanismi che si “sperano”, che si ingegnano, che si tenta di disporre, risultano del tutto inadeguati per oliare i meccanismi del sistema: quando cala la Domanda la crisi affonda il mondo.
Credo pertanto debba essere riconsiderato, per intero e senza infingimenti il Valore, la quantità, l'insostituibilità del nostro esercizio.
Il nostro ruolo, la nostra forza e un adeguato ristoro economico, potranno invece garantire la continuità del ciclo della crescita al riparo di ogni stormir di fronde.

Mauro Artibani
www.professionalconsumer.splinder.com
www.professioneconsumatore.org

giovedì 18 dicembre 2008

UN NUOVO EQUILIBRIO DI SISTEMA, PAROLA DI PROFESSIONAL CONSUMER


La crisi?
Io tu noi voi, tutti clienti. Clienti di tutto.
Tutto si è fatto merce, tutto business: tutto deve essere consumato.
Proprio a questo tutto non siamo più in grado di corrispondere.
Ci abbiamo provato. Oh, se ci abbiamo provato.
Abbiamo messo in gioco le nostre risorse: prima i redditi poi i risparmi infine il debito su cui il credito a fatto sboom.
Sta qui la crisi: non siamo più in grado di sostenere questa Domanda di tutto.
Le Istituzioni, tutte, di ogni ordine e grado, per tutta risposta confezionano tutto: sussidi, bonus, ricette congiunturali per dare sostegno alle famiglie, per sostenere i consumi, che possano sostenere le imprese, che sostengono l’occupazione e tutti felici e contenti.
Già, così però la domanda resta sovralimentata e le risposte solo congiunturali.
Congiunturali appunto, con il fiato corto.
C’è bisogno d’altro.
Occorre un nuovo equilibrio di sistema: parola di Professional Consumer.
Tre mosse: scacco matto!
La prima, una provocazione ma non troppo: riduzione della Domanda.
Mettiamola così: restituire alla collettività le risorse indebitamente rese merci.
Due per tutte: l’acqua e la sosta automobilistica; una parte insomma di quelle cose che necessitano per tirare a campare.
Verrebbe ridimensionata la Domanda complessiva. Con i risparmi ottenuti si può rifocillare il reddito per consumare la domanda restante e generare ricchezza.
Altra provocazione: ampliamento della Domanda mediante l’ampliamento dell’Offerta, la Nostra.
Pure qui due esempi per tutti.
Attenzione e Tempo sono nella disponibilità dei Consumatori. Sono risorse scarse, merci sofisticatissime, immateriali ed ecocompatibili, cedute a titolo gratuito o quasi.
C’è chi sul mercato dell’informazione, della pubblicità, dell’intrattenimento possa fare a meno della nostra attenzione?
C’è chi tra i venditori non abbia bisogno del nostro tempo, al fin di rendere acquistabile l’acquistabile?
Queste nostre risorse vanno messe a reddito!
Dulcis in fundo, restituire dignità al Lavoro di Consumo, non sussidi alle famiglie.
Questo il precetto: riduzione dell’IVA sui prodotti acquistati e della TARSU sullo smaltimento del consumato.
Un modo per fornire risorse “ premio” a quegli individui che hanno mostrato una maggiore propensione al consumo; proprio Quelli dei redditi insufficienti.
Perché Signori, è inverecondo chiedere di consumare per produrre ricchezza fino allo sfinimento economico e veder tassare questo esercizio di Lavoro.
Sissignori, ci sarà un costo da sostenere, non un cent in più di quello previsto dai Sussidiatori con in più i benefici: Dignità, Riscatto, Orgoglio e, ve lo giuro, continuità d’esercizio.

Mauro Artibani
www.professionalconsumer.splinder.com
www.professioneconsumatore.org

lunedì 15 dicembre 2008

UM MEDICAMENTO ANTIDEPRESSIVO: FIDUCIA DEI CONSUMATORI


I produttori: sfiduciati; i commercianti: sfiduciati; quelli del credito: sfiduciati.
Sfiduciati pure i politici, i capi di stato finanche i governatori delle banche centrali, insomma tutti.
Tanta gente che rischia la depressione.
Non si produce, non si vende, non si dà credito; la politica cincischia, i capi di stato mettono pezze, i governatori immettono liquidità, niente da fare: crisi nera.
Tocca darsi da fare.
Ligio al dovere, il Professional Consumer si fa ,alla bisogna, pure pubblicitario: non tutto ma di tutto.
Essiperchè c’è un prodotto, di cui si dicono meraviglie, che tutti dovrebbero acquistare, in grado di sanare tutti, proprio tutti questi stati d’ansia.
Un medicamento antidepressivo: “FIDUCIA DEI CONSUMATORI”. Tre pastiglie al dì o giù di lì.
Indicato per la salute mentale dei più e per il portafoglio, il Nostro.
Non viene dispensato dal SSN, si paga!

Mauro Artibani
www.professionalconsumer.splinder.com
www.professioneconsumatore.org

giovedì 11 dicembre 2008

UN CAPITALISMO NUOVO DI ZECCA, QUELLO DEI CONSUMATORI


Crisi economica, altro che crisi finanziaria!
Il meccanismo produttivo si è incagliato nel dover smaltire l’offerta con Redditi insufficienti.
Questo il fatto. Si tenta ora di riparare il guasto fornendo sussidi, bonus, social card. Si approntano sgravi fiscali, detassazioni; si pompa liquidità a fiumi per tamponare e mettere pezze a un meccanismo squilibrato.
Reddito insufficiente, credito facile, debito, sprechi, inquinamento: questa sequenza lineare non risulta più sostenibile. Qui si è verificato il corto circuito che ha reso ingestibile il sistema costretto a smaltire l’eccesso di Offerta mediante un eccesso di Domanda.
Bene, diamo pure credito a che le politiche congiunturali keynesiane tappino la falla ma dopo cosa accadrà?
Per i Consumatori dilettanti, complici della crisi, occorre dotarsi di un agire professionale adeguato per prendere in carico quanto dovrà accadere.
Difficile sottrarsi a una generale riconsiderazione dei precetti che sostengono il meccanismo economico: si dovranno mettere in campo nuovi equilibri di sistema.
Se hanno più bisogno i produttori di vendere che i Consumatori di acquistare chi meglio di Noi, la “lobby più forte di tutte le altre”, potrà reclamare la parola per dare nuove regole per l’esercizio economico?
Al centro la gestione dei Fattori del Consumo per un capitalismo nuovo di zecca: quello dei Consumatori, in grado di istituire una idonea correlazione tra Reddito e Acquisto et voilà Misura e strategia di azione per generare ricchezza.
Selezionare le Domanda, condizionare l’Offerta: questo il dovere operativo.
Così, prodroma all’acquisto, la gestione della Domanda mette in campo strategie di selezione della qualità e quantità dei prodotti, in grado di sollecitare la competizione tra produttori e tra Noi e Loro.
Viene così controllata l’Offerta e il meccanismo di formazione dei Prezzi, necessari per il nostro tornaconto.
Un’accorta Domanda di merci ecocompatibli risarcisce l’ambiente e costringe i produttori a ritrovare smarrite compatibilità.
Si può fare di più: mettere a Reddito la nostra azione.
Tempo, Attenzione pure Fiducia e Denaro vengono utilizzati nell’esercizio di consumazione. Sono risorse scarse, hanno un cangiante valore di mercato; potremo farne Offerta, si produrrà nuova Domanda. Ne trarremo beneficio.
Non vi è chi non veda come cotanto fare consegni al meccanismo economico un corposo aumento di produttività e a noi le credenziali per rivendicare lo status di “classe dirigente”.

Mauro Artibani
www.professionalconsumer.splinder.com
www.professioneconsumatore.org

martedì 9 dicembre 2008

MALEDETTI CONSUMATORI, LA CRISI E' COLPA VOSTRA


Sono le 1 ¼ in Via Ragazzi del ’99.
Stessa ora, stessa strada; passo sempre di qua, poca gente: uggia.
Stavolta un individuo dalle fattezze conformi, minuscolo, roscio di pelo, livido in volto mi addita, mi apostrofa: Maledetti consumatori, la crisi è colpa vostra.
Allunga il passo e si defila.
Gelato mi guardo attorno, alzo il bavero, ficco le mani in tasca, l’allungo anch’io e torno a casa.
Le scale quattro a quattro, ansimante mi butto sul letto, stralunato e penso.
Penso e ripenso e mi arrovello: i produttori sempre più produttivi, producono molti prodotti, tutto OK; i pubblicitari quei prodotti li espongono in ogni dove e OK pure qua; quelli del marketing gli stessi prodotti li hanno resi gagliardi, merveilleux!
I commercianti con le promozioni quei prodotti li hanno resi addirittura convenienti poi quelli del credito ci hanno dato credito per farci acquistare quei prodotti.
Eggià, tutti questi più di così non possono fare!
Mi giro e mi rigiro e noi?
Beh, noi pure OK. Abbiamo acquistato a più non posso: già!
Mi alzo, passeggio e mi sparo un caffè.
Puah! E’ amaro! Che schifo. Abbiamo inquinato per poterci strafogare di tutto, abbiamo sprecato, abbiamo speso e rispeso; i risparmi evaporati e adesso non abbiamo il becco di un quattrino e manco ci fanno più credito.
Porc…. senza soldi non si canta messa, recessione allora!
Essiperchè se non acquistiamo i prodotti non vengono prodotti, non possono quindi essere pubblicizzati, manco ingagliarditi; promozioni commerciali di che allora? Che figuraccia!
Vuoi vedere che quel piccoletto non aveva tutti i torti?
E’ dura, proviamo a dormirci su. Buonanotte e… sogni d’oro.
Meglio forse di bronzo, come le monetine da 1 € di cui avremmo tanto, tantissimo bisogno per tornare a consumare e non farci parlar dietro.
Un momento però! Arriveranno i sussidi, i bonus, le social cards: ullallà è una cuccagna!
Tante belle monetine e vai col tango allora: jela faremo vedere noi.
Jela faremo?

Mauro Artibani
www.professionalconsumer.splinder.com
www.professioneconsumatore.org

giovedì 4 dicembre 2008

CRISI: STOP CARTE DI CREDITO, STOP CONSUMI


Lo tsunami che ha sconvolto quest'anno il mondo del credito potrebbe riscrivere il settore delle carte di credito. Secondo Meredith Whitney, analista di Oppenheimer & Co., l'industria delle carte di credito potrebbe ritirare oltre 2 trilioni di dollari di linee di credito nei prossimi 18 mesi a causa dell'avversione al rischio e di possibili cambiamenti regolatori. Fattori che potrebbero impattare sulla spesa dei consumi. ( Finanza. Com)

Potrebbero impattare sulla spesa di consumo?
Se tagliano 2.000.000.000.000 di $, necessari per sostenere la domanda perché non si ha più fiducia nel nostro merito di credito. Beh, crisi allora: stop carte di credito, stop consumi.
Ma santiddio:
se la crisi economica nasce proprio dall’aver fatto business e surrogato redditi insufficienti, regalando carte di credito e di debito a destra e a manca;
se proprio quelle carte hanno rabberciato un meccanismo economico-produttivo già da tempo ai limiti del collasso;
se con quel credito noi consumatori abbiamo acquistato l’acquistabile producendo buona parte della ricchezza: il 70 % del PIL;
se quella ricchezza è stata poi distribuita per profitti, salari, stipendi, pure all’erario, finanche a quelli del credito per restituire il debito;
Se, se, se… siamo rimasti senza il becco d’un quattrino.
Si dirà: questo il vostro ruolo, questa la vostra responsabilità, questo il valore delle vostre azioni.
Ah beh, allora, se ci verrà revocato il credito per consumare, chi informerà managers, operai, impiegati, commercianti, pure quelli del fisco, che non c’è più trippa per gatti?
Se nel frattempo quelli del credito, perché avversi al rischio, saranno andati al mare a prendere il sole tranquilli tranquilli, niente paura glielo diremo noi.

Mauro Artibani
www.professionalconsumer.splinder.com
www.professioneconsumatore.org

lunedì 1 dicembre 2008

CONSUMATORI, HA RAGIONE IL PREMIER BERLUSCONI: CACCHIO !


Essì, questa volta ha proprio ragione Berlusconi.
«E' sui consumatori che dobbiamo fare leva perché le dimensioni della crisi dell'economia reale non siano estreme - dice il Premier- Solo questo può fermare un circolo vizioso che va interrotto con forti iniezioni di speranza e fiducia, guardando in faccia la realtà, come noi stiamo facendo. Lo abbiamo detto più volte che in Italia per le banche non cambia niente, per gli imprenditori neppure, perché hanno la liquidità per intraprendere. La profondità della crisi è quindi determinata dai consumatori. Noi saremo arbitri della nostra fortuna. Se le famiglie cambiano lo stile di vita e si lasciano contagiare dall'idea della catastrofe e della crisi, si cominciano a comprare meno auto, meno elettrodomestici, si riducono i consumi e le imprese si trovano a produrre meno, a dover mettere i propri collaboratori in cassa integrazione. Così questi ultimi potranno consumare meno e ci troveremo in una crisi.”
Ve lo giuro non avrei mai osato sperare tanta considerazione nei nostri confronti: ci ha promosso sul campo.
Nei meandri di cotanto dichiarare però dobbiamo raccapezzarci.
Sfrondiamo i sostantivi, togliamo l’enfasi e gli aggettivi dell’esercizio retorico e vediamo cosa resta: LA CRESCITA ECONOMICA RENDE L’ESERCIZIO DEL CONSUMO INDIFFERIBILE. Tutto qui.
Proprio quanto vanno ripetendo da illo tempore i Professional Consumers.
C’è un però, però: se quella pratica si fa indifferibile diviene, che lo si voglia o no, un Lavoro.
Reclamare un Reddito si può, si deve.
Altro che sussidi, social card, bonus e credito.
Essì Premier mio, se spera di ringalluzzire la speranza e la fiducia degli italiani mediante sussidi questa volta mi deprimo.
Se invece, come lei candidamente confessa, in Italia c’è chi ha la liquidità per intraprendere, rischiando, magari, di non poterlo fare, beh allora a quegli intraprendenti dei consumatori basta riversare parte di quella liquidità, sotto forma di reddito per il lavoro di consumo da svolgere, ed op: fiducia alle stelle e speranza.
Si, speranza in un futuro radioso.
Che ne dice Premier ?

Mauro Artibani
www.professionalconsumer.splinder.com
www.professioneconsumatore.org