giovedì 28 maggio 2009

OCCHIO CONSUMATORI, CI SONO IN GIRO TRACCE DI REDDITO DA CONSUMO

Ehi pssst, dico a voi.
Consumatori perdigiorno, anchilosati, arresi, dico a voi: il vostro reddito non basta più?
Occhio, sul mercato cominciano ad intravvedersi occasioni di guadagno: Reddito da Consumo insomma.
Le televisioni commerciali si sono date il compito di intrattenerci per fare business; io mi faccio intrattenere: mi pagano.
Incasso 109 euro l’anno: il valore di un canone televisivo non pagato.
In ogni angolo di strada vendono le free press: le acquisto a zero euro.
Tanto vale la mia attenzione alla loro pubblicità; non spendo, anzi, mi tengo il costo del quotidiano, lo moltiplico per 365, i giorni dell’anno, guadagno più o meno 365 euro e sono pure informato.
Io e la mia famiglia, con altre 25000 in Italia, facciamo Gruppi di Acquisto nel fare la spesa.
Massa critica si dice: Domanda consapevole di merci.
Si diventa appetiti dai produttori che pagano questo nostro appetito; si contratta il prezzo e pure la qualità della merce. Pure qui si guadagna.
Ho sposato la Ikea philosophy: ci guadagno.
Vendono mobili smontati, li acquisto, li monto: vengo pagato per farlo. Già, pago meno l'acquisto, guadagno così il prezzo più basso sul mercato dell’arredamento.
Ci sono poi, tra i commercianti, quelli che vogliono fidelizzarmi. Io ci sto a più non posso.
Prendo tutte le carte fedeltà, acquisto da ognuno di loro solo la merce veramente conveniente. Fidelizzo i fidelizzatori, spendo meno: guadagno.
C’è pure lo spazio per il “fai da te”. Chi vuole può farlo.
Se, per rispondere alle sollecitazioni di acquisto, invece di cibarmi ingrasso, basta mangiare meno. Sto meglio in salute, spendo meno: ci guadagno.
Se, invece di abbigliarmi, vesto alla moda che passa di moda, scarto abiti ancora zeppi di Valore: spreco.
Se mi sottraggo agli eccessi della moda, spendo meglio il denaro, aumento la capacità di utilizzo del valore della merce aquistata: guadagno maggiore capacità di spesa per il mio reddito.
Bene, tutto questo si può fare.
Nel farlo i Consumatori ottengono innegabili vantaggi, si prende in carico pure la responsabilità del nostro ruolo.
Attenzione! Vantaggi economici si, da non confondersi però con il risparmio.
Il vantaggio si ottiene mettendo in campo attenzione, tempo, perizia, organizzazione: un vero e proprio Lavoro.
Questo vantaggio sarà un reddito: Reddito da Consumo.

Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009

www.professionalconsumer.splinder.com
www.professioneconsumatore.org

venerdì 22 maggio 2009

CONSUMATORI: SE I REDDITI NON BASTANO SIAMO IN UN BEL GUAIO


Esimi colleghi Consumatori,
se i redditi non bastano più, per poter continuare a consumare per far crescere l’economia, siamo in un bel guaio.
La crisi, che molti si spingono fantasiosamente di interpretare ed altri vedono “Terra incognita”, sta tutta qui.
Dobbiamo guadagnare di più, direbbe Monsieur De la Palisse, e con cotanto conforto noi lapalissiani possiamo dire:”Dobbiamo avere redditi adeguati al compito”.
Beh, ad occhio e croce, la soluzione parrebbe risultare più facile del previsto.
“Da mano in pasta” qual sono allora intravvedo pure le soluzioni.
Se diminuisco gli acquisti e scarto meno, spendo meno, aumento il reddito disponibile.
Già, però così riduco il PIL, meno ricchezza, meno tutto: non è un bel guadagno.
Rivendico allora l’aumento dei Redditi da Lavoro.
Se però l’automazione dei processi produttivi ha ridotto l’offerta di lavoro; se le migrazioni verso il nord del mondo hanno fatto aumentare la domanda di lavoro; se le delocalizzazioni industriali verso il sud del mondo hanno fatto diminuire pure qui la domanda di lavoro e le basse retribuzioni nei paesi in via di sviluppo tengono bassi i redditi; se 2+2 fa 4: non c’è trippa per gatti, figuriamoci per i Redditi da lavoro.
Fin qui ciance: tocca andare al sodo.
La crescita economica rende la pratica del consumo indifferibile?
A tale indifferibilità corrisponde per i Consumatori un obbligo?
Tale obbligo un lavoro?
Beh, se lavoro ha da essere, Reddito sia!
Questa l’ultima opzione, non ne avvisto altre. E voi?
Col debito?
Già fatto: è stato un bluff.
Col credito?
Già fatto: è stato SBOOM.

Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009

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mercoledì 20 maggio 2009

GLI ANGOLI NASCOSTI DELLA CRISI ECONOMICA


S'i fosse fuoco, arderei 'l mondo, quando per 'l mondo si mostrano iniquità.
Il prelievo fiscale indiretto per esempio.
Qui paga meno chi acquista meno; paga ancor meno chi consuma meno e, consumando, fornisce meno impulso alla nuova produzione.
Si dirà: giusto, chi ha meno da' meno!
I dati sulla “propensione al consumo” degli italiani smentiscono clamorosamente tale diceria: chi ha più non spende tutto in consumi, invece.
Paga meno, insomma, chi ha più perché consuma meno: debosciati.
Chi ha più acquista meno, consuma meno, smaltisce meno; fa produrre meno, meno ricchezza, meno crescita: infingardi.
Sempre loro risparmiano più di quelli che hanno meno; hanno più redditi di quelli che non l’hanno, potrebbero consumare di più ma non lo fanno.
Iniquità insomma.
Da iniquità ad iniquità: il Lavoro di Consumo, quell’obbligo di dover acquistare per produrre ricchezza, crescita economica, PIL, non viene retribuito. Viene però tassato.
L’IVA sui prodotti acquistati e la TARSU per lo smaltimento del consumato espongono l’iniquità.
Sottraggono risorse economiche al già magro potere d’acquisto dei redditi da lavoro.
Proprio quel reddito incapace di dare sostegno alla Domanda.
Li vedete gli angoli nascosti della crisi economica?

Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009

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venerdì 15 maggio 2009

CONSUMATORI, UNA POLITICA STREGONA HA FATTO FINTA DI NIENTE


Centro destra, centro, centro sinistra, tutti a mordere la crisi, tutti morsi dalla crisi; tutti incerti sul da farsi.
Tutti guardano dalla stessa parte, tutti vedono la stessa cosa: nessuno intravvede il bluff.
Il mercato del lavoro superaffollato ha ridotto stipendi e salari; il mercato delle merci, altrettanto superaffollato, non ha ridotto i profitti.
All’eccesso di offerta fa il paio l’insufficienza dei redditi.
Così si scrocca tutto?
Allora debito!
Sta qui l’inizio della crisi: si surrogano i redditi, si proteggono i profitti.
L’indiziata: una politica stregona durata molti anni che ha fatto finta di niente.
Anzi, prima ci ha gabbato oggi offre tutele.
Se non è bluff questo?
Un paradigma ha sostenuto il bluff: i Produttori producono ricchezza, la distribuiscono; i Consumatori, costretti dal bisogno, con quella ricchezza consumano.
Falso!
Basta cambiare l’ordine degli addendi e il prodotto cambia, eccome!
Sono i Consumatori a produrre ricchezza, il 70% del PIL.
I Produttori, loro, hanno invece il bisogno, quello di smaltire l’eccesso di produzione.
Noi forti, Loro no. Noi al centro del meccanismo produttivo, Loro no.
Noi smaltiamo l’acquistato per far riprodurre, Loro no: a Loro i profitti a Noi i debiti!
Politica, politici, politicanti, dico a Voi: questo gioco è finito.
Occorre farsi seri, la crisi lo impone: li vedete i fatti nuovi, spazi nuovi di azione, nuovi equilibri da contrattare, debiti da risarcire, ricchezza da redistribuire?
Star tutti li, ammucchiati su quella sponda, non paga tutti.
L'occasione c'è per tornare a distinguervi, a prendere le parti, a farvi parte: non un nuovo partito, partito nuovo invece.
Per dare magari rappresentanza a quelli che, non avendo più bisogno di soddisfare bisogni già ampiamente soddisfatti, producono ricchezza e con la consumazione danno la spinta alla nuova produzione fino a generare ancora nuova ricchezza.
Per farsi sponsor di gente così: forte anche se impoverita.
Per dare ristoro con redditi da consumo al Lavoro forzato del dover consumare.
Noi ristorati potremmo allora tornare a produrre ricchezza; voi ristoranti, troverete consensi al vostro desco.
Yes we can!
Certo si potrà far altro, stare ancora con i nuovi deboli: i produttori. Hanno più bisogno loro di vendere che noi di acquistare.
Si potrà stare a bagnomaria, in attesa degli eventi.
Si può, pure, cambiare la ragione sociale del capitalismo dei produttori in quello dei Consumatori.
Abbiamo i numeri, la forza, le virtù, il ruolo: ne abbiamo ben donde.
Noi siamo tanti; tutti.
Non tutti vi voteranno, tanti si!
Mauro Artibani

Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009

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mercoledì 13 maggio 2009

CONSUMATORI SENZA REDDITI A CACCIA DI REDDITO


Chi, tra i Consumatori, crede di potersi sottrarre al gioco al massacro della crisi economica, lo faccia.
Gli altri giochino.
Belleppronto un gioco sapiente, magnifico ancorchè munifico per entrare dentro il meccanismo produttivo che ha generato la crisi economica.
L’intento: riparare il guasto.
Si inizia passando in rassegna i punti critici che mostrano lo stress del sistema.
Un tour dentro gironi infernali.
Si inizia dal mercato del lavoro superaffollato che riduce i redditi.
Si passa poi a quell'eccesso di capacità produttiva che riduce i margini di profitto delle aziende e le risorse disponibili per i redditi.
Si da' un'occhiata alla riduzione del ciclo di vita dei prodotti che moltiplicano l’offerta; pure qui i redditi diventano insufficienti.
C'è poi la moltiplicazione dell’offerta e quella degli offerenti che mitiga i prezzi, contrae gli utili delle aziende quindi i redditi da lavoro.
Si scorge pure come l’aumento della disoccupazione riduca il reddito complessivo disponibile.
Prima di uscire a riveder le stelle non ci si può sottarre al rapporto 2008 della BRI: certifica le disparità tra profitti e redditi.
Queste le condizioni di stress per i redditi che hanno generato la crisi e che dalla crisi verranno aggravate.
Superato tra grida, improperi e qualche bestemmia il guado di quel mercato, brilla con forza la debolezza della Gente che lavora.
Ci si scorge tristi, avviliti, immiseriti, pronti a gettare la spugna.
Poi d’un tratto un bottone. Schiacciato, illumina una scritta multicolore che rischiara ed infonde vigore: TUTTI CONSUMATORI.
Una tecnica di anamnesi insomma, messa lì a bella posta.
Sottratti d’imperio all’imperio dell’happy hour, alè di corsa per rinverdire la memoria, scorgendo al fine le nostre Risorse.
Esposti a caratteri cubitali i nostri punti di forza, si debbono attraversare:
si passa per l'affrancamento dal bisogno che sottrae l'acquirente al consumo di necessità
si prende atto come il lavoro di consumazione disponga, confezioni, garantisca la crescita economica
ed ancora, come il 70% del PIL ratifichi il contributo dei Consumatori alla generazione della ricchezza.
Un grido ci accompagna all'uscita: Hanno più bisogno i Produttori di vendere che i Consumatori di acquistare.
Usciti fuori zuppi di orgoglio, rigenerati dal transito nelle ragioni economiche del nostro Fare, avvinti da rinnovato vigore: quel drink, un obbligo.
Siamo prossimi all'apoteosi.
Prima, l'ultima prova: LA SINTESI DEGLI OPPOSTI.
Trovare la migliore combinazione acciocchè la nostra debolezza reddituale, combinata con la forza del nostro ruolo, trovi soluzione per il nostro vantaggio.
Esercizio non facile, non impossibile.
Ci si lambicca, si improvvisa, si recalcitra; qualcuno scuote la testa; tutti ce la mettono tutta, avvinti da un fervore costituente.
Eccola l'apoteosi, la ratifica della costituzione di una lobby: “la lobby più forte di tutte le altre”.
La lobby di tutti, quella dei Consumatori dove si mostrano i muscoli, si impostano nuovi equilibri, si vince al gioco del reddito per uscire dall'economia della crisi.
Il premio? Il Reddito da Consumo che compensi l'insufficenza del reddito da lavoro e così tornare a recitare da protagonisti e senza affanni il notro ruolo.

Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009
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mercoledì 6 maggio 2009

I CONSUMATORI STANNO TIRANDO I REMI IN BARCA


I Consumatori stanno tirando i remi in barca; hanno messo la sordina alla pratica quotidiana di consumo.
Cos’altro volete sia la caduta della Domanda?
Abbiamo consumato per rispondere ai bisogni, per cullare le emozioni, per sollecitare le passioni e fare esperienze: tutte scuse per generare ricchezza, mediante l’acquisto.
Tutto questo abbiamo fatto, vorremmo continuare a fare; non possiamo più fare.
Chi potrà sostituirci?
Chi potrà fare più PIL?
Chi, dopo tanto far non si fa pagar, anzi, paga l’IVA sulle merci acquistate e la TARSU per smaltire quel consumato?
Chi farà ri-produrre?
Chi muoverà l’economia?
Chi confezionerà la crescita?
Tutto questo oggi viene a mancare: questa è la crisi.
La causa: il reddito insufficiente. Abbiamo pure utilizzato il risparmio poi, per non farci parlar dietro, abbiamo fatto debito, ancora debito poi di colpo… alla canna del gas.
E pensare che per dare il meglio abbiamo pure sprecato, inquinato, avvilito le relazioni umane… pah.
I bene informati dicono sia sfiducia, i buontemponi dicono sfiga, qualcuno ci vede sfaccendati.
Io dico: datece li sordi!
Basta ciance: dal bisogno ci si è affrancati da un pezzo; le passioni, se non più merci, possono tornare cosa nostra; per le emozioni, co sta crisi, basta un bel tramonto.
Per la ricchezza no; a questo mirabile risultato del nostro fare professionale non possiamo rinunciare, per il nostro e l’altrui tornaconto.
Signori, per fare questo basta il reddito, magari solo di scopo!


Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009

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