giovedì 28 giugno 2012

SCONTRO TRA SANGALLI E SAN CAZZIANO

All’assemblea annuale Confcommercio fa’ la conferenza, spara su tutto e tutti. Denuncia troppe tasse, ne invoca la riduzione, scalpita sull’iva e l’imu. Il Presidente cita dati, riferisce fatti: i consumi procapite sono tornati ai livelli del ‘98, il Pil procapite tocca il livello del ‘99. Non pago si schiera: sto con le Imprese e con il Lavoro. Nun l’avesse mai detto! A San Ga’, so’ San Cazziano e più che santo so’ appunto ‘ncazzato: ce sei o ce fai? Stai co’ l’impresa? Quella che c’ha troppo da vende perché ha pagato poco il lavoro? Stai col lavoro? Quello pagato poco pe’ acquistà quer troppo? Nun te fa sentì! Fossi in te starei co’ quelli che spènneno, quelli che se deveno comprà quello che venni. Si, proprio quelli che vanno a lavorà pe’ fallo e che devono esse pagati bene pe’ potello fà. Già, dovresti stà co’ loro ma stai cogli altri. Sei gli altri! Mauro Artibani www.professionalconsumer.wordpress.com www.professioneconsumatore.org

giovedì 21 giugno 2012

DEBITO NON PIU’ ATTINGIBILE, OCCORRE IMPIEGARE I PROFITTI

Rossana Prezioso su Trend-online riferisce dati del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti: mostrano come i profitti delle aziende Usa, in percentuale rispetto al prodotto interno lordo, vedano un apice mai toccato sin dal 1940, inizio delle rilevazioni governative. La Fed riferisce che le aziende americane continuano ad accumulare liquidita'. Nel secondo trimestre le loro riserve sono salite del 4,5%, a 2.047 miliardi di dollari. Si tratta del livello maggiore dal 1945. Uno studio di due ex rappresentanti del Census Bureau, riportato dal New York Times, riferisce del calo del 9,8% dei redditi dall'inizio della recessione a giugno 2011 indicando ''una significativa riduzione degli standard di vita americani'': Redditi in calo per le famiglie americane, fra giugno 2009, quando la recessione e' ufficialmente finita, e giugno 2011 quando i redditi sono scesi del 6,7% a 49.909 dollari. Durante la recessione (dicembre 2007-giugno 2009) erano diminuiti del 3,2%. Insomma, c’è chi ha e chi non ha, questo dicono i dati. I fatti sono andati pressappoco così: un mercato del lavoro sovraffollato ha ridotto stipendi e salari. Per dare sostegno alla domanda e non far scendere i prezzi sono state messe in campo politiche di reflazione che hanno consentito di surrogare con il debito redditi insufficienti per scartare la crisi. Quelle politiche per far crescere l’economia hanno dato a chi profitto, a chi debiti. Quando per l’eccesso di debito le stesse politiche si rendono non più perseguibili, i redditi non più surrogati mostrano l’insufficienza a sostenere gli standard di spesa. Con la forzata spending review dei Consumatori le merci restano in magazzino. Quei profitti vengono limati, pure questa una spending review, quella delle Imprese. Vi è pure un’ultima chance, anzi l’ultima spending: spendere meglio il profitto per retribuire chi deve spendere, altrimenti… Altrimenti il mercato, finalmente smarcato dal reflazionismo congenito, ridurrà ancor più i guadagni di quei profittatori di profitto! Mauro Artibani www.professionalconsumer.wordpress.com www.professioneconsumatore.org

venerdì 15 giugno 2012

PATTI CHIARI, AMICIZIA LUNGA

Con i tempi che corrono, dopo la Spending Review del settore pubblico, occorre affrontare quella della Famiglie; si, insomma, quella dei Consumatori. Già, perché non cogliere l’occasione per fare un po’ di pratica e magari così migliorare l’esercizio di spesa? Un esercizio facile facile tanto per rilassarci: le “carte fedeltà”. Si possono intercettare, così, occasioni di reddito ed irrobustire, perché no, pure l’orgoglio di categoria. Un Professional Consumer deve fare di necessità virtù. Non fare i conti con il business delle “carte fedeltà”, quelle utilizzate nella grande distribuzione, sarebbe addirittura imbarazzante. In questo settore è in atto un vero e proprio gioco al massacro per fidelizzarci: costa meno tenere un cliente che tentare di acquistarne di nuovi. Bene. Tutti offrono qualcosa per trattenerci? E noi rendiamo possibile farci trattenere da tutti: prendiamo tutte le carte, facciamoci fidelizzare così non ci fidelizza nessuno! Acquistiamo solo i prodotti per fidelizzati nei vari hard-super-iper mercati. E’ un bel risparmio. Per farlo occorre tempo, pazienza, calcolo? Niente paura; reclamiamo la pubblicazione, sui siti aziendali, dei prezzi dei prodotti; un software di selezione ci consentirà di individuare le merci più vantaggiose. Un buon navigatore satellitare ci dirà dove andare ad acquistarli, individuando il tracciato più conveniente. Con l’agenda degli affollamenti sul cellulare, infine, saremo in grado di scegliere i momenti migliori per farlo. Il gioco è fatto: li abbiamo fidelizzati! Può sembrare pleonastico ma per chi deve spendere vi è l’imprescindibile necessità di essere costantemente aggiornato, trovare complicità, farsi pure ficcanaso. Giustappunto, con i tempi che corrono guai a distrarsi; si corre il rischio di perdere occasioni irripetibili. Sentite questa, l’ho trovata tra i miei appunti, da un rapporto redatto nel 2005 dal Centro Studi Einaudi risulta che i costi sostenuti dalle banche per affiliare un nuovo cliente sono quattro volte superiori al costo di gestione di un cliente già “posseduto”. Gliela facciamo passare liscia o ristrutturiamo il costo dei nostri c/c ? Patti Chiari, amicizia lunga! Mauro Artibani www.professionalconsumer.wordpress.com www.professioneconsumatore.org

giovedì 7 giugno 2012

LE FUNZIONI DEL LAVORO E LA CRISI

Funzione doppia quella del lavoro: produce, con il remunero consuma il prodotto. La crisi lo mostra. Già, il lavoro, quell’esercizio che nella produzione viene sacrificato o/e sottoremunerato al costante miglioramento di una produttività aziendale già affetta da sovraccapacità o così generata. Lo stesso lavoro che, in questo modo conciato, manca di svolgere quella funzione propellente del consumo, limitando la produttività dell’esercizio di spesa, che smaltisce sovraccapacità. Mauro Artibani www.professionalconsumer.wordpress.com www.professioneconsumatore.org

sabato 2 giugno 2012

LA CRISI: L’ALTRO IERI, IERI, OGGI E DOMANI

L’altro ieri, al mercato venivano smaltite merci insufficienti acquistate da redditi sufficienti per dare ristoro ai bisogni. Quest’offerta scarsa generava valore, produceva ricchezza. Gli offerenti guadagnavano, governavano. Giusto? Giusto! Ieri, quando quelle stessa merce manca di essere smaltita da redditi divenuti insufficienti arriva il soccorso di quelli della finanza. Offrono loro merce scarsa: il credito che rifocilla quei redditi. Viene ripristinato il valore si produce ancora ricchezza seppure a debito. I nuovi offerenti guadagnano, governano. Giusto? Giusto! Oggi, quando il credito ormai inattingibile mancherà di rifocillare quegli smilzi redditi per acquistare e le merci resteranno invendute, arriva la crisi. Domani la domanda al mercato sarà l’unica merce scarsa, avrà valore, acquistata da chi la usa per vendere produrrà ricchezza. Offerenti, proprietari della domanda, guadagneranno; verrà così ripristinata quella capacità di spesa in grado di riavviare il ciclo della crescita. Baldanzosi questi nuovi offerenti vorranno pure governare. Giusto? Giusto! Mauro Artibani www.professionalconsumer.wordpress.com www.professioneconsumatore.org