mercoledì 31 gennaio 2018

IL LAVORO DEL PRODIGO

All'inizio, all'uomo Adamo, Dio disse: "Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto".
Con Marx, quest'annichilito tizio, diventa titanico, svolgendo"quell'attività regolatrice di tutte le forze naturali.
L'aristocrazia lo retrocede a fare quella disdicevole attività da far fare ad altri.
La Borghesia produttiva prima lo priva dei mezzi di produzione poi lo impiega, iniettandogli l'antitodo contro l'ozio, padre del vizio.
Gli eticisti, non paghi, gli affittano quel ricostituente che, lavorando, fornisce dignità all'essere.
Per tutti, invece, occorre fare quel che tocca fare per così poter disporre di quel-che-che-serve-per-vivere.
Massì, il lavoro, quello esplicito: benedetto, maledetto, voluto, sperato, sudato; quello prima svalutato poi mal pagato; quello vilipeso o, peggio, in disuso.
Giust'appunto, quello svolto per poter acquistare la vita. Quella vita grama che non ce la fa più a smaltire proprio quanto le nuove tecnologie, l'automazione dei processi, l'intelligenza artificiale sono riuscite a produrre e portare al mercato e che deve esser acquistato per poter poi doverlo ri-produrre.
Cosi finisce quell'antico evo, iniziato con quella divina maledizione; quello stesso che, misericordiosamante, perdona il "figliol prodigo".
Nuovo evo, vita nuova: oggi, nell'Economia dei Consumi tutt'un altro lavoro, forse implicito, ma lavoro, eccome.... Eggià, oggi occorre farsi prodighi per poter esser prosperi; prosperi per poter esser prodighi!
Già, proprio a quel negletto esser prodigo toccherà lavorare* per salvare capra e cavoli e il poco che, di quell'antico lavorare, resta.
Bene, ma... in questo nuovo evo, il prodigo, per poter esercitare la propria mission, ha bisogno di aver guadagnato; prima, non dopo l'esercizio!
Se tanto ci da' tanto e per far sì che questo accada, occorre aggiornare risolutamente quel meccanismo che, giust'appunto dalla notte dei tempi, trasferisce la ricchezza generata dalla spesa all'impresa, per poter remunerare i fattori della produzione.
Trasferimento che ancor oggi mette in tasca più a chi già ha, meno a chi non ha; niente per acquistare l'esercizio di quel prodigo ch'eppur ha un inestimabile valore di mercato: eppur le imprese prosperano se Tu spendi; alle imprese conviene che Tu sia prospero!
Giust'appunto, proprio questa mancata stima ha generato la crisi.

* Già, lavoro di dover fare la spesa ben oltre il bisogno, doverla poi consumare per far riprodurre, pagare l'Iva per far fare spesa pubblica e se, dopo cotanto fare, resta in tasca il resto verrà preso in prestito dall'impresa per fare spesa in conto capitale.

Mauro Artibani, l'Economaio


giovedì 25 gennaio 2018

A MALTA MICA SON TUTTI CAVALIERI

Là in mezzo al mar ci sta il migrant che naviga.
Già ma dove vuole approdare?
O bella, se paghi un milione di euro a Malta, altrimenti devi trovare altri approdi.
Giust'appunnto Malta: Pil 10,95 miliardi Usd, abitanti 436.947; Pil pro capite 25.058,17 Usd. Variazione annua della crescita 5,0. La disoccupazione al 4,2%.  Fecondità 1,37.
Si proprio questa Malta dove, con l’approvazione dell’UE, risulta attivo il progetto “Cittadinanza in cambio d’investimenti”.
Eggià, il programma prevede che chi intende ricevere il passaporto deve garantire un contributo di 650.000 euro ad un fondo di sviluppo nazionale, appositamente istituito; a questa somma si aggiungono altri 150.000 euro per l’acquisto di titoli di stato maltesi ed il possesso d’immobili sull’isola per un valore di almeno altri 350.000 euro.
Se si vuole poi far estendere il passaporto ai parenti, il tariffario prevede 25.000 euro per i figli minorenni ed il consorte, 50.000 euro invece per figli maggiorenni ed i genitori.
Come riportano Forbes e l’agenzia Rbc, sono soprattutto i businessman russi ad aver usufruito di questo progetto*.
Tra loro troviamo infatti Boris Mints, proprietario della società d’investimenti 01 Properties, ed Alexander Nesis, ovvero il comproprietario della ICT Holding Ltd, società d’investimenti specializzata in finanza ed estrazione di metalli preziosi.
È diventato un nuovo cittadino maltese pure Alexander Mechetin, comproprietario di Beluga Group, produttore di vodka.
Affari, si affari, per chi viaggia molto per lavoro, avere un passaporto europeo permette di muoversi senza visto.
Visto? Si, il valore "Schengen" fa il prezzo, altro che gli investimenti!
Eggià, difficile che 'sti tizi se ne stiano, isolati sull'isola, ad abbronzarzi al sole.
Quando poi, che piaccia o meno, la crescita economica si fa con la spesa - non con la produzione nè con il lavoro - a Malta, pur potendo, non ne faranno molta.
Okkei d'accordo, neanche loro migranti economici, piuttosto business, con in tasca un pass per poter fare affari in UE con chicchessia.
Beh, ai cavalieri senza macchia potrebbe convenir rifare i conti per magari, chessò...., tentare di prendere tre piccioni con una fava.
Giust'appunto proprio i migranti economici, quelli che non si vogliono: gli afflitti dal bisogno, prodighi nel dover fare la spesa di tutto; tutta gente giovane, vigorosa che accolta potrebbe ridurre il costo medio della spesa sanitaria e che con il prelievo fiscale, diretto ed indiretto, potrebbe rifocillare quella spesa previdenziale di un popolo già troppo anziano.
Ingenuo? Forse ma, per l'amordiddio, non mi si dica d'etica; piuttosto, Malta nel 2018 dovrà essere la capitale europea della Cultura: altro che island borderline!

*Dal sito del governo di La Valletta si scorge come siano molti i tizi che hanno pagato oltre un milione di euro per ottenere il passaporto di Malta; solo i russi arrivano a 730 businessman, diventati nuovi cittadini maltesi.

Mauro Artibani, l'Economaio


martedì 16 gennaio 2018

QUEL CHE SI CONTINUA A DIRE IN GIRO

Anno nuovo, vita nuova, anzi il solito refrain del dire:
Si dice che toccherà pagare i chopper, per fare certa spesa; bella, distraggono la già rachitica porzione della mia spesa dal farne altra.
Si sente dire che non ci sarà alcuna inversione di rotta delle banche centrali, dopo anni di misure di allentamento monetario straordinarie, per far salire l'inflazione*.
Si dice che Apple sia finita nel mirino della giustizia francese, che ha aperto un'inchiesta accusando l'azienda di "obsolescenza programmata" e truffa"
L’Eco di Bergamo cava di bocca le parole di una lavoratrice albanese alle dipendenze di una imprenditrice indiana. “Ogni mille pezzi mi davano dai 70 centesimi all’euro, in base al tipo di guarnizione e agli strappi. Per mille pezzi, mi ci volevano almeno due ore di lavoro”. Urca, un euro per due ore di lavoro; ben 50 centesimi all’ora di reddito.
Quand'anche lo Stato, senza colpo ferire, riduce la concorrenza, chiudendo l'on-line per l'acquisto dei liquidi delle e-cig poi li tassa**, riduce pure il potere d'acquisto.
Tasso di disoccupazione a 4,1% negli Usa. Già, il lavoro c'è dicono quelli costretti a farne tre o quattro per tirare a campare.
Si dice pure che le spese al consumo rappresentano oltre due terzi della domanda nell'economia Usa. Il debito dei consumatori Usa nel terzo trimestre del 2017 ha raggiunto un record di 12.955 miliardi di dollari, in rialzo dello 0,9% rispetto alla primavera.
Fiuuuuuu!
Vabbè, se ancora in questo sta quel che si dice, quel che tocca fare dev'esser nuovo di zecca:
"La crescita economica si fa con la spesa, non con la produzione nè con il lavoro!"
Eggià, così è se vi pare; se non vi pare, fa lo stesso!
Dopo cotanto antefatto, i fatti:
la gestione della domanda dev'esser atto responsabile e competente, preliminare all'esercizio di quella spesa; ben altro che una tassa che, per disincentivare l'uso del pakaging, riduce la capacità di fare sempre quella maledettissima spesa.
Bene, se la crescita si fa con la spesa, per farla occorre disporre del denaro sufficiente; quando non lo è o non si ha certezza di averlo domani, beh..... tocca fare di necessità virtù!
Eggià, toccherà migliorare la redditività di quello smilzo reddito che si porta in tasca.
Capito voi dell'Erario e voi dell'Apple? Ce n'è per tutti, pur'anche per i venditori di fumo digitale.
Essì, son guai; non lo dico io, lo dice il vicepresidente di Unimpresa Maria Concetta Cammarata.: Le famiglie italiane non spendono e preferiscono mettere in banca i loro soldi. "nuove tasse e timori di nuovi contraccolpi della bufera internazionale frenano i consumi e bloccano gli investimenti."
Paura eh?

*Neil Dwane, parlando d'altro, dice: “Vale la pena ricordare che un tasso d’inflazione al 2% distrugge il 35% del potere d’acquisto nell’arco di 10 anni.

**Il governo batte cassa con la sigaretta elettronica.  Già da gennaio i produttori hanno cominciato ad applicare l’imposta di consumo a norma di legge, 39 centesimi a millilitro, e dunque 4,5 euro Iva compresa, per una boccetta da 10 ml.
Da aprile, con l’entrata in vigore del regolamento dei Monopoli, verranno stabiliti i criteri di applicazione dell’imposta anche ai vari prodotti utilizzati dagli svapatori per la produzione dei liquidi da inalare. In sostanza, come scrive il Corriere della Sera, come eccipienti la glicerina e il glicerolo costano e costeranno meno di 20 euro al litro, mentre etichettati come liquido inalabilene costeranno 450 solo di tasse.

Mauro Artibani, l'Economaio