Nel Documento di economia e finanza che
verrà varato “tra qualche settimana” faranno il loro debutto
gli indicatori di benessere equo-sostenibile. Lo ha riferito
il ministro dell’Economia, Pier Carlo
Padoan, intervenendo al convegno Europe Ambition 2030 alla
Camera.
“Nel Def saranno introdotti degli
indicatori di benessere sostenibile. Qualcosa che cambia la
prospettiva della politica economica, verranno indicati settori
specifici con obiettivi specifici”.
Ci vorrà qualche settimana per poterlo scrivere con la truppa di Filosofi e gli Antropologi che ho visto entrare al Ministero?
Ci vorrà qualche settimana per poterlo scrivere con la truppa di Filosofi e gli Antropologi che ho visto entrare al Ministero?
Essì, scrivere di benessere, chi altri
può?
Farlo continuare a far fare agli
Economisti? No, grazie.
Gli Economisti sanno ma non dicono.
Sanno come occorra esser prodighi per mantenere la prosperità.
Non sanno però come far diventare
tutti prodighi senza fare debito. Sanno pure come il debito abbia
ormai toccato il picco e più su non possa salire.
Sanno/non sanno tutto questo; un
vecchio paradigma, insomma, li costringe a ripetere uno stanco già
detto.
Ministro, se mi invita vengo anch'io.
Sono un'economaio, studio l'economia dei consumi dove è in uso un
nuovo paradigma: "La
crescita si fa con la spesa. Così viene generato reddito, quel
reddito che serve a fare nuova spesa. Tocca allocare quelle risorse
di reddito per remunerare chi, con la spesa, paga tutti."
Sulla base di tal precetto ho potuto
scorgere come la ricchezza generata dalla spesa, trasferita
dall'impresa agli operatori economici, non consenta di vedere in giro
quella gente prodiga e men che mai satolla in grado fare tutta la
crescita possibile.
Bene quel meccanismo di trasferimento
deve essere rivisto perchè quella ricchezza consenta di poter
tornare a fare la spesa.
Approposito di benessere e di filosofi
ed antropologi. Io non sono fatto così, però una dritta ce l'ho,
ritengo sia possibile coniugare il tornaconto e la sostenibilità,
sommessamente la sussurro: "Oggi
c’è una Terra che fatica a generare nuove risorse e assorbire i
residui dell’attività economica.
Se,
si può migliorare il potere d'acquisto nel fare la spesa, abbiamo
interesse che si possa continuare a farla. Se la Terra, malata, mette
a rischio il futuro del nostro guadagno dobbiamo eliminare questo
rischio.
Dunque,
se la Terra fa per noi, noi dobbiamo fare per la terra.
La
gestione sapiente della domanda costituisce la possibilità.
Il
modo invece, consiste nel fare domanda di merci a basso impiego
energetico ed eco-compatibili, di beni immateriali e di prodotti
svestiti dai packaging ingombranti.
E
quando tutti in coro facciamo questa domanda: Booom!
Se,
la domanda comanda, all’offerta toccherà ubbidire.
Bene,
questo si deve fare per la nostra cara amica: rianimare la capacità
riproduttiva e ripristinare quella di assorbire i residui.
Lunga
vita alla Terra, insomma, ed al nostro tornaconto.
Hip
hip hoorray, a tutti quegli amici di regata che, navigando di bolina,
per ripulire la Terra sono in grado di andare contro i venti che la
sporcano.
Dunque
a chi, può sembrare di scorgere la possibilità di tenere insieme
il tornaconto e la sostenibilità, lo faccia. Si può fare!
Mauro
Artibani
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