Paraponzi ponzi pò, ci risiamo:
L'inflazione a novembre "torna in terreno moderatamente positivo
(+0,1%), ma questo non impedirà di archiviare un 2016 caratterizzato
da una dinamica di deflazione".
Lo afferma il presidente della
Federdistribuzione, Giovanni Cobolli Gigli, sottolineando: "ci
auguriamo che questo segnale possa rappresentare l'avvio di una
graduale ripresa dei prezzi, ma su questo auspicio pesa come un
macigno la debolezza dei consumi, come testimoniato dalla dinamica
delle vendite al dettaglio dell'Istat, che per i primi 10 mesi
dell'anno indicano una stabilità assoluta in valore e addirittura un
calo in volume (-0,6%)".
Poi non pago chiosa: "Anche per
raggiungere una fisiologica crescita dei prezzi è quindi necessario
sostenere i consumi. I successi delle ultime manifestazioni
commerciali (black friday) fanno capire come sia indispensabile avere
un commercio libero di agire, senza vincoli o ostacoli che ne
limitino le opportunità, come invece continua ad accadere a livello
sia nazionale sia locale".
Sostegno alla domanda per far crescere
i prezzi? Beh, nel mondo
ci sono 2,1 miliardi di persone obese o in sovrappeso, non basta?
Non bastano, a lor Signore, nemmeno tutte le tecniche e le politiche
di reflazione che stanno in campo alla bisogna? Si, insomma
l'obsolescenza programmata, la moda che passa di moda, l'usa e getta,
la pubblicità, il marketing, il credito al consumo fino alle
politiche monetarie lasche che hanno fatto lievitare il debito del
mondo a 200.000 miliardi di $, segnandone il picco.
E se facessimo scendere invece i
prezzi, per rifocillare quel potere d'acquisto che da sostegno alla
domanda?
C'è già chi lo fa: Ikea, le free
press, Groupon, Airbnb,Uuber.
Vuole altro?
Magari questo proposito:
"Ho questa visione che fra 5 o 10
anni non si pagherà niente per viaggiare con la RyanAir".
Lo pensa l'amministratore delegato
della più grande compagnia a basso costo d'Europa. Invece di
guadagnare con i biglietti aerei, farebbe i suoi profitti
raggiungendo accordi con i ristoranti, i caffè e i negozi degli
aeroporti, per ottenere una parte dei loro ricavi. "Siamo noi
che portiamo i clienti agli esercenti degli aeroporti. E gli
aeroporti sono ormai diventati come dei centri commerciali. Per cui
penso che in futuro una proposta del genere possa avere un senso.
Forse non la accetteranno subito tutti gli aeroporti o tutte le
compagnie aeree. Alcuni degli aeroporti più piccoli di cui ci
serviamo possono trovare questa proposta di mutuo interesse".
Con un sistema simile avremmo voli sempre pieni e tutti contenti: i
passeggeri, le linee aeree e gli esercenti".
Beh, c'è insomma chi ha già fatto e
chi si accinge a fare.
Lei, nel frattempo cosa intende fare?
Essipperchè, è bene tenere a mente
come la crescita si faccia con la spesa e, se i denari che vengono
dal lavoro non sono sufficenti a farla, aivoglia a deflazione!
Mauro Artibani
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